Musica del 2012? Sì, è uscita roba buona, ma nessuno la ascolta.


E' da un po' di tempo che non parlo di musica, quindi oggi voglio dedicare un post a questo argomento. Ovviamente non ho voglia di parlare della musica che si sente per radio o di quella che ci arriva tramite la tv, ma della musica che viaggia via web, di quei gioiellini nascosti di cui nessuno (o pochi) qui da noi sa niente.
C'è da dire che il mondo della musica underground, indipendente o comunque di nicchia è così vasto da far girare la testa all'ascoltatore, incluso quello accorto, quindi per parlarne seguirò due regole importanti, due confini da non varcare per evitare di complicare le cose: il primo, quello di mettere in evidenza solo le uscite ufficiali, il secondo quello di limitarmi ad opere di ques'ultimo anno (dalla fine del 2011 a questa estate del 2012). Non si tratta di nominare artisti sconosciuti ma quei musicisti/cantanti poco conosciuti in Italia o di cui si parla poco, ma anche di novità che conosciute o no sono all'inizio della loro carriera. 

Inizierei da Julia Holter, cantantautrice americana, polistrumentista e genio sconosciuto che esordisce nel 2011 con il disco Tragedy dimostrando una voglia di sperimentare poco comune che la allontana dalla forma-canzone tradizionale e le permette di addentrarsi nelle zone più oscure del suono e del cantato, con un'inquietante senzazione di fine che accompagna la sua voce poco comune. Nel 2012 è uscito il suo secondo disco, Ekstasy, che cambia (ma non di molto) le carte in tavola, accorciando il minutaggio dei brani, codificando la spinta creativa dell'artista e portando la sua musica in contesti più comprensibili e meno complicati, mantendendo comunque un appeal sperimentale. Questo è il brano di Ekstasy che preferisco, una ballata syntho-pop dal titolo Goddess Eyes II (che altri non è che il remix di Goddess Eyes, dal primo disco di Julia)



Ane Brun non è certo una novità, né una novizia. Il suo primo disco risale al 2003 (Spending Time with Morgan) ma di successo fuori dall'europa ne ha avuto davvero poco. In Italia è una signora nessuno ma per fortuna un certo Peter Gabriel, qualche hanno fa, l'ha notata ed è riuscito a farla notare al di fuori dei confini Svedesi e Norvegesi portandola in Inghilterra, in Germania e in Francia. 
La sua musica è d'atmosfera e fa molto affidamento sulla voce, così altera e in certi momenti metafisica. Le sonorità sono ipnotiche, liriche, affidate al piano o alla chitarra ma su cui spesso subentrano le percussioni. A volte il cantato così malinconico e lirico si fonde con rumori ambient che ne moltiplicano l'intensità. Il suo ultimo disco è It All Starts with One e ha debuttato in Inghilterra nell'Ottobre dello scorso anno. Questo è un assaggio del disco: Lifeline


Sarah Jaffe invece è un'altra artista giovanissima ma che ha già rivelato gran parte del proprio potenziale andando in tour con Norah Jones. E' una cantautrice texana che ha esordito nel 2008 con un EP (Even Born Again) e nel 2010 con il suo primo disco (Suburban Nature). Questo 2012 è uscita la sua ultima fatica, The Body Wins
Sarah è una cantante texana in tutto e per tutto. La sua musica passa da un country che racconta storie bruciate dal sole e bagnate dalle lacrime ad un rock alternativo ma melodico. Semplice, immediata e diretta. Per questo quando vira sull'elettronica tra pop e sinth sorprende e il colpo affonda duro e quasi crudele. Ma lei un po' crudele deve esserlo davvero, ascoltate questo brano per credere


Cambiamo genere e parliamo dei Poets Of The Fall. Loro sono conosciutissimi, vuoi perchè un brano del loro primo disco è stato usato come colonna sonora del videogioco Max Payne 2, vuoi perchè hanno vinto un MTV Europe Music Award come miglior band finlandese nel 2006. Però da noi, in radio, non passano mai. Il loro esordio (Signs of Life) è del 2005, il loro ultimo lavoro del 2012 e si intitola Temple Of Thought.
Il gruppo, capitanato dal cantante e frontman Marko Saaresto, suona un rock tipicamente nordico, alternando il metallo alla dolcezza delle melodie. Questa è Temple of Thought, dal loro ultimo lavoro


Adam Hurst è un violoncellista che esordisce nel 2005 con Passages e che quest'anno esce con Obscura. La sua musica è dolore, è il tramonto che oscura il cielo, sono i pensieri che si rincorrono e feriscono con una dolcezza disarmante che profuma di sale e oblio. Altro da dire su questo genio, da noi mai arrivato, non c'è. Si può solo ascoltare la sua musica 




Mike Hadreas, al secolo conosciuto come Perfume Genius, è un ragazzo di Seattle che ha esordito nel 2010 con il disco Learning. Il suo indi Rock è delicatissimo, posato ma dall'intensità rara. Perchè questo giovane artista ci mette tutto se stesso in quello che fa. Ci riesce benissimo, accompagnando la sua particolare voce al pianoforte e disarmando l'ascoltatore con uno stile minimale ma di grande impatto. Il suo secondo disco è uscito nel 2012 e si intitola Put Your Back N.2 It. Hood è il suo primo singolo, il cui video è stato censurato in un primo momento perchè ritenuto non adatto ai minori, essendo dichiaratamente ed esteticamente gay.

 

So che non rientra tra gli artisti esordienti/giovani/underground/poco conosciuti ma visto che qui da noi se ne parla pochissimo, nonostante faccia (ottimi) dischi dal lontano 1996 e in Italia ci sia venuto più volte, vorrei fare una menzione speciale a Matt Elliott, che in questo 2012 ha fatto uscire la sua ultima opera: The Broken Man, di cui do qui un assaggio









Commenti

  1. segnati,poi o li trovo o li richiedo al Mulo eh!^_^

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  2. mi piace tantissimo la voce di Anne Brun e la musica di Adma Hurts.... segno nelle cose "Momosamente da ascoltare" :3

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  3. Sono tutti artisti che meriterebbero molto più successo di quanto ne hanno avuto. Spero di aver procurato loro qualche nuovo fan. Grazie Momo

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