The Ward - Il reparto (di J. Carpenter, 2010)


L'ultimo film che ho recensito su Combinazione Casuale è stato un horror. Non proprio un film, a dire il vero, e di certo non un semplice horror: si tratta di Cigarette Burns di John Carpenter, mediometraggio della prima stagione della serie Masters of Horror
Il Maestro, per questa serie televisiva, ha prodotto due opere. La seconda è stata Pro-Life (Il Seme del Male, 2006), sicuramente meno riuscita della prima.
In molti però (soprattutto i fan) si erano chiesti quando il vecchio John sarebbe tornato dietro la macchina da presa per dirigere un film "vero", un lungometraggio cinematografico.
La risposta è arrivata quattro anni dopo ed è stata The Ward, film prodotto nel 2010 e uscito nei nostri cinema nell'Aprile del 2011.

Oregon 1966: Kristen, bella ventenne bionda, si trova rinchiusa nel reparto dell'ospedale psichiatrico Chamberlain dopo aver dato fuoco ad una fattoria, senza nessuna memoria degli eventi passati. Con lei altre quattro, misteriose ragazze con un segreto. Tra l'altro nell'ospedale, di notte, si sentono strani e disturbanti rumori. Una ad una le ragazze iniziano a sparire e Kristen deve trovare un modo per uscire da quel posto prima che anche lei faccia la loro stessa fine.

Voglio essere sincero e lo voglio essere da subito: The Ward non è un capolavoro e non è nemmeno un ottimo film. Affermare il contrario sarebbe un'offesa nei confronti dei veri pezzi pregiati della filmografia del Maestro. Halloween, Il Seme della Follia, Il Signore del Male ma anche The Fog, Essi Vivono e lo stesso Cigarette Burns (e mi fermo qui, altrimenti la lista sarebbe troppo lunga) sono su un livello nettamente superiore.

The Ward è un film che ha diviso la critica. Perchè idolatrare qualcuno solo per quello che ha fatto in passato è inammissibile, ma spesso una delusione porta ad essere più cattivi (no, non cattivi, crudeli) del previsto. C'è chi l'ha esaltato e chi è stato impietoso con questo film. Chi l'ha snobbato come opera di una mente ormai affetta da senilità e chi l'ha letteralmente fatto a pezzi. 
Io mi pongo nel mezzo e dico: The Ward è un buon film. Datato, girato con due dollari e una bottiglia di vino offerta alla troupe, magari girato su commissione, ma un buon film.
Il filone a cui si aggancia è quello degli horror (e thriller) a sfondo psichiatrico. Per intenderci film alla Session 9 (l'avete visto? NO? Recuperatelo all'istante) o alla Shutter Island, solo per citarne di recenti. La cosa -scusate il gioco di parole- non gioca a favore di Carpenter, che si inserisce con tutta la sua perizia tecnica ma su una sceneggiatura non all'altezza, che mostra il fianco e può essere accusata di mancanza di originalità e persino di prevedibilità. Eppure quando uno è bravo, quando uno le cose "le sa e basta" (per citare un'amica che di horror ne mastica e ne capisce più di me), lo dimostra dispensando stile nella più abusata delle inquadrature.

Il film, tranne le prime scene, è girato quasi interamente in interni, più nello specifico nei corridoi e nelle stanze del reparto psichiatrico che gli da il nome. Giochi di luci e ombre, terrore nascosto dietro porte che non dovrebbero essere aperte, rumori sinistri e urla soffocate, suspance e la luce del giorno a cacciarla via, forse: tutti ingredienti di horror come se ne facevano una volta. Questo impasto però, al giorno d'oggi, non ottiene più l'effetto sperato. Lo spettatore medio è divenuto un consumatore da fast food: è stato abituato ad un tipo di cinema frenetico, non lineare, coadiuviato dall'uso del digitale e da uno stile videoclipipparo tanto in voga. Carpenter invece ha una concezione di cinema con forti radici piantate nel passato, nel b-movie. Un ambito in cui erano le idee, e non i mezzi, ad avere valore. In The Ward di idee ne troviamo poche, di mezzi quasi nessuno, e quel che rimane è la tecnica sopraffina e alcune scelte da rimanerci ore a pensarci: il regista quasi ci ipnotizza, ci tiene in trance con la semplicità e l'esperienza e alla fine ci colpisce con un finale a mio parere rappresentato benissimo e capace di far andare il cuore in gola.

 
La protagonista Kristen (interpretata dalla bella e brava Amber Heard), di cui noi spettatori non conosciamo assolutamente nulla, si muove alla ricerca della verità, circondata da ragazze che come lei sono stare rinchiuse in quel posto per essere analizzate e curate: Iris (Lyndsy Fonseca), Sarah (Danielle Panabaker), Emily (Mamie Gummer), Zoey (Laura Leigh). Il film viene impostato come un thriller dalle tinte sovrannaturali che cede all'horror nelle scene più forti. Lo spettatore segue gli eventi ponendosi sullo stesso piano della protagonista, mentre il regista, il Dr. Stringer (Jared Harris), osserva le pazienti che ha in cura con inquietante distacco, celando una verità apparente che verrà rivelata solo nel finale.   

Questa parte di recensione contiene SPOILER. Se non hai visto il film evita di leggere, saltala e va direttamente a CONCLUSIONI

La rivelazione finale non ha nulla di particolarmente originale, si riallaccia al filone di cui il film vuole fare parte e che ricorda tanti altri lungometraggi come il già citato Shutter Island di Scorsese o il bell'Identità di Mangold. Carpenter trasforma un horror sovrannaturale in un thriller psicologico inchiodandoci con un finale d'impatto e cattivo. Il tema della personalità multipla è però un tema stanco e abusato. Proprio questo è stato fonte di delusione per gran parte degli spettatori, soprattutto quelli più navigati. 
A parte questo, The Ward è cinema allo stato puro. Dal punto di vista tecnico e nostalgico non deluderà. La dimostrazione? Confrontiamolo con un film uscito più o meno contemporaneamente: Sucker Punck di Snyder. Parliamo di una base di partenza quasi identica ma di un modo del tutto differente di affrontarla e svilupparla, perchè Sucker Punck è un giocattolo, un videogioco, è anti-cinema allo stato puro. Punto. Mi appello alla clemenza della corte per il paragone sciocco a cui mi sono lasciato andare.

CONCLUSIONI 

The Ward è un buon film ma non basta. Perchè il mercato è crudele e non dà ulteriori opportunità a chi fallisce. Carpenter era stato lontano tanto tempo dalla macchina da presa e forse non si era accorto dei cambiamenti accorsi tanto nel pubblico quanto nell'industria. Eppure l'insuccesso di un prodotto onesto come Fantasmi da Marte avrebbe dovuto fargli capire qualcosa. The Ward resta comunque un buon film. Affermare che sia una delle opere peggiori del Maestro equivarrebbe a rivalutare Il Villaggio dei Dannati e credo che questa sia una cosa improponibile. Ricordiamoci che la sceneggiatura (il tasto dolente del film) è della coppia Michael Rasmussen/Shawn Rasmussen, non di Carpenter. Questo NON E' (propriamente) un Carpenter. L'importante quindi è accostarsi al film mettendo da parte le aspettative che il nome del regista potrebbe creare e lasciarsi trasportare. Non ci metterei la mano sul fuoco, ma potreste anche rimanerne contenti. Per quel che riguarda me, ho goduto comunque, guardandolo. Amarcord? Chissà.




(Il film è stato presentato in anteprima il 13 settembre 2010 al Toronto International Film Festival) Fonte Wikipedia

Commenti

  1. Adesso lovvarti tocca di nuovo a me, perché hai centrato dannatamente bene il punto e non sarei in grado di dirlo in maniera migliore.
    Buon film, non basta applicato a Carpenter, ma che straccia tanti piccoli registucoli che giocano con la macchina da presa e non sanno perché.
    Accanirsi, come hanno fatto in molti, è assurdo, di fronte a un film su commissione ma girato sempre con la solita classe.
    Vogliamo parlare della scena del ballo? Ma de che stamo a parlà, tutti a scuola :D
    E comunque, vedere al cinema, su grande schermo, il nome del Maestro a caratteri cubitali è un evento cosmico. Altro che meteoriti

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  2. Io al cinema non l'ho visto perchè al momento di andarci l'avevano già levato. Comunque la gente si aspetta sempre troppo, alla fin fine Carpenter è un maestro ma se non ha diretto un film per anni e si è dovuto piegare a qualcosa su commissione un motivo ci sarà. In una carriera (anzi, in mezza) ha girato perle che altri si sognerebbero e poi la gente si incazza solo perchè non tira fuori un altro Seme della Follia (che poi l'ha fatto e si chiama Cigarette Burns). Che ci sta pure, solo che io mi metto anche nei panni dell'artista.
    Grazie per i complimenti e continuiamo a lovvarci

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  3. Ce l'ho in lista d'attesa ma, siccome ho paura, vedrò prima qualche altra cosa e poi mi farò coraggio anche se, in cuor mio, sono convinto che il maestro non mi deluderà o, almeno, non tantissimo:D

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  4. Aspettati un film diretto bene ma che non aggiunge nulla di nuovo al panorama horror. Però c'è sempre Carpenter alla regia, la classe non è acqua.

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  5. Deludente, purtroppo, sotto troppi aspetti.
    Talmente banale e poco inquietante da non sembrare nemmeno di Carpenter.
    Non ho ancora visto Pro-life ma, cavolo, Cigarette Burns me lo sogno ancora di notte. Inquietudine e follia allo stato puro!!

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  6. Non sono d'accordo: è troppo banale e poco inquietante per essere un film di Carpenter ma non rispetto alla media. Ma la media se lo sogna un film diretto così. E' pur sempre un film su commissione e capisco la delusione (sono rimasto deluso anche io) ma è chiaro che una sceneggiatura come quella di Cigarette Burns capita raramente nella vita. I tempi di un Fuga da N.Y. (nome a caso) però sono drammaticamente lontani.

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  7. come ho scritto:un notevole e decente film horror,anche inquietante.Il finale non mi è piaciuto molto,pazienza
    Poi trovo folle da parte del pubblico di pretendere che uno faccia solo capolavori.I film medi sono importanti altro che

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  8. Infatti sembra che i buoni film (tra l'altro questo era su commissione) vengano criticati ancor di più dei film mediocri. Intanto in questa pellicola c'è tanto da imparare per chiunque.

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  9. The Ward potrebbe essere un buon film se lo avesse girato un regista semisconosciuto, ma dal maestro mi aspetto ben altro

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  10. Sarebbe vero se un regista fosse obbligato a girare solo ottimi film. Nessuno però può mantenere uno standard altissimo, questo per essere un film su commissione è buono.

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