Due parole due su IT (di Tommy Lee Wallace, 1990)



Continua la visione di film tratti da opere del più grande narratore horror vivente, ovvero Stephen King. Questa volta ho comprato e rivisto, dopo tantissimo tempo, il film che forse mi ha terrorizzato più di qualunque altro nel corso della vita: IT. Che in realtà film non è, sarebbe più corretto parlare di miniserie televisiva, andata in onda nel 1990 e composta di due puntate ad opera del regista Tommy Lee Wallace, conosciuto per lo più per aver girato Halloween III - Il signore della notte

Come ho già detto, IT è il film che più mi ha terrorizzato in assoluto e io lo amo per questo, nonostante sia oggettivamente brutto. Lo so, ero solo un bambino quando lo vidi per la prima volta, ma se a farmi scappare via urlando bastava anche solo la pubblicità in TV e se dopo averlo guardato ho iniziato ad avere il terrore dei clown, allora non può e non potrà mai essere altrimenti. Chi ha la mia età o è qualche anno più vecchio di me mi darà ragione. Certo, visto adesso, con gli occhi di un trentaduenne, perde gran parte del proprio fascino e messo a confronto con il romanzo, per me uno dei capolavori del Re, ne esce completamente sconfitto. Ma la miniserie di Wallace ha frecce da tirare col suo arco che altre opere del genere si sognano. 


Non credo esista qualcuno al mondo che non sappia di cosa parli IT, ma per evitare di parlare a vuoto meglio fare un breve riassunto: nella piccola cittadina di Derry, nel Maine. avvengono una serie di mostruosi omicidi ai danni di innocenti bambini. Il colpevole è Pennywise, terribile clown assassino sotto le cui mentite spoglie si cela IT, un mostro che si nutre di paura e dolore. A contrastarlo ci sarà una banda di ragazzini che, trent'anni dopo la messa in fuga della creatura, saranno costretti a riunire una volta ancora le loro forze per vincere la più grande delle battaglie: quella contro il male.

Non sarebbe bastata un'intera serie televisiva per traslare su schermo un romanzo complesso, imponente e bellissimo come IT. L'opera narrativa più rappresentativa di Stephen King e della sua poetica, che non può fare a meno di citare il più grande orrore cosmico mai raccontato: quello di H. P. Lovecraft. Il romanzo IT, infatti, trascende i limiti del reale proiettando i suoi protagonisti in un universo narrativo immenso, inserito in un contesto ben più vasto. Proprio per questo l'IT televisivo deve rinunciare a a situazioni, personaggi e a quella complessità che contraddistingue il romanzo. Si va a perdere quindi l'elemento dicotomico bene/male (nel libro rappresentato dalla contrapposizione IT/Tartaruga) e si perde la complessità di uno dei più grandi villain partoriti dalla fantasia umana, che diviene semplice rappresentazione della malvagità che risiede nell'animo umano. IT infatti è un mostro che vive in simbiosi con Derry e che si nutre delle contraddizioni di questa cittadina irreale, simbolo delle stesse contraddizioni comunitarie. Derry è in pratica l'antenata di Twin Peaks e IT è la rappresentazione terribile e cartoonesca di odio, falsità, paura e omertà (un po' come Bob). 


Quindi, l'IT televisivo si basa su una semplificazione che ovviamente scontenterà chiunque abbia letto e amato la sua controparte cartacea. Anzi, chiunque ami le cose fatte bene, perché è un lavoro brutto, meno che mediocre. Anche preso di per se, soffre di tutti quei difetti che caratterizzavano questo genere di operazioni: un lavoro a basso costo, tipicamente anni '90, scritto da cani e che soffre nel passaggio da passato a presente, essendo basato su una duplice linea temporale. Tommy Lee Wallace non è mai stato un regista capace, gli attori non stupiscono e anzi, fanno pietà e persino un po' ridere. C'è da dire però che, a suo favore, la miniserie ha la grandiosa interpretazione di Tim Curry nei panni di Pennywise/It, talmente convincente da rubare la scena a tutti gli altri, talmente spaventoso da far venire la pelle d'oca anche al più navigato tra gli horror cinefili. Solo questo eleva IT sopra ad altri prodotti simili (tra quelli tratti dalle opere di Stephen King: L'Ombra dello Scorpione, Stephen King's Shining) e lo rende un cult che per alcuni di noi resta indimenticabile.

Commenti

  1. Uff, quanti ricordi! Io l'ho visto in differita, ma sempre da piccino, e era il mio incubo ricorrente. Il romanzo, invece, l'ho letto molti anni dopo: diverso, più bello senz'altro, però a un pezzo d'infanzia non so voltare le spalle. It non perdona!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non si può, It resta il film sui pagliacci assassini... nulla da dire :)

      Elimina
  2. Uh, ma tu punti dritto dritto al cuoricino?!
    L'ho visto anch'io da piccola e per un po' ho avuto addirittura paura dei lavandini. Richie e Bevy fanno anche una "comparsata" nel romanzo 22/11/'63. E niente, King è un mostro, in tutti i sensi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah, quel punto è meraviglioso!

      Elimina
    2. Io per un po' ci ho davvero guardato dentro, sperando di non vedervi mai spuntare un palloncino

      Elimina
  3. Il primo film horror visto in assoluto, avevo una paura fottuta da piccolo...veramente spaventoso, il primo e migliore di tutti ;)

    RispondiElimina
  4. Ricordo benissimo la prima visione, a casa di un gruppo di amici.
    Resta, con tutti i suoi limiti, un cult totale della mia infanzia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ero veramente piccolo e, sul serio, scappavo solo a vedere la pubblicità in tv. Ne ero davvero terrorizzato.

      Elimina
  5. Purtroppo ho fatto l'errore di vederlo dopo aver letto il libro e... beh...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Azz, hai perso un pezzetto di terrore infantile... ma il romanzo è qualcosa di eccezionale

      Elimina
  6. Sempre evitato... Da piccolo avevo il terrore!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, dai, devi recuperarlo. Per forza, fallo. Ti prego

      Elimina
  7. da bimbo mi TERRORIZZAVA! Visto da più grandicello, diciamo che dimostra i suoi limiti ed i suoi anni :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ha i suoi limiti (e sono tanti) ma se lo si è guardato da infante... resta quel vago senso di inquietudine anche tanti anni dopo!

      Elimina
  8. Rivisto qualche anno fa, ho constatato anche io che effettivamente non è invecchiato benissimo e la produzione paratelevisiva ammoscia sequenze che, con un budget adeguato, avrebbero polverizzato qualsiasi cosa. Ma proprio per essere una miniserie, rimane comunque un prodotto di spessore, con un paio di sequenze da antologia (anche se di alcune serbavo un ricordo distorto ancora più terrificante... magie della mente e delle paure infantili!) e con un Tim Curry fuori parametro, che basta da solo a nobilitare l'opera.
    Rimane comunque, nel bene o nel male, lo spauracchio comune di tutta la generazione 80 e 90. Vuol dire che a modo suo il suo sporco lavoro lo fa egregiamente ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tim Curry è pazzesco, mi chiedo come mi farà a piacere il remake senza di lui

      Elimina

Posta un commento

Info sulla Privacy