Perché uno non la smette mai di farsi del male. Eppure non poteva essere peggio dell'ultima cosa che ho visto, non avevo niente da fare e allora...
Dylan Dog - Il film, non è certamente quello che i fan si aspettavano. Non me lo aspettavo io, lettore di vecchia data del serial a fumetti tutto italiano ideato da Tiziano Sclavi ed edito dalla Bonelli. Ma vuoi per problemi di budget, vuoi per problemi di diritti (e vuoi che gli americani non rispettano mai le culture di altri paesi) questo film sull'indagatore dell'incubo ha poco o nulla a che fare con il Dylan Dog che tutti noi conosciamo.
Dylan Dog ha abbandonato il mestiere di indagatore dell'incubo e si è trasferito da Londra a New Orleans con il suo assistente Marcus. Dylan decide tuttavia di tornare ad indagare nel mondo del paranormale quando viene contattato da Elizabeth Ryan, che sostiene che il padre sia stato ucciso da un mostro.
Prima di tutto non ci troviamo più a Londra. Secondo non c'è Groucho, l'assistente storico di Dylan, ma un certo Marcus (Sam Huntington) prima umano e poi zombi. Iniziamo a storcere il naso ma non sono queste le uniche differenze tra film e cartaceo: nella pellicola Dylan porta sempre con se una pistola (che sul cartaceo originale si fa lanciare dal suo assistente), non impreca con il classico "giuda ballerino" (anche se, nel doppiaggio italiano, questa frase è stata aggiunta) e il suo maggiolone non è bianco ma nero. Ora, si tratta di cambiamenti spiegati con un cambio di prospettiva dello stesso personaggio: sono passati anni dal Dylan Dog che conosciamo noi, anni ed eventi, quindi le cose non possono essere come ce le ricordiamo. E torniamo sull'annale questione dei rifacimenti cinematografici: cambia il mezzo ma troppo spesso cambia anche la natura di quel che andiamo a guardare. Ci si aspetta per lo meno del rispetto quando vai a toccare roba altrui (roba che funziona, tra l'altro), ma si trattasse solo di questo potremmo anche chiudere un occhio.
Il realtà il vero problema è alla base: Dylan Dog - Il film è un pessimo prodotto. Il regista canadese Kevin Munroe, alla sua prima esperienza con attori in carne ed ossa, sembra l'ennesismo burattino in mano ai produttori americani, lavora su una sceneggiatura pessima e dirige un b-movie adolescenziale, privo di mordente, che fa il verso a film come Underworld, Twilight e simili. Ricorda molto il Constantine di Francis Lawrence ma è peggio, perché è girato male e basato sui soliti cliché. Quasi un lungo episodio di un mediocre telefilm. Non regge l'impassibile Brandon Routh nel ruolo del protagonista, non reggono neanche gli effetti speciali (trattasi di prodotto a basso costo) e alzi la mano chi non ha pensato a Voglia di Vincere assistendo alla trasformazione in licantropo di alcuni personaggi. Ancora peggio, tutto è prevedibile e quindi abbastanza noioso, con meccanismi ripetuti all'infinito e un "colpo di scena finale" imbarazzante per quanto intuibile. Niente, non si salva nulla da una mediocrità palese fin dai titoli di testa.
A nulla valgono i vari riferimenti, le citazioni e gli omaggi. Non servono a far cambiare idea ai fan e risulteranno abbastanza insensati per gli spettatori inconsapevoli (soprattutto quelli americani). Per lo meno il film non cerca di essere più di quello che in realtà è, questo si rivela un punto a suo favore. Non ha velleità di nessun tipo. Ma mi chiedo che senso abbia chiamare un prodotto di questo tipo "Dylan Dog". Probabilmente nessuno. Meglio voltar pagina e riguardarsi Dellamorte Dellamore (ricordandosi sempre che non si tratta di un rifacimento dell'indagatore dell'incubo ma di un altro personaggio e un'altra storia). Amen.
a mio avviso il massimo omaggio,indiretto,a dylan dog è dellamorte dellamore o viceversa.
RispondiEliminaIl problema non è tanto il distaccarsi,ma il saper manipolare la materia.E qui entra in gioco il ruolo decisivo di sceneggiatore e regista,qui invece si son fermati a una roba..ma vabbè lasciamo stare.
Già piove...
ciao
Beh, Dellamorte dellamore è un amaggio a un altro personaggio di Sclavi. Però la scelta di Everett la dice tutta anche sull'kmaggio "indiretto".
Eliminae allora dillo, che te le vai proprio a cercare, tu! :)
RispondiEliminaMasochismo cinematografico ;)
EliminaNCS, non ci siamo. E poi io a Dylan Dog voglio molto bene, se non sai misurarti con la materia non fare niente piuttosto!:/
RispondiEliminaIn fondo cimentarsi con "capolavori" per travisarne completamente il senso è cosa comune per certo tipo di cinema.
Eliminapura monnezza! e per uno che ha amato alla follia il fumetto la visione purtroppo era obbligatoria anche sapendo che ci si andava a fare del male!
RispondiEliminaMa non è nemmeno monnezza, è insulto, una puntata di Buffy senza una sceneggiatura decente lunga un'ora e mezza.
EliminaUna schifezza colossale, perfino peggio di Lords of Salem! ;)
RispondiEliminaBeh, almeno Lords of Salem è brutto, si fa notare per questo. Solo che in quel caso c'è il fattore "presa in giro" e quello "voglio essere quel che non sono". Il film in questione invece non vuole essere più di quello che è, il problema è che lo hanno chiamato Dylan Dog. Ma non è Dylan Dog e non lo sarà mai.
EliminaAllora:ho letto solo il titolo.Sto' gia' male per te.Ora vado a vedere se sei riuscito miracolosamente a non scadere nel turpiloquio becero sfondato. A dopo.
RispondiEliminaAh ecco: sei rimasto senza parole,fondamentalmente...
EliminaMa allora perche' parlarne!
Perché ci si può arrabbiare o esaltare ma si può anche solo rimanere basiti. E secondo me è persino peggio, quindi perché non dirlo? Questo film lascia basiti...
EliminaNo comment... ;)
RispondiEliminaSenza parole :D
Eliminadel film ho visto solo una decina di minuti qualche giorno fa, quando l'hanno trasmesso in tv!
RispondiEliminaho cambiato canale tra un sorriso e un "ma vafangul..."
E hai fatto bene. Che ste cose è meglio non guardarle, si risparmia tempo
EliminaOddio che brutto film mi hai ricordato ç_ç Ho premuto stop più volte in preda a crisi di nervi. Una distruzione vera e propria.
RispondiEliminaIl vero problema è che c'è di peggio. Comunque, se tutto va bene presto verrà prodotto un film sul nostro vero Dylan.
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