Thyna K legge Frank Romantico: "Rintocchi" - Scambio di energie



Il bello dell’arte è che non ha confini che tengano. Nonostante la tendenza dell’uomo ad inscatolare ed etichettare tutto quello che lo circonda, l’arte vola libera oltre il tempo e lo spazio alterandone la percezione.
Capita poi, a volte, che le arti si fondino tra loro, che si amalgamino in connubi sorprendenti. Lì i confini vengono definitivamente infranti e quel che resta è solo il sentire, nudo e crudo. Perché l’arte è soprattutto sensazione.

Thyna K (a.k.a. Lilith) è un’artista milanese che lavora con la musica e che della musica ha fatto una ragione di vita. Ma non chiamatela DJ: questa definizione la limita e non le si addice affatto.
Non troverete Thyna nei club, ma nel suo studio a selezionare e mixare canzoni: le sue radici sono negli anni 70 e spaziano dal funk al jazz, passando per il soul fino ad arrivare al dub, come se in quegli anni ci fosse vissuta veramente. Il suo è un percorso basato sulle sensazioni, al di là dei generi e delle categorie.
Thyna K si ritiene una medium: lei analizza, seleziona e filtra i lavori di altri artisti per poi ricondurli al suo modo di percepire la musica… e l’arte. Sì, perché non è raro trovare reading poetici su tappeti sonori nel repertorio di questa ragazza.
Un esempio è l’interpretazione che ha dato di una mia poesia, “Rintocchi”, che è possibile trovare sul suo canale personale assieme ad altri suoi lavori
In questo pezzo la base dalle sonorità sperimentali (di Pleq) si fonde con i versi sviscerandone l’essenza poetica. Percezioni psichedeliche che, al di là della riuscita del lavoro, brillano per originalità e scelta sonora. Il risultato è un brano che supera i confini della parola scritta e va oltre, verso quel luogo dove sono le sensazioni a fare da padrone.

Pagina ufficiale di Thyna K:

Thyna è anche fotografa e manipolatrice di immagini. Su Flickr trovate una selezione dei suoi lavori.



trasmettere la libertà

Rintocchi (testo):

Pensieri e parole,
spilli sotto le unghie,
un pullman che non arriva mai,
la tua foto ancora appesa al muro.

Finisce sempre così: con un'esplosione,
schegge di te come Monnalisa dipinta da Picasso.
Ed il cuore batte come rintocchi di campana
fino allo scadere del tempo che ci resta.

La soluzione è nel dna degli angeli:
ho spento la luce per poterti aspettare mentre dormo.
Ma il mondo è già in ritardo,
e passo notti a contare soli di galassie lontane.

Stringi i denti su di me,
la carne sanguina per i baci che non hai saputo darmi.
Se i ricordi che mastichi come gomme
sono la tua lingua sulla pelle,
io bacerò la suola che ha preso a calci la mia ombra.

I tuoi occhi come l'asfalto che percorro,
i miei lividi poesie d'amore
e la mia barba che arrossa i tuoi capezzoli.

E un auto scappa via lontano.
Ti ho vista piangere e ho adorato ogni tua lacrima.
Il resto è solo noia in endovena:
chiamami drogato se non ho rimpianti
per l'assuefazione con cui mi hai lasciato solo.


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