Il Sesto Senso (di M. Night Shyamalan, 1999)


Chi ha letto il post precedente, avrà capito che considero Il Sesto Senso un film "brutto". Ma forse brutto non è la parola adatta. Mettiamola così, allora: Il Sesto Senso di M. Night Shyamalan, film del 1999 con Bruce Willis e Haley Joel Osment come protagonisti, è un film malvagio. Ma non nel senso positivo del termine (sì, con me la parola "malvagio" acquisisce persino un significato positivo), ma secondo la declinazione negativa della parola. Il tutto parte da una mia idea di cinema secondo cui il rapporto tra regista e pubblico deve essere basato sul rispetto. Nel senso: se giri un film devi darmi gli strumenti per poterlo leggere. Persino un'opera come INLAND EMPIRE possiede in se tali caratteristiche. Attenzione però, parlo di strumenti atti alla lettura, non alla comprensione. Poi ognuno capisce quel che vuol capire, da la propria interpretazione, importanza e tutto il resto. Ecco, l'importante è non prendersi in giro: né deve farlo il regista, né tantomeno lo spettatore. 
Invece Il Sesto Senso è la più grande presa per il culo che la storia del cinema abbia mai conosciuto. Ma andiamo con ordine:

Lo psicologo infantile Malcolm Crowe ha in cura Cole, un bambino di 9 anni che afferma di essere perseguitato da spiriti di defunti. Nonostante inizialmente pensi che si tratti di un disturbo spichiatrico, il dottor Crowe alla fine dovrà scontrarsi con la dura realtà dei fatti: i fantasmi esistono e sono tra noi, e solo alcuni individui possono vederli e ascoltarli.

The Six Sense è il terzo film da regista dell'indiano/statunitense Night Shyamalan. Il suo primo grande successo nazionale e internazionale, a dirla tutta, un successo inaspettato per un film (come tutta la filmografia del regista, a dire il vero) percorso da forti implicazioni spiritistiche e religiose. Il ruolo del bambino messianico, l'aldilà come mondo parallelo al nostro in cui i defunti trovano pace, la casualità della provvidenza nel rivelarsi attraverso gli individui più inaspettati: questi sono solo alcuni degli argomenti di cui si parla nel film e che l'estetica da thriller soprannaturale maschera e nobilita, cinematograficamente parlando.
Perché quando parliamo de Il Sesto Senso parliamo di un thriller soprannaturale a tutti gli effetti, che gioca con le atmosfere, che punta sul mistero, che gioca con la suspance e stupisce lo spettatore attraverso il colpo di scena finale. Tutto perfetto, tutto secondo gli schemi prestabiliti se non fosse per il modo con cui si ottiene tutto questo. E in effetti quando punto il dito su 'sto film non lo faccio guardando alla forma, ma alla sostanza.



DA QUI IN POI TROVERETE NUMEROSI SPOILER COMPRESO IL FINALE DEL FILM. Se non lo avete visto vi consiglio di fermarvi, altrimetti fatti vostri, io vi ho avvertito.

Ne Il Sesto Senso il personaggio del dottor Crowe (interpretato da Bruce Willis) è in realtà uno spirito che come tutti gli altri cerca nel piccolo Cole un modo per risolvere alcune questioni lasciate in sospeso dalla prematura morte. Ecco, l'ho detto. Ma ve l'ho anticipato prima, il problema per me non è la sostanza bensì la forma. Perché noi spettatori guardiamo più di un'ora e mezza di film e poi scopriamo che niente di quel che abbiamo visto era come sembrava. Solo che per novantasette minuti non ci era stato dato uno straccio di indizio su come stavano veramente le cose. E qui subentra il discorso sul rispetto: non puoi disseminare indizi che portano a pensare una cosa e poi ribaltare la situazione solo per cogliermi di sopresa. Io non lo accetto. Non accetto che tu, regista, utilizzi la tecnica cinematografica per cogliermi in fallo. Durante il tuo racconto per immagini devi darmi la possibilità di pensare il contrario di quello che sto vedendo, altrimenti non giochi con me ma mi prendi solo per il culo.

E' vero, all'inizio vediamo un pazzo sparare a Willis nel bagno della sua camera da letto, ma se poi mi fai interagire il personaggio (che è morto) con sua moglie, con la mamma del bambino, la maestra e il parroco di quartiere (che sono vivi) allora devi trovarmi una spiegazione più convincente che non siano improbabili casualità che ti fanno comodo alla fine, quando devi tirare le somme del discorso. 
Tutto questo non per essere pignoli o per vendetta personale, ma perché io spettatore non posso subire qualcosa senza avere la possibilità di un confronto critico con quello che sto vedendo. Accettare quel che vedo solo perché "e così" e poi scoprire che si trattava tutto di uno scherzo. E non significa che voglio gli stumenti per capire come va a finire ma che voglio aver la possibilità di sbagliare e di leggere il film senza essere trattato come un pupazzo. 

A parte questo, parliamo di una pellicola che può essere guardata una, due, massimo tre volte. La prima la subisci, la seconda cerchi di comprendere il meccanismo dello "scherzo", la terza per avere un'idea generale del film una volta ottenuti tutti gli strumenti. Non siamo molto lontanti dal discorso che ho fatto l'altra volta sull'horror contemporane: spaventi telecomandati che puntano sull'effetto sorpresa. Il "bello" di The Six Sense sta proprio nel suo meccanismo, che lo si conosca o meno, ma oltre quello ci sono tematiche affrontate con superficialità (che ritroveremo meglio sviluppate in film addirittura peggiori, come Unbreakable - Il predestinato o Lady in the Water. Ma del resto siamo nel campo dell'opinabile e a ciascuno il suo. Per quanto riguarda me, che caddi come tanti altri nella trappola di sto film alla sua uscita e anche qualche tempo dopo, non salvo nulla, neanche la tanto osannata interpretazione del piccolo Haley Joel Osment che fa parecchio il filo a quella Danny Lloyd in Shining. In molti non saranno d'accordo con me, ma tant'è.


Commenti

  1. Non sono d'accordo con te, ma tant'è :)

    In realtà a me il film era piaciuto, come tanti ero caduto nel tranello del regista (ma c'è chi asserisce che il trucco era intuibile fin da subito). Però mai mi sono sentito raggirato, il regista usa un trucco e nel frattempo gira un film che io ho trovato più che godibile. Sul finale, rigira le carte, ci stupisce, ci gioca, ci regale un'emozione, ci prende in giro... chi lo sa? Però a me il film sembrava girare bene,

    Sono cascato nel trucco di M.N.S? Bene, meglio così, in caso contrario penso che la pellicola me la sarei goduta decisamente meno.

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    1. Ovviamente si tratta di gusti e opinioni personali, io continuo a pensare che un film del genere si prende gioco dello spettatore lasciandolo "fuori" e "usandolo" per ottenere un certo effetto. Se a qualcuno la cosa non da fastidio, magari se lo gode senza se e senza ma :)

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  2. A rivederlo però mi era parso che in realtà non ci fosse tutta quella interazione tra willis e gli altri,poi proprio ora colpo di genio!
    Per forza che c'è interazione,lui non sa che è morto e sopratutto il film è tutto una sua soggettiva di anima in pena che non si rende conto di essere schiattato.
    No dai questo è un filmone eh :-)

    la tragedia di sciamannadu è signs

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    1. Il fatto è che pur essendo una sua soggettiva i personaggi si comportano in maniera innaturale. Se fossi stato io al posto di Willis probabilmente ci sarei cascato anche io :D

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  3. Per me la piu' grande presa per il culo della storia del cinema e' stato The Blair Witch Project, come bieca operazione di pre viral marketing (riuscitissima,per carita') ma soprattutto come film.
    Questo Sesto Senso, pessimissimo,per carita', ha il limite di non riuscire nemmeno a coglierti alla sprovvista col finale (gia' usato e abusato)..perche' ci arrivi gia' spompato dalle interpretazioni, i dialoghi e dal prodotto imbastito da quella sega a gasolio di Shammannato.

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    1. TBWP punta comunque sul mokumentari, è proprio un tipo di operazione, nasce come finzione spacciata per reale. E a me colpisce ancora molto (in altre parole mi fa paura :P )

      Questo qui invece, oltre ad essere - secondo me - un brutto film si prende gioco dello spettatore a partire dalle meccaniche.

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    2. concordo Frank, a me fa paurissima eh...si,leone cane fifone si è ispirato a me !

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  4. In realtà il film colpisce ancora di più quando lo riguardi perchè ti accorgi che quelle che tu credevi interazioni non lo sono. Lui non parla mai con la moglie o con la madre, non lo sentono, le reazioni che hanno sono estranee a lui... per questo è un film splendido, gli indizi ci sono ma siamo abituati a una visione normale delle cose, è questo che ti frega. E per una volta è stato bello essere fregati!

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    1. Non concordo. Lui con la moglie ci parla, tra l'altro :D le interazioni ci sono e sono rese perfettamente, è questo il problema. Poi io di indizi non ne ho mai trovati (e giuro che l'ho guardato tante volte, un tempo lo adoravo questo film)

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    2. assolutamente d'accordo con lisa.
      vai a rivedertelo un'altra volta.
      gli indizi sono davvero evidenti e tutto è orchestrato alla perfezione, tanto che arrivi alla fine e pensi: come ho fatto a non capirlo prima?

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    3. L'avrò visto una ventina di volte, rimango convinto di quello che dico. Che poi lo spettatore navigato capisca le dinamiche è vero, ma il film vive in funzione di quel colpo di scena e tutto è orchestrato alla perfezione (verissimo) ma proprio per prendere in giro lo spettatore. La mia critica è proprio sull'orchestrazione del tutto.

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  5. Lui parla con la moglie, lei non gli risponde, ma tu sei portato a pensare che sia per un problema tra loro due. In realtà nulla di nulla fa presagire che il personaggio di Willis sia morto.
    E quindi sì, è un film furbetto che ti prende in giro.
    The Others, che è basato sullo stesso identico colpo di scena finale, invece lo fa con rispetto.

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    1. Ecco, The Others, che non è uno dei miei film preferiti, è tutta un'altra storia, altro che Scialacoso.

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    2. però non mi sento truffato,non mi sento preso in giro come con altre pellicole, ma io sto problema ce l'ho con l'abbondante uso di sentimentalismi,piuttosto che con la gente che vede i morti.
      Comunque mi hai dato l'idea per un post sul rapporto spettatore-industria cinematografica ^_^

      ciao e buona giornata eh

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  6. No gli indizi ci sono, ma sono ben nascosti per non rivelare nulla, ad esempio quando cerca di aprire la porta, quando cerca di prendere il borsellino della moglie e non ci riesce, quando la vede con un altro, quando io vidi per la prima volta il sesto senso l'ho indovinato subito che lui era uno spirito.

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    1. Su questo sono d'accordo: si capisce tutto ma solo perchè si tratta della solita storia trita e ritrita. Non concordo sugli indizi, visto che il comportamento dei personaggi è poco realistico e le dinamiche sono piegate proprio a quel colpo di scena finale. La mia critica è tutta lì: il colpo di scena non è funzionale ma è il film ad essere funzionale al colpo di scena.

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    2. ah ecco, ora ho capito meglio ^_^

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  7. Ok, io sono di quelle che come un bibino è rimasta scioccata alla rivelazione finale.
    Riguardandolo una seconda volta ho pensato: ma come strabelino ho fatto a non rendermi conto di nulla, quando mi stonava praticamente il 90% delle scene???

    Quindi anche io sono concorde nel definire questo film un validissimo esempio del genere e il capolavoro di Shyamalan. Dove per capolavoro intendo l'unico film in cui, paradossalmente, non mi sono né sentita presa per il c*** (come invece è successo a te) né defraudata dei soldi del biglietto.
    Per me l'apice lo tocca il rEgazzino (o era un adulto? Sto cancellando l'obbrobrio dalla memoria grazie a Dio!) che legge il futuro nelle scatole dei cereali nell'orrido Lady in the Water, ma anche il finale di Devil (prodotto, non dimentichiamolo, da Shiabadà) non scherza in quanto a fregatura!!

    P.S.
    The Others e, ancora peggio, Haute Tension funzionano più o meno nello stesso modo, soprattutto l'ultimo offre spiegazioni quantomeno assurde allo spettatore... ma anche lì, il colpo di scena mi ha talmente spiazzata che non ho avuto tempo di sentirmi fregata XD

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    1. The Others lo ricordo elegante e con diversi indizi, mai paraculo. Alta Tensione invece è l'esatto esempio di quello che penso sul cinema-trappola: basta quel finale a rovinare tutto il film (fino a quel momento salvabile)

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  8. Ragazzo mio fatti vedere parli come se fossi un critico cinematografico di alto livello...ho letto le prime tre righe e dopo che ho letto, considero, secondo me, per me etc. Ho capito che il tuo ego è enorme fatti vedere da uno bravo

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    1. Mi sembra ovvio: io esprimo un mio punto di vista (secondo me, per me etc.) il mio ego è enorme. E cosa dovrei pensare di chi arriva su un sito, offende ("fatti vedere da uno bravo") e non si firma nemmeno? :)

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