I Social Network, i Blogger, gli Youtuber e la Realtà 2.0: uno sfogo


INTRODUZIONE

Questo sarà un post bello lungo e penso che in pochi lo leggeranno o, almeno, lo leggeranno tutto. Più che altro si tratta di uno sfogo, non mi sono preparato nulla, andrò a ruota libera mettendo su foglio elettronico quello che penso e sento da un po' di tempo a questa parte. Per facilitare questa lettura disorganica, tenterò di organizzarla in paragrafi strutturati, ma solo dopo aver scritto, per non perdere di naturalezza. Se vorrete leggere e esprimere il vostro parere sull'argomento ben venga, cliccate su "continua a leggere". Altrimenti arrivederci al prossimo post "normale".


I SOCIAL NETWORK, FACEBOOK E LA REALTA' 2.0

Qualche giorno fa mi è venuta voglia di riguardarmi The Social Network, uno di quei film di David Fincher che io definisco thriller atipico, ovvero in cui la struttura del thriller viene utilizzata per tutt'altro genere. in questo caso un ibrido tra il biopic e giudiziario, dando risultati inaspettati. Eppure, riguardando questo film per la prima volta dopo molti anni (la prima è stata nel 2010, l'anno di uscita), mi sono accorto non solo di non averlo mai recensito quanto, soprattutto, di come le cose siano cambiate.
Se non sbaglio è stato nella recensione di Unfriended che ho parlato della realtà 2.0 e di come reale e virtuale si stiano lentamente confondendo, amalgamando, mischiando. Di come il virtuale si stia lentamente sostituendo al reale nella vita di ogni giorno. E' stato poi in Ex Machina che ho accennato ad un futuro in cui l'artificiale prenderà lentamente il sopravvento, fenomeno che credo sia già in atto: è ormai chiaro che la realtà social si è rivelata una realtà artificiale esplosa definitivamente con il fenomeno Facebook. Specifico definitivamente perché Facebook, nonostante quel che possa pensare la gente nata tra il 2000 e i giorni nostri, non è stato il primo esempio di social network. Prima ci sono state le mailing list, i forum, le chat, i C6 e gli MSN (poi divenuto Windows) Messanger vari. Poi fu il tempo di Friendster e infine di My Space, rispettivamente il primo social vero e proprio e il primo social di massa. Una diffusione che ovviamente coincise con l'espandersi della banda larga, delle connessioni ADSL, del motto "un computer in ogni casa" e così via. In ogni caso questo modo social di vivere il web era limitato perché i social, in realtà, non venivano usati per comunicare - quello è avvenuto dopo - ma per altri scopi: farsi conoscere come artista da un pubblico più ampio, scaricare musica (chi si ricorda della chat di Napster?), partecipare a forum con argomenti ben precisi, comunicare con persone che già conoscevamo. La comunicazione per se stessa, estemporanea, tra estranei di città, paesi o mondi diversi, arriva solo dopo, anni dopo persino la nascita di Facebook, che fu creato con lo scopo di far comunicare (e scopare, ammettiamolo) gente all'interno dei vari micromondi universitari. 


Eppure, dicevo, riguardando The Social Network mi sono reso conto di quanto le cose siano cambiate. Nel film una tizia recita una battuta che dice pressappoco "è così figo che vado su Facebook persino cinque volte al giorno". Una frase che adesso farebbe un gran bel ridere considerando che l'attuale utente non va più su Facebook, ma ci vive in simbiosi attraverso tablet, smartphone, app. Il social network è diventato sempre aperto, parte fondamentale del quotidiano di ognuno, a livelli diversi (certo), in modi diversi. Non siamo più noi che entriamo in Facebook ma è Facebook che entra nelle nostre vite tra notifiche, messaggi, giochi e inviti ad eventi. E nel momento stesso in cui è successa una cosa del genere, noi siamo entrati nell'era della "realtà 2.0".

I SOCIAL, YOUTUBE E LA COMUNICAZIONE SEMPLIFICATA

Ormai di social network ce ne sono un'infinità. Facebook, Twitter, Google + (che però utilizzano gli "addetti ai lavori"), ask.fmLinkedln (che è qualcosa di leggermente diverso), Friendster, Netlog, Youtube. Solo per fare pochi nomi. La nostra vita sociale è sulla rete e, se non lo è, finisce sulla rete. I social hanno cambiato il modo di comunicare e sono cambiati in base al modo di comunicare, perché se prima la comunicazione era soprattutto scritta, "grafica", adesso è audio/video. Pensiamoci bene: all'origine c'erano gli SMS. Si scriveva per comunicare. Un tipo di scrittura che si è involuta evoluta in nome del risparmio, poi dell'immediatezza quando i costi "a carattere" sono scomparsi. Su Facebook si scrivono post con un numero limitato di caratteri, su Twitter non ne parliamo. Lentamente il costringere qualcuno a scrivere o a leggere è divenuto un atto di prepotenza. Quando mi capita di discorrere di un qualsiasi argomento su FB e critico la superficialità con cui viene affrontato mi sento rispondere "eh, ma cosa ti aspetti, FB non è il posto giusto in cui approfondire determinate tematiche". Beh, io non credo sia vero. Credo piuttosto che gli utenti FB (non tutti, ovvio) non siano i più adatti ad affrontare determinate tematiche quando sono su FB. Troppo faticoso scrivere, troppo faticoso leggere post o commenti lunghi. Gli hashtag, che nascono come "contenitori" di argomenti, sono divenuti la sintesi estrema di questo tipo di comunicazione, così come le immagini e i video. Abbiamo disimparato a leggere e a scrivere. Prima su whatsapp si scrivevano messaggi, adesso si preferisce mandare messaggi audio. Youtube impera e quasi nessuno si sforza di leggere le descrizioni sotto i video. Si commenta (e quindi si scrive) non per discutere ma per imporre il proprio punto di vista. Esce un film come Unfriended e la critica che gli si fa non è sulla forma o sui contenuti (che sarebbe sacrosanto) ma sul fatto che si è costretti a leggere qualcosa sullo schermo. E a questo punto mi sembra il caso di affrontare un altro argomento strettamente legato a questa mia convinzione: la morte del blog e la consacrazione del vlog.


IL WEB: LEGGERE E' FATICOSO

La rete è (era?) il luogo dell'informazione libera. Certo, un tipo di informazione confusionaria in un posto dove chiunque può dire la propria e che quindi ti impone una certa consapevolezza intellettuale: scremare il cioccolato dalla merda, cercare le fonti, porsi in maniera attiva nei confronti di quel post, quell'articolo, quel sito o quell'autore. Un tipo di informazione non più "generalista" ma settoriale, con quel blog sul cinema e quel canale sui fumetti, quel forum sui libri o quel sito sulla cucina thailandese. Epperò l'informazione era per lo più scritta e quindi comportava che qualcuno la scrivesse e qualcun'altro la leggesse. Inutile prendersi in giro: in questo caso è necessario che chi scrive sappia scrivere e chi legge sappia (cosa non così scontata) leggere. Poi, a un certo punto, questo sistema comunicativo è andato in crisi per i motivi di cui sopra, perché leggere è diventato troppo faticoso, chi sa scrivere si conta sulle dita di una mano e allora vai di figure e di foto, vai di voti, vai di sintesi o di PRO e CONTRO. Intanto la crisi ha portato alla ribalta un nuovo modo di comunicare, quello dei video. 

YOUTUBE: YOUTUBER ERGO SUM. PERCHE'?

Youtube impera. gli youtuber sono i nuovi comunicatori. Prima sul tubo si andava per ascoltare musica, per recuperare trasmissioni televisive, vecchi film, nuovi talenti o soltanto per mettere il proprio video personale, una ripresa col cellulare, quello della prima comunione. Ora invece su Youtube si fa intrattenimento e gli youtuber sono diventati intrattenitori. Non sono contrario alla cosa, sia chiaro, penso anzi che sul tubo ci sia tanta gente di valore che comunica qualcosa, che offre servizi. Io stesso ho un canale Youtube che aggiorno ogni morte di papa e in cui non compaio personalmente ma che mi permette di fare cose che sul blog non potrei fare. Questa piattaforma offre inoltre la possibilità di crearsi un lavoro, creare guadagni, creare possibilità. Meglio della TV. Stimo personaggi che seguo come Dario Moccia, i The Pills, Frusciante, CineFollie, Claudio Di Biagio (quello di Dylan Dog - Vttima degli eventi), Scottecs, iPantellas o i The Jackal. Ci sono personaggi che stimo meno ma che hanno avuto il coraggio di farsi da se e crearsi "successo" e reddito senza il classico calcio nel culo all'italiana, gente come Yotobi insomma o Frank Matano, Dellimellow o Dexter. Persone che si preparano, girano, montano. Che devono combattere contro i temi più di moda o la pigrizia degli utente che un video di mezz'ora non lo vuole guardare. Ripeto e voglio che sia chiaro: non critico queste persone, i personaggi o il mondo di YT. Critico chi vive in questa realtà 2.0, critico amici, critico me stesso. Perché nel mondo della comunicazione semplificata dove nessuno legge e tutti voglio "tutto e subito" c'è sempre meno spazio. Perché se mi critichi quel libro, quell'autore, quel film o quel fumetto io vengo da te e ti offendo anche se ho letto solo il titolo. Perché le cose importanti - gli argomenti importanti - non contano quanto il nuovo gioco uscito. Perché la rete è libera e io ti offendo o perché non so scrivere in italiano corretto ma chissene, scrivo lo stesso. Perché tutti, armati di telefono o videocamera, si sentono in diritto di fare video senza preparazione alcuna o perché vige la regola "parlo dell'argomento che va più di moda", anche senza passione. In cui il mondo dei blogger va a puttane, Perché in Italia il "blogger" non è una professione e lo youtuber sì? Perché bisogna scrivere post non troppo lunghi "altrimenti non ti leggo"? Perché tira più una foto di un carro di buoi o perché scrittori validissimi devono auto-prodursi e farsi un mazzo così mentre il libro di Francesco Sole diventa un bestseller? Perché diventa sempre più difficile vivere delle proprie passioni? 


LA MORTE DEI BLOGGER

Esistono blogger validissimi che rimangono di nicchia, che raccimolano visualizzazioni, che hanno davvero qualcosa da dire e le dicono in modo perfetto. Basta guardare i blog utili segnalati qui su Combinazione Casuale. Basta andare a farsi un giro su quello di Elvezio Sciallis, solo per fare un nome. Eppure pochi, pochissimi, forse nessuno si ritrova con centinaia di migliaia di visualizzazioni su di un post, mentre il più scarso tra gli youtuber se ne ritrova centinaia per un videoacquisti dimmerda. Alzi la mano quel blogger che sì, ha fatto della sua passione una professione (no, i fashion blogger non contano) e esponga la sua esperienza. E voglio specificare che non sto affatto parlando di me o del mio piccolo spazio, troppo piccolo e scarso per poter rientrare in quanto detto poco più su (e se pure diventassi uno youtuber non mi cagherebbe nessuno). Il mondo del blogging è morto come è morta l'editoria italiana. I tempi cambiano, è evidente, ma i corsi e ricorsi storici ci permettono di riflettere su questi cambiamenti. Tanti anni fa, quando la realtà dei blog espose, si poteva fare un discorso simile paragonando il fenomeno allo status quo dell'editoria, della critica e dell'intrattenimento "tradizionale".

CONCLUSIONE: LA MIA PAURA

Quel che mi preoccupa veramente però è altro. Quel che mi preoccupa davvero è che questa comunicazione semplificata sta ingolosendo il sistema, che la rete libera, con tutte le sue potenzialità, sta attirando gente che con i suoi progetti creati a tavolino cerca di imporsi lì dove ad avere successo è chi si fa la sua gavetta, a volte scendendo a compromessi ma senza "spinte". La mia paura è che questi tentativi di limitare la libertà del web portino all'instaurarsi di un'oligarchia telematica. A quel punto nella realtà 2.0 si instaurerebbe una dittatura invisibile e subdola. E sarebbero veramente guai. Altro che Matrix.

Commenti

  1. Riflessione molto profonda e sentita che, in parte, condivido, ma sento che devo ancora metabolizzarla del tutto prima di dare un parere specifico.
    Anche perché quello di Youtube è un mondo che odio e meno ne faccio parte, meglio è.

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    1. Ti dirò la verità, io su Youtube andavo solo a guardare i video, poi ho cominciato a guardare le preview dei giochi, poi con i The Pills, iPantellas e i The Jackal ho comicnaito a guardare comici e commedianti. Seguivo già Frusciante per quanto riguarda il cinema (alcuni di questi nomi non li ho fatti nel post, dovrei correggere) e da quando ho ricominciato a leggere fumetti ho scoperto qualche altro youtuber. Detto questo, anche io odio questo mondo ma, come in tutte le realtà, c'è gente che vale veramente.

      Se poi ti andrà, sarei curioso di sapere cosa condividi e cosa no :)

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  2. Io ho letto tutto, e molto volentieri.
    Condivido tutto ovviamente.
    Anzi no, una cosa no, è vero che il miglior blog non ha i numeri del peggior youtuber, ma è anche vero che molti blog in questi anni sono cresciuti.
    Quindi restiamo invisibili, ma non stiamo morendo.
    Spero.

    Ah, anche io con Youtube zero assoluto, se non era per i Peri Patetici credo che non l'avrei mai utilizzato.
    E ma i visto uno youtuber in vita mia, se non per sbaglio e sporadicamente.

    A ognuno il suo

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    1. Io ultimamente ho visto blog chiudere e grandi blogger postare sempre meno. Per me questa è la morte del blogging. Poi ci siamo noi, anzi, ci siete voi che continuate e lo fate alla grande e questo mi fa sempre sperare.

      Guarda, io ne guardo e a volte li invidio pure, non tanto per il loro essere "famosi" o per i loro guadagni quanto per la loro capacità di mettersi in gioco e di metterci la faccia. Io poi non sono bravo a vendermi (nel senso buono del termine) e invidio anche questo. Ovviamente parlo di quelli bravi e quelli che hanno qualcosa da dire. Ecco, io loro li consiglio. Poi c'è tutto un sottobosco che mi ricorda tanto l'esplosione del blogging qualche anno fa, il periodo in cui tutti avevano un blog, il periodo di splinder o come si chiamava. Corsi e ricorsi storici.

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    2. Ah, ma quello certo Frank, ne chiudono moltissimi e tanti si "afflosciano". Volevo solo dire però che se uno ha passione, non demorde e ci crede il blogging non è morto, e puoi solo crescere. Certo che se uno guarda le visite e inizia a deprimersi poi non va più avanti. Insomma, spazio per la crescita dei blog c'è, eccome, ma costa una fatica immensa acquistare credibilità, letture, "amicizie". A me del blogging, ma lo saprai, non piace l'ipocrisia di alcuni premi che fanno diventare il cazzo duro a tutti, che fanno credere per un mese che noi stiamo tutti dalla stessa parte ma che in realtà servono a pochissimo. Mi ricordo che anni fa avevo un progetto di un vero modo per aiutarsi tutti insieme e ricordo che tu fosti anche uno di quelli (pochi) che lo appoggiò.
      A me sembra un mondo di invidie, di commenti tanto per, di quid pro quod e basta.
      Io commento poco ma se lo faccio, lo sai, è perchè ho letto di che si parla (post) e provo brevemente a dire la mia.
      Comunque ste dinamiche ci sono dapertutto, su youtube ancora peggio credo.

      Quindi io tratto il blog come fosse la mia vera vita, nel senso che ci metto dentro tutto me stesso ed interagisco con l'esntusiamo che metterei dal "vivo".

      Sul discorso che fai su youtube assolutamente, ci saranno centinaia di ragazzi meritevoli e, hai ragione, hanno coraggio.
      E' solo una fruizione che ancora non mi ha mai preso.

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    3. Credo che uno dei problemi del mondo dei blogger sia che si chiude in se stesso. Se notiamo gli autori dei commenti in un blog sono quasi sempre altri blogger. Ci leggiamo e commentiamo tra noi. E la cosa è anche giusta, ogni volta che leggo un post in altri blog come minimo o scopro nuovi film oppure nuove letture di un film già visto. Ma vuoi mettere la felicità che provo quando a commentare è qualcuno di passaggio, che un blog non lo ha mai avuto e che semplicemente lascia un parere?

      Per il resto di eventi tra blogger ce ne sono stati, anche io ho partecipato e sono stati begli eventi. E ricordo quando anche tu avesti una bella idea per un progetto.

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    4. Quegli eventi sono ottimi, mi dispiace non averci mai partecipato ma sono ottimi. Anche se, e qui torniamo a quello che dici, poi il 90% di chi commenta quegli eventi sono i blogger tra loro...
      Molti poi commentano in certi blog solo in quell'occasione.

      Mi riferivo più ai premi, che sono anche un'ottima idea eh, ma che alla fine non hanno alcun senso. Ogni anno lo stesso premia gli stessi, ci ringraziamo, siamo belli e si va avanti.
      Ma perchè non premiare allora SOLO piccoli blog sconosciuti?

      io con le rubriche nel mio blog ho provato a dare un minimo di visibilità ad altri che ne avevano pochissima, queste secondo me sono collaborazioni che possono essere virtuose.

      Io ho una grande fortuna, ho tanti (tanti, diciamo tanti percentualmente) "puri" lettori, non blogger.
      Forse a prescindere dal blog, se gli piace o no, se faccio qualcosa di bvuono o no, apprezzano quel farli sentire amici, a casa. Che bello parlare di cinema, questo ci manca. Se abbiamo un blog secondo me dobbiamo mettere lo stesso impegno che mettiamo nello scrivere anche nel rispondere.
      Perchè alla fine tutti amiamo essere commentati

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    5. Quello dei premi è un problema che non mi pongo. Guarda, sono stato fuori dal "giro" proprio quando sono piovuti all'inizio dell'anno e me li sono scansati quasi tutti. Comunque, non mi ricordo male, ma c'era un premio da dare ai piccoli blog con pochi "seguaci", se non sbaglio meno di 100. Se ne potrebbe fare uno in cui ogni blogger cita quei piccoli blog che segue ma magari sono appena nati e in pochi conoscono. Non solo di cinema o almeno, io non seguo solo blog di cinema.

      Per quanto riguarda i commenti hai ragione. Io ad esempio ci riesco poco, non so come mai ma noto un'involuzione nel mio linguaggio quando rispondo ai commenti. Anche quando mi piace farlo. Poi sono il primo a leggere molto ma a commentare poco. Sono asociale, non ci posso fare niente :P

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    6. Non è vero, tu anche se ripsondi con una riga dimostri di aver letto.
      E, alla fine, basterebbe anche solo quello...

      Sì, ottima idea, potremmo pensarci di mettere su un premio così Frank ;)

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  3. tl;dr
    No, a parte gli scherzi amigo, ho letto tutto il tuo intervento e lo trovo parecchio in linea con il mio pensiero. Io capisco che molta gente sia impegnata e, una volta a casa, non abbia voglia di leggere righe e righe di testo, anche se il pensiero mi mortifica. Un video è certamente più rapido e impegna meno. Il problema, aldilà che l'utente medio stia diventando più o meno pigro, è proprio la qualità dei contenuti che vanno per la maggiore. Io a volte guardo video su Youtube per puro spirito critico, ovviamente videorecensioni, e nel giro di 5 minuti mi ritrovo a picchiare il muro dal nervoso. Ecco perché ho deciso bellamente di fottermene e di tirare dritto per la mia strada, col mio blog semisconosciuto che fa a fatica 30 visite al giorno ma che almeno porto avanti con passione e soprattutto fuori da qualsiasi logica di mercato. Non critico chi guadagna coi video, anzi, sotto sotto sono pure invidioso. Avevo pure in progetto di realizzare dei brevi video commento, molto spartani, sin dal lontano 2009 (spero di riuscirci, prima o poi, per levarmi il dente). Ho perso il treno in corsa e ora li fanno tutti, tranne io. Ne sono quasi contento, perché piuttosto che fare la marchetta per racimolare views preferisco rimanere nel semianonimato, con la coscienza pulita.
    A presto! :)

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    1. C'è da dire che tutti noi scriviamo nel blog con lo scopo di essere letti. Non è una cosa brutta, anzi, è ovvia: vogliamo arrivare a più gente possibile. Poi l'ho sempre detto: io continuerei a scrivere finché la passione mi spinge a farlo e fino a che vedrò che anche una sola persona mi segue.

      Non mi sembra così scusabile invece la non voglia di leggere. Perché dai, non vedo dove sia il problema a spendere 10 minuti per qualcosa che TU utente hai cercato on-line. Ma questa pigrizia l'ho riscontrata anche sul tubo: ogni tanto mi leggo i commenti delle persone, nonostante la cosa mi deprima, e noto che tutti vogliono dire la loro e poi nessuno vuole leggere le risposte ricevute. Certe volte neanche si prendono la briga di leggere le descrizioni sotto i video. Sinceramente mi sembra assurdo.

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    2. Death, la tua umiltà e quasi "tenerezza" nel citare quelle 30 visite mi ha davvero colpito.
      Sono venuto a vedere e complimenti, non ho ancora letto nulla ma per film, volume e impostazione è evidentissima una certa competenza e una voglia di fare, di perderci nel tempo nelle cose.
      Sperando di poterti leggere più che posso ti faccio un in bocca al lupo.
      Non demordere mai, scrivi per te sperando che non sia solo per te, sempre.
      Intanto ti metto in blogroll (e non devi farlo anche tu, come dicevo qua sopra odio certe dinamiche)

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    3. @Frank
      Certo, assolutamente a me fa piacere l'idea di diffondere il mio pensiero, anche se il mio blog ha più che altro una funzione catartica su di me. Riguardo la pigrizia, non la scuso. Diciamo che la "comprendo" e mi devasta allo stesso tempo... sono tempi veramente difficili, c'è un'ignoranza di ritorno ai massimi storici, a mio parere. Nel nostro piccolo, anche solo cercando di esprimerci con una sintassi corretta, facciamo qualcosa di positivo per il web e chi lo popola...

      @Caden
      Grazie mille per le bellissime parole! Se non avessi un nickname da duro (:D) giuro che avrei confessato di essermi quasi commosso!
      Aggiungo subito ai miei link il tuo blog cinematografico, per me è un piacere!

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    4. Dai, possiamo dirci di esserci trovati per combinazione casuale ;)

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  4. Quando un argomento è interessante lo leggo tutto, come oggi, appoggio il tuo pensiero sulla realtà 2.0, comunque su facebook non ci vado spesso, twitter non mi piace, su youtube vedo solo trailer, musica e scene di film e basta, youtuber mai visto e adesso che ho aperto un blog spero non muoia anche se rimango invisibile

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    1. Un blog lo porta avanti la passione, fidati. Lo so per certo io che sono tre anni che sono qui e sono stato spesso sul punto di chiudere tutto (e per certi periodi l'ho praticamente fatto). Capisco però che ci siano persone che chiudano perché stanche, stufe, frustrate da questi meccanismi. O perché semplicemente non ne hanno più il tempo. E tutto questo al di là della passione

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  5. ti ho scoperto solo ieri (grazie bradipo!), il tuo articolo l'ho letto tutto e, almeno per quel che mi riguarda se un articolo è interessante e ben scritto non mi pesa affatto che sia lungo, anzi.
    Trovo le tue riflessioni molto interessanti, mi trovi d'accordo su tutto, anche se conosco poco la realtà degli youtuber visto che spesso approfitto di pause e tempi morti al lavoro per girare un po' in rete e il tubo è ovviamente bloccato.
    Mi ritrovo soprattutto sul nervosismo che mi viene quando si capisce dai commenti che certe persone un articolo non lo hanno nemmeno letto, ma cosa ti costa concentrarti per 5 minuti??
    Non sono una blogger e non credo che mai lo diventerò più che altro per questione di tempo, e fino a poco fa giravo tra voi scrittori ma non commentavo quasi mai.

    Ora invece cerco di commentare e interagire per quanto possibile, superando un po' la mia "timidezza" e soprattutto grazie a gente come Caden che risponde e argomenta sempre e che mi ha fatto capire che un commento è sempre gradito, che sia in accordo o no.
    Vado a recuperare gli arretrati, mi sa che ne ho parecchi!

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    1. Benvenuta e grazie davvero, non tanto per il commento (che è sempre gradito e desiderato) ma soprattutto per aver letto tutto. Che poi non l'ho mai capita sta cosa: se l'argomento interessa perché non leggere anche qualcosa di lungo? Se non si ha tempo al momento basta salvare e leggere più tardi.

      Spero di rileggerti su queste pagine, mi farebbe piacere e ogni critica sarebbe bene accetta.

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