Dylan Dog - Vittima degli Eventi (di Claudio Di Biagio, 2014)


Il made in Italy è morto. Ovviamente non è vero, non del tutto almeno. Eppure, se consideriamo come made in Italy quello che viene prodotto nel nostro paese e poi esportato nel resto del mondo, allora non siamo poi così lontani dalla verità. Perché - generalizzando - le aziende italiane non sono più italiane. Perché i prodotti italiani, in realtà, vengono prodotti in qualche altro posto che di certo non è l'Italia. Perché i produttori locali vengono spinti sempre più ad andarsene o ad abbandonare. Perché nel nostro paese, che si gloria ogni istante di un passato sempre più remoto, sembra non esserci più un futuro. E noi qui, in un limbo chiamato presente, da cui non sappiamo (e molto spesso non vogliamo) fuggire. 

Oramai sembra che abbiamo disimparato a provare. Che nascondersi dietro i nostri "no, non ci riesco" o i "no, non si può fare" sia diventato più facile che trovare una scusa. Certamente è difficile. Molto spesso è impossibile. Non siamo più tra gli anni '50 e i primi '80. quando se sbagliavi male che andava ti ritrovavi al punto di partenza. Le cose sono un po' cambiate. 
Ad esempio, provate voi ad aprire, oggi, una casa editrice. Non è certo come negli anni '40, quando Sergio Bonelli fondò la Sergio Bonelli Editore S.p.A.. E provate voi, oggi, a fare gli scrittori e a vivere del vostro lavoro. Peggio ancora, provate a fare il fumettista. Praticamente un suicidio. Eppure uno come Tiziano Sclavi a iniziato a muovere i propri passi nell'industria verso la seconda metà degli anni '70 e sapete quanto successo abbia ottenuto. Un successo premiato dai risultati qualitativi, non dimeno. Ma provate a fare quello che ha fatto lui adesso. Erano altri tempi, c'erano altre possibilità, non tantissime ma c'erano e chi ci sapeva fare riusciva a fare. E il made in Italy aveva ancora un senso. 


Attualmente però c'è chi tenta e lo fa quasi con amore. Non è ancora solo la necessità a guidare gli animi. A volte il massimo che si ottiene è un "bravo" o una pacca sulla spalla, però c'è ancora chi è tanto pazzo da provarci. Questo avviene anche in campo "artistico". Il self publishing è una realtà in tal senso, le auto-produzioni sono linfa vitale per arte e spettacolo, si mettono i soldi guadagnati con sudore, ci si affida alla pubblicità diretta, si ricorre a forme di crowdfunding. Perché le idee sono il motore della società. Ne parlai un bel po' di tempo fa qui quando accennai, tra le altre cose, ad un progetto interessantissimo che sembrava sul punto di naufragare: quello di tirar fuori un film che fosse qualcosa di più di una produzione di serie Z da uno dei made in Italy più cult della cultura italiana: Dylan Dog. Un fumetto che nessuno, qui da noi, ha avuto il coraggio di traslare sul grande schermo (no, Dellamorte Dellamore di Michele Soavi non è un film su Dylan Dog, bensì su un altro personaggio di Sclavi) ma che ci è stato "scippato" dagli americani che poi hanno tirato fuori sta vaccata qua. Finché non sono arrivati Claudio Di Biagio e Luca Vecchi (The Pills). Che hanno cercato sponsor, indetto una raccolta fondi e messo anima e corpo in un progetto che fosse il più vicino possibile al fumetto e ne rispettasse anima e corpo. E ci sono riusciti. Dopo tanti mesi ce l'hanno fatta. Così nasce il fan film (in realtà un mediometraggio) no-profit Vittima degli Eventi, presentato al Festival di Roma, poi qualche giorno fa al Lucca Comics e disponibile da un paio di giorni su YouTube

Devo ammettere che non sapevo cosa aspettarmi da Vittima degli Eventi. Non molto, a dire il vero, ma devo ammettere che ci speravo. Mi sono accostato al progetto con trepidante attesa, concedendomi alla visione con un pizzico di emozione. Emozione che mi è tornata indietro con gli interessi. Perché Vittima degli Eventi, pur non essendo un capolavoro, è un prodotto che merita davvero.


Sarà che c'è davvero Dylan Dog in questo film. Sarà che, al di là dell'ambientazione romana, si respira il fumetto e la cosa fa un certo effetto. Vibrazioni positive per un prodotto sincero e di qualità, a partire da una fotografia magnifica (ma davvero) che ci restituisce il sapore di una storia degna dell'indagatore dell'incubo. C'è persino quell'orrore straniante e lovecraftiano, il gotico contemporaneo sospeso in un tempo (e spazio) indefinito, la sensazione di un malessere inconfondibile. Il tutto rielaborato attraverso la nostra visione culturale con, in aggiunta, tutti quegli elementi tipici di personaggio e fumetto Bonelli. C'è il vero Dylan e il suo giuda ballerino, c'è il galeone e il clarinetto (preso in giro con incredibile maestria), c'è un Groucho sciocco e saggio e un commissario Bloch dagli occhi malinconici, per non parlare di un'inquietantissima Madame Trelkovski. E poi c'è il surreale, il comico, l'horror e la storia d'amore. Insomma, c'è tutto tranne Londra e il maggiolone (anzi no, c'è pure lui), ma ce ne faremo una ragione.


Devo dirlo, Di Biagio è un bravo regista e Vecchi ha scritto una storia interessante in maniera esemplare e si è dimostrato un ottimo Groucho. In più hanno coinvolto nell'operazione due professionisti d'esperienza come Alessandro Haber e Milena Vukotic. E funzionano, tutti quanti. A meraviglia. Forse un po' meno Valerio Di Benedetto, un Dylan Dog tenebroso che a me ricorda troppo Riccardo Scamarcio (di faccia) per poterlo prendere sul serio. E se proprio dovessi trovare un difetto, quella cosa che mi ha fatto storcere il naso, direi quell'accondiscendenza voluta e cercata di Dylan a immergersi nel soprannaturale. Perché lui è uno scettico che alla fine si ritrova a tu per tu con il paranormale e lo accetta, lo affronta. Lui è un malinconico che ci prova ma non riesce a smettere di sperare. In Vittima degli Eventi, invece, le pratiche ancestrali sembra facciano parte del quotidiano (al passato) del nostro. Quasi si trattasse di un Costantine qualunque. 

Di contro, almeno tre momenti da manuale: l'inizio, la scena in libreria e il finale. Solo quelle valgono la visione e mi fanno soprassedere su quei (pochi) momenti morti. E sarò anche di parte, ma il risultato finale di questo progetto l'ho trovato sopra la media. Magari si potesse fare di più, magari si potesse andare avanti e trasformare il tutto in un film vero e proprio o (ancora meglio) in una serie. Intanto ringrazio Claudio Di Biagio e Luca Vecchi, che ci hanno provato e ci sono riusciti. Con l'aiuto del loro pubblico. 

Viva il made in Italy, quello delle idee.


Commenti

  1. (OHI!! Vè che C'E' il maggioloneee!!)

    La mia l'ho già detta a caldo e a freddo in Corsia e sotto altre rece. Sono felicissimo che Luca Vecchi abbia tirato su 30mila sterle e gente in gambissima (per me il peggiore tra tutti,a risultato completo, è il Biagio, pensa te) per poterSI e poterCI regalare la sua alta opinione del Fumetto Italiano Pop per eccellenza. Si è potuto permettere di fagocitarsi intero il personaggio Groucho per farne il suo personalissimo Punck Cosplay e fare metacritica scoppiettate & lisergica...E ha anche ricordato a tutti cosa si può fare IN ITALIA col talento quello VERO e soldi ZERO

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    1. Mi sono perso il maggiolone, non ci credo...

      C'hai ragione. Infatti si tratta di un Vecchi che interpreta un Groucho che non è Groucho ma che ci regala due perle: la scena dello strumento e quello in cui paragone gli adattamenti cinematografici di Sherlock Holmes a quelli di Dylan.
      Però ho apprezzato anche le scelte stilistiche di di Biagio, quelle puramente tecniche, mentre non ho apprezzato molto quel vestire d'abiti non suoi il Dog. perché Dylan NON CREDE nel paranormale. Semplicemente non lo rifiuta. Quindi mi hanno snaturalizzato il personaggio. Ma va bene, capisco che Vecchi abbia voluto "farlo suo".

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    2. Nel vicolo, subito dopo la Seduta Spiritica ;)

      Io l'ho visto accanto ad una Devotissima, collezionista dal N°1 (e tale e quale è anche il Doc Massis), da non-fan del fumetto e mi ha emozionato, devo dire. Una trasposizione appassionata, coscienziosa e capace. Roba da fare invidia alla marvel, per non parlare delle trasposizioni fumettiche d'oltralpe. Già alla seconda visione snudava i peccatucci.ma è di sicuro impatto .. E POI T:R:E:N:T:A:M:I:L:A. Nel settore audiovisivo italiano per quella cifra non ci si alzava nemmeno dal letto, fino a poco tempo fa...

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  2. Azz, è vero, Mega gaffe, correggo subito. Comunque sì, per quella cifra sto mediometraggio è un mezzo miracolo.

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  3. Ho sempre ritenuto youtube, specie negli ultimi anni, come uno dei grandi mali del mondo. Però vedo che tutti dicono meraviglie di questo mediometraggio, quindi dovrò assolutamente vederlo!

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    1. Vedilo, non è il film che cambierà la situazione in italia, è un omaggio e la visione di due uomini che hanno curato e realizzato un processo con amore e professionalità, facendolo riuscire benissimo.

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    2. Infatti lo farò. Di Biagio è uno dei pochi youtuber che non detesto, quindi dovrò dargli fiducia.

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  4. lo dico? lo dico... a me sinceramente non e' piaciuto, probabilmente perché' non sono un fan del fumetto... girato molto bene, a me e' piaciuta solo la fotografia, notevolmente molto accurata.

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    1. Essere fan di DD aiuta sicuramente...Ma non e' assolutamente una condizione necessaria (come nel mio caso) per apprezzare un prodotto,la sua genesi e la sua resa.. ;)

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  5. Ne parlano tutti bene, un giretto mi sa che ce lo faccio anch'io :)

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    1. Fai benissimo. Questo è il made in Italy che dovremmo appoggiare

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  6. Tolto l'accento romano, un grande Dylan e, finalmente, un bell'omaggio italiano ad una nostra gloria nazionale. Spero che Di Biagio & Co. aprano una strada per gente che avrà il coraggio di seguirla!

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    1. A me l'accento romano non ha dato nemmeno così fastidio, alla fine il budget era quello che era :)

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