"You Really Should See These" - Day 2: Cinema Distopico


Se ieri era la classifica dei 7 Slasher da vedere assolutamente, oggi cambio totalmente genere, anzi, ho deciso di parlare di un filone di cui non parla mai nessuno. Se infatti tutti sanno quali siano i migliori esempi di letteratura distopica, pochi si interessano al cinema dello stesso tipo. Parliamo della rappresentazioni di futuri bui privi di speranza, di mondi da incubo dominati da un potere (sociale e/o politico) prevaricatore. Film spesso inseriti in un contesto fantascientifico ma non necessariamente tale.

C'è da dire che i film appartenenti a questo filone sono tantissimi, alcuni brutti, altri molto belli, altri ancora capolavori. Inserire i 7 più rappresentativi è impossibile, quindi la descriminante nella scelta è a metà strada tra l'imprescindibile per capire il genere e il mio gusto personale. Ecco la mia classifica:


7) Fahrenheit 451 (1966)




Il film di François Truffaut non è di certo tra i miei preferiti. Nonostante ciò è uno dei film distopici per eccellenza, poichè trasposizione più o meno fedele dell'omonimo capolavoro distopico di Ray Bradbury.
Il film incarna tutte le caratteristiche del filone, rappresentando con lucida cattiveria un presente/futuro di sudditanza nei confronti dell'immagine (televisiva), lobotomizzatrice di cervelli, oppio dei popoli. Questa si contrappone alla parola scritta, alla negazione della letteratura vista come cura sociale e scintilla rivoltosa contro il potere dispotico.
Tra l'altro Fahrenheit 451 è la prima grande produzione internazionale del regista francese, una rara discesa nella fantascienza a cui fu concesso un budget enorme e, finalmente, l'uso del colore. 

6) Brazil (1985)


Questo film di Gilliam è la più alta rappresentazione distopica cinematografica, non tanto per qualità (non è un film che mi esalta particolarmente) quanto per atteggiamento. In esso viene infatti rappresentato un ordine burocratico che distrugge non solo tutto quel che non può essere regolamentato ma anche quel che sfugge alle catalogazioni. Il sogno si contrappone alla realtà da incubo che può portare o alla pazzia o alla morte, ma il sogno stesso si rivela pazzia, la diversità intollerabile, l'omologazione una virtù. Con cinismo e ironica cattiveria, Gilliam sostituisce la burocrazia a dio e i burocrati ai suoi sacerdoti, una lettura estremamente brillante della nostra realtà attuale. Forse il film è troppo lungo ma riesce nel suo compito.

5) Robocop (1987)



"Vivo o morto, tu verrai con me". Il film del bravo Paul Verhoeven è un action dai tocchi fantascientifici caciarone e cattivo. Però è anche un'amara riflessione sull'epoca contemporanea americana traslata in un futuro prossimo di degrado. Il potere è in mano alle multinazionali e alla criminalità, che spesso coincidono. Questo film rappresenta comunque il lato più violento, ironico e pungente del filone, apparentemente giocoso ma dotato di una verve amara e di un'anima malinconica come il suo personaggio.


4) Non Lasciarmi (Never Let Me Go, 2010)

 
Il film di Mark Romanek basato sul romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro è una dispotia molto più in linea con il presente attuale, forse l'ultimo esempio rappresentativo di questo filone, che abbandona (ma non del tutto) il problema comunicativo per affrontare quello scottante della clonazione. Un film estremamente doloroso che dipinge un futuro (che è presente, come in tutte le opere distopiche) senza speranza, appesantito dal grigiore di una quotidianità insostenibile. La caratteristica principale di questo film raccontato per la prima metà in flashback, è la sostanziale aderenza alla realtà. In tale contesto si dipana il dramma di un gruppo di bambini-ragazzi il cui destino è geneticamente scritto fin dalla loro nascita: sono pezzi di ricambio, nati per garantire l'apparente immortalità del genere umano. In un epoca dove la morale scientifica e medica è amorale, il bisogno di amare si sovrappone e identifica con quello di vivere. Ma, poichè di dispotia stiamo parlando, la realizzazione di tale desiderio si rivela fallimentare già nel momento stesso in cui viene espresso. Un'opera dolorosamente amara.



3) I figli degli uomini (Children of Men, 2006)


Il film del messicano Alfonso Cuarón è stato uno degli ultimi esempi di cinema distopico, basato sull'omonimo romanzo di Phyllis Dorothy James. Film originalissimo nell'idea di base ma sviluppato come un classico action thriller. 
Tutti i canoni del filone vengono rispettati: il mondo narrato nella pellicola è degradato, il potere oppressivo e le speranze inesistenti. Un "paese per vecchi", rappresentazione di un futuro senza futuro. Eppure il film di discosta da tanti altre pellicole distopiche: l'ambientazione post-nucleare e sostituita da quella geneticamente post apocalittica rappresentata dall'evento cataclismatico della sterilità di massa. La figura salvifica del "bambino" è completamente scomparsa ai danni di una realtà irrinnovabile. Proprio per questo la comparsa di un elemento messianico (una donna, dopo tanto tempo, è di nuovo in cinta) destabilizza l'ordine politico e sociale costituito. Un opera tecnicamente perfetta (il piano sequenza dell'ultima parte di film è da scuola di cinema) e incredibilmente viva. Da vedere assolutamente. 

2) Metropolis (1927)


Ancor prima che Orwell scrivesse il suo capolavoro distopico 1984, Friz Lang girò questo film che, oltre ad essere la prima distopia cinematografica della storia, è anche un capolavoro impressionista. Ovviamente parliamo di un'opera che contiene in nuce gli elementi del filone, un precursore di importanza fondamentale per tanti altre pellicole a venire.
Film diviso in tre atti, è una discesa negli inferi della civiltà industriale. La grandezza di un'opera come questa però sta soprattutto nella tecnica usata per girarlo: nonostante la sua età, infatti, presenta effetti visivi strabilianti, la capacità di creare mondi attraverso la manipolazione fotografica. In oltre è esempio perfetto della tecnica A Passo Uno, tipo di ripresa fotogramma per fotogramma. 
Cinema d'autore, muto, ma che dice tanto attraverso l'uso dell'immagine e dei metatesti che questa porta con se: ogni oggetto, ogni inquadratura, è simbolo di qualcos'altro, scivola verso l'ambiguità richiedendo un ruolo attivo (già da allora) dello spettatore. Ancora oggi è impressionante.

1) Arancia Meccanica (A Clockwork Orange, 1971)


Ok, sarà banale, sarà stra-citato, ma se 1984 è l'opera l'etteraria distopica per eccellenza, il film di Kubrick lo è dal punto di vista cinematografica. Tratto dal romanzo di Anthony Burgess, si distanzia da questo per pessimismo e cattiveria (il finale è quanto di più cupo sia mai stato realizzato nel cinema). Tecnicamente è perfetto e ha nel protagonista Malcolm McDowell l'incarnazione perfetta del giovane Alex DeLarge, il male a cui si contrappone un male ancora più grande, quello - appunto - distopico rappresentato dalla classe politica che nel proprio desiderio di onnipotenza si sostituisce a dio (meccanismo distopico per eccellenza) negando il libero arbitrio, l'unica caratteristiche in un mondo post-apocalittico che rende l'uomo ancora umano, nel bene e nel male. Qui stiamo parlando di capolavoro assoluto, do quindi per scontato che tutti l'abbiano visto. Eppure il primo posto non glielo poteva togliere nessuno.

Commenti

  1. E' stata dura, eh?
    Genere difficilissimo, con una filmografia sterminata.
    ma tu sei tanto bravo e hai scelto davvero delle pellicole rappresentative al massimo.
    Ti lovvo.

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  2. Sì, uno non dovrebbe mai essere sottoposto ad una simile violenza.

    Luv

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  3. Ottima pure questa, Franco! E poi, quant'è bello il termine distopia? Io lo userei sempre. Comunque, me ne mancano 3, e uno di questi è i figli degli uomini. L'hai messo prima di Non Lasciarmi? Roba che devo vedermelo all'istante, allora...

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  4. Uh, grazie. Sì, quel film è veramente bello, te lo consiglio. Però toglimi una curiosità, quali sono gli altri due film?

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  5. la distopia sicuramente fa parte del mio immaginario.Mi piacciono.
    Bella classifica,alcuni li ho visti altri li devo vedere.
    Tra i vari scrittori che trattano il tema di questa classifica c'è uno particolarmente fìghissimo:davide viganò!^_^ (immodesto e pirla sono!^_-)

    Brazil e Metropolis sono i miei preferiti

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  6. Metropolis è un capolavoro ma io ti consiglio di vedere quelli che non hai visto e di farmi sapere che ne pensi ;)

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