Colour from the Dark (di Ivan Zuccon, 2008)


Di Ivan Zuccon ho già parlato molto qui su Combinazione Casuale recensendo un paio di suoi film. Ivan Zuccon è l'ultimo baluardo del cinema di genere nostrano e, per questo, qui da noi è stato ripetutamente snobbato. In effetti noi riceviamo quel che ci meritiamo e quando arriva qualcuno in grado di fondere tradizione con respiro internazionale, noi facciamo finta che non esista. Così, mentre Dario Argento si becca finanziamenti pubblici, lui è costretto a girare con budget infimi per produzioni indipendenti. Ma questo è sempre il solito discorso, inutile ripeterlo all'infinito. Vorrei invece concentrarmi sulla recensione di Colour from the Dark, film del 2008 che si è meritato una breve parentesi in pochi cinema nostrani nel 2012, neanche fosse l'ultimo film horror girato in Sud America.

1940: durante la Seconda Guerra Mondiale, in un villaggio sulla pianura padana, Pietro e Lucia mandano avanti la loro fattoria con l'aiuto di Alice, sorella autistica di lei. Un giorno però l'acqua del loro pozzo viene contaminata da una strana presenza che inizia a possedere gli abitanti della fattoria a partire da Lucia. Da quel momento in poi sarà l'inferno in terra.

Ispirato a un racconto del solito H. P. Lovecraft (Colour from the Space) Colour from the Dark è il sesto film del regista savonese che si conferma l'unico vero erede del maestro Lucio Fulci. No, non mi sembra di esagerare. Se però Fulci aspirava a penetrare l'Altrove, Zuccon preferisce concentrarsi sugli effetti che l'Altrove ha sulla nostra realtà. Questo regista non indaga, non vuole capire cosa c'è dall'altra parte. Non vuole dare spiegazioni, si sofferma sugli effetti ma non ne ricerca le cause. Così la presenza che contamina l'acqua che bevono i protagonisti non ha un'origine, non si sa perché sia lì e cosa voglia. Persino la sua origine demoniaca viene messa in dubbio: è corruttrice, malsana e senziente ma non è il diavolo, non è legata al pantheon cristiano. Se nel racconto originale proviene dallo spazio, nel film giunge dalle profondità della terra: l'altrove e lì, sotto i nostri piedi ma si sottrae a qualsiasi tipo di indagine.


Le ispirazioni di Colour from the Dark sono molteplici. Non solo letterarie ma anche cinematografiche: il già citato Fulci, Romero, L'Esorcista di Friedkin ma anche Pupi Avati (di cui Ivan Zuccon è stato aiuto regista). Il film ha un appeal internazionale (attori stranieri che recitano in inglese inclusi) ma un'ambientazione nostrana. Il film fa fatica ad ingranare, dopo un ottimo inizio onirico bisogna aspettare una prima mezz'ora noiosa per godere appieno del suo stile visionario. E per spaventarsi. Questo conferma i soliti problemi in fase di scrittura dei film di Zuccon ma ribadisce ancora una volta la sua abilità dietro la macchina da presa: quando Zuccon può districarsi dai confini narrativi riesce a dar sfogo a tutta la visionarietà che lo contraddistingue. La coerenza narrativa non è il suo forte ma l'efficacia delle scene oniriche è indubbia e sopra la media. Anche il montaggio è perfetto, le atmosfere realmente inquietanti, sporche e malsane. Peccato per gli effetti speciali (digitali) scadenti - ma stiamo parlando di una produzione a bassissimo costo, difficile fare meglio con quel budget - mentre quelli artigianali sono incredibili. 

Ma allora com'è questo Colour from the Dark? Posso dare solo un giudizio personale: è bello ma con così tanti difetti che potrebbe scoraggiare lo spettatore medio. Però è bello e Ivan Zuccon è bravo, così bravo che meriterebbe più attenzioni e più soldi. E bisognerebbe che l'industria iniziasse ad educarlo questo famoso spettatore medio, altrimenti tutti gli sforzi resteranno inutili. Io intanto resto in attesa di vedere l'ultimo film del regista, Wrath of the Crows (2013), con aspettative altissime e tantissima fiducia.


Commenti

  1. Belle, bellissime parole!
    Purtroppo non ho visto nulla di questo regista, non perché non mi interessi, tutt'altro: è che ho un feroce problema con gli horror. Riesco a vedere solo storie di zombie e contaminati... Se c'è qualcosa di soprannaturale, religioso o demoniaco mi blocco. Prima o poi dovrò superare! :)
    La cosa assurda è che oggi i film di genere italiani non passano al cinema! Tu hai ragione quando dici che lo spettatore medio va educato. Possibile che un horror non debba avere una distribuzione capillare?
    Di Zuccon ho letto una recensione dettagliatissima a proposito di Bad Brains su noein.it (qui se ti interessa http://www.noein.it/?page_id=2142).

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    1. Grazie Veronica.
      Sì, lo spettatore va educato, altrimenti si trova di fronte un film senza effetti speciali elaborati, senza rallenty e senza tutto quello che piace alla massa e non lo capisce o non lo apprezza.

      La recensione di bad brains la trovi anche qui da me :P

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  2. Zuccon è quasi l'unica speranza italiana nel cinema di genere. E guarda come viene trattato. Film introvabili se non per vie traverse e risultati artistici al limite del disastroso. Però l'idea c'è e la passione, tanta, pure. Speriamo per il futuro.
    Io rimango dell'idea che il suo miglior film sia Nympha.

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    1. Io per comprare i suoi dvd ho fatto i salti mortali, in effetti. Zuccon è un mostro (in senso buono e tecnico) ma non fa il genere di film che piacciono ai produttori italiani. Nympha è davvero il suo miglior film, per ora.

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  3. Ho recuperato i film di Zuccon, ma non mi sono ancora cimentato. Ti farò sapere.

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    1. Fallo, anche non dovessero piacerti questo regista va conosciuto.

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  4. Zuccon è un grande regista.Punto. Ed è un delitto che faccia film in semiclandestinità....

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