Gomorra - La serie (seconda stagione)


Ed eccomi qui, a "recensire" la seconda stagione del nostro Gomorra. E sì, dico nostro, perché Gomorra - La serie è un prodotto italiano che ci ricorda (come se ce ne fosse ancora bisogno) quanto non solo possiamo essere bravi, ma soprattutto quanto possiamo essere ancora esportabili. Un prodotto di genere tra passato e futuro, qualcosa di cui andare artisticamente e commercialmente fieri, non solo al cinema ma anche in TV. Quindi vi invito, se volete, a rileggervi il mio post sulla prima stagione e ad andare avanti nella lettura di questo dedicato alla seconda. 

LA TRAMA: continuano le vicissitudini e le guerre a Scampia e Secondigliano: da una parte c'è Don Pietro Savastano, evaso di prigione e ricercato, che tenta di riprendersi il mercato della droga nel napoletano. Dall'altro Ciro e gli scissionisti, una vera e propria democrazia criminale, e poi ancora Genny Savastano, che tenta in ogni modo di costruirsi una nuova strada nella criminalità contemporanea. Chi vincerà questa guerra fratricida? 

IN POCHE PAROLE: la seconda stagione di Gomorra - La serie si rivela perfettamente complementare alla prima, approfondendo le dinamiche "interne" di una lotta criminale per il controllo del mercato della droga a Secondigliano. Questa volta però ci si sofferma di più sui personaggi in puntate dal sapore quasi monografico, con uno sguardo più riflessivo e meno action, direi addirittura più posato. Non mancano colpi di scena, inaudita violenza, tensione a livelli cinematografici e una cura maniacale per i particolari. Signori, questa serie è grandiosa e può rivaleggiare tranquillamente a livello mondiale, dodici puntate in crescendo con almeno cinque o sei sequenze d'antologia. 

La cosa bella di Gomorra è che osa come nessun prodotto televisivo nostrano aveva mai fatto. Ci sono momenti, in questa serie Tv, troppo difficili da digerire e ha quasi dell'incredibile che l'accetta della censura non si sia abbattuta su di loro. Perché i personaggi del lavoro ispirato al best sellers di Roberto Saviano vivono tutti nell'anticamera dell'inferno (che si trovino nel napoletano, in Honduras, in Germania o a Roma) e sono l'umana incarnazione della negatività. Ovvero personaggi si negativi ma non necessariamente malvagi in senso assoluto, proprio perché umani. Ed è forse a causa di questa caratterizzazione estrema che sono sorti problemi che analizzerò più nel dettaglio a fine post. 

LATI POSITIVI: Dai, tutti. 

LATI NEGATIVI: Dai, nessuno.


APPROFONDIMENTO: In Italia non siamo abituati a prodotti come Gomorra - La serie. Sarei quasi tentato di dire che qui, in Italia, noi non ce li meritiamo. Non se lo merita il grande pubblico, visto quello che succede poi di fronte a scene sì estreme, ma di prodotti che non vogliono scendere a compromessi.

Andiamo con calma: la seconda stagione di Gomorra, curata dall'ottimo Stefano Sollima (che dirige i primi tre episodi), si districa sui soliti dodici episodi da 50' l'uno e alterna alla regia artisti del calibro di Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi. La scelta di alternare diversi registi alla direzione della serie, meccanismo già sperimentata nella prima stagione, qui raggiunge risultati incredibili, con veri e propri colpi da maestro che non starò a descrivere per evitare di cadere in spoiler. Ma la vera differenza, secondo me, sta nella modalità stessa della struttura: episodi quasi monografici che permettono a determinati personaggi di risaltare, di essere sviscerati, di poter dire la loro con umanità e senza pregiudizi, lasciandosi andare alle sfumature. 
La cosa bella dei protagonisti (ma anche dei personaggi secondari) di Gomorra è che nessuno di loro è un cliché. Perché sì, sono tutti negativi, ma non sono macchiette. Si tratta di esseri umani che risaltano dal sintetico del digitale per diventare reali. I vari Ciro, Don Pietro e Genny sono sì dei mostri criminali con le mani macchiate di sangue, anche innocente (ma siamo sicuri che ci sia qualcuno di davvero innocente in Gomorra?), ma sono comunque esseri umani sviluppati a tutto tondo, sviscerati. Non solo personaggi di una fiction, insomma. Ed è proprio questo, secondo me, che li rende più terribili. Terrificanti. terrificanti come l'immagine che vogliono incarnare. Perché i camorristi, per quanto mostruosi, restano uomini. Allo stesso tempo, per gli stessi motivi, non vi si può trovare nulla di edificante, di positivo. Non ci si potrà mai riferire a loro in termini dualistici. Non esistono bene e male contrapposti, in Gomorra. Manca l'apporto, ad esempio, delle istituzioni che, quando pur intervengono, o restano ai margini o sono coinvolte nelle losche macchinazioni di boss e criminali, imprenditori e killer. Non ci si può rispecchiare in nessuno di questi "campioni", non si può prendere le parti di nessuno di loro, non in maniera netta. Non esistono eroi del bene, non esistono eroi del male, perché anche il più malvagio di loro ha una coscienza, coscienza che sono pronti a soffocare pur di ottenere l'unica cosa che conta davvero: il potere. 


In questa seconda stagione c'è un atteggiamento riflessivo che mancava nella prima. A dire il vero, non vi ho trovato i difetti della stagione precedente. Si tratta sicuramente di una stagione più matura. Si investiga andando in profondità e le dinamiche di "guerra" intervengono di tanto in tanto per movimentare una staticità intimista e rendere il prodotto assolutamente variegato. C'è da dire che tutto questo avviene in crescendo e, infatti, i primi episodi possono persino destabilizzare. Per questo Gomorra - La serie è paragonabile a un diesel che, una volta arrivato in quarta, non potrà deludere assolutamente nessuno. Se questa "partenza lenta" per alcuni è stato un difetto, per me è la naturale fase di un racconto plurale, corale, multifacciale. In altre parole non avrebbe potuto essere altrimenti. 
Ai vecchi personaggi ne vengono affiancati di nuovi e quasi nessuno di essi delude. Ancora di più, sono le voci femminili a fare la differenza: ci sono Patrizia e Scianel (quest'ultima al centro di una sterile diatriba su una scena bellissima e controversa in cui l'attrice - bravissima - Cristina Donadio si presta ad un canto neomelodico con un dildo glitterato come microfono), vere e proprie regine della scena, importanti ingranaggi dei meccanismo criminali di questa faida ambientata a Scampia. 

Alla fine però, è la vecchia guardia a dominare ancora una volta. Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino), ricercato re senza corona che vuole riappropriarsi del quartiere natale e vendicarsi di Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) detto l'Immortale, è il rappresentante della vecchia guardia camorristica che si scontra con la nuova, rappresentata dal figlio Genny Savastano (Salvatore Esposito), dall'atteggiamento più imprenditoriale. Ai due si contrappone proprio Ciro, il rappresentante degli scissionisti, che porta con se un'idea di criminalità democratica basata su una pluralità di teste di voci, o sull'assenza della figura di un capo unico. Saranno questi tre personaggi a fare il buono e cattivo tempo, saranno loro i veri protagonisti di un racconto terribile e violento, che non ha paura di rappresentare con stile iperreale una realtà tipicamente nostrana. Ma che, allo stesso tempo, capisce di non poter rappresentare demoni senz'anima: sono gli esseri umani a fare il male, la mancanza di positività che deriva da una crisi sociale e culturale apparentemente senza soluzione alcuna. La bellezza di Gomorra - La serie è tutta qui e chiunque l'abbia criticata in quanto "cattivo esempio" dovrebbe farsi due calcoli e provare a capire che il problema non può essere una serie televisiva ma l'occhio di chi la guarda. 


CONSIDERAZIONI IMPORTANTI (SPOILER)

Riservo questo speciale paragrafo ad avvenimenti REALI che sono conseguiti ad una delle scene più terribili della serie: l'uccisione di una bambina - la figlia di Ciro - nell'ultima puntata, per mano del braccio destro di Pietro Savastano, Mallamore. 
Prima di tutto: solo per una scena del genere Gomorra merita un plauso. Perché si tratta di un a scelta difficile ma importantissima, sia per l'economia del racconto, sia per lo sviluppo di un personaggio come Don Pietro. Credo inoltre che si sia trattata di una scelta coraggiosa: mai tale violenza e cattiveria era stata mostrata nel panorama televisivo nostrano. Scelta neanche tanto lontana dalla realtà: la cronaca ci racconta cose ben peggiori. Lo scopo è evidente: mostrare quanto terribile possa essere la malavita organizzata, a cosa possano arrivare dei criminali. E non mi riferisco solo alla Camorra. 

Indecente invece è il fatto che un attore sia stato minacciato in seguito alle azioni di un suo personaggio. Perché questo è successo: Fabio De Caro è stato minacciato per l'atto terribile compiuto in un'opera di fiction dal personaggio che interpretava. Rendiamoci conto. Rendiamoci conto che non ci meritiamo Gomorra, non ci meritiamo attori come De Caro, che non ci meritiamo un cazzo. Non riuscire a separare la realtà dalla finzione ci rende immeritevoli di finzioni come Gomorra. Siamo totalmente fuori dal mondo, ragazzi. Invece di condannare chi atti del genere li compie nella vita reale, ci buttiamo al collo degli artisti. E li sbraniamo. Facciamo passare loro la voglia. Li allontaniamo, magari. Bel coraggio. Complimenti. A me una cosa del genere fa veramente schifo. Fa ancora più schifo di chi, in America, ha minacciato di morte l'autore di un fumetto solo perché ha stravolto il loro personaggio preferito. Questo per farci capire che sì, tutto il mondo è paese, ma soprattutto che noi italiani sappiamo fare la voce grossa con i più deboli, mentre con i forti e cattivi alziamo bandiera bianca. Troppo facile così. Troppo.


La verità è che ci mancano le basi culturali. Non le abbiamo o le abbiamo perse. Che ci meritiamo la (brutta) situazione in cui ci troviamo. E sto facendo un discorso generale non a caso. Svegliamoci un po'.

CONCLUSIONI: la seconda stagione di Gomorra - La serie, è stata un completo successo. Io l'ho preferita alla prima, nonostante ci sia stato un calo fisiologico di epicità. In queste dodici puntate non si salta sulla sedia di continuo ma si assiste ad uno sviluppo lento e inesorabile. Dando un giudizio complessivo tra la prima e la seconda stagione (perché così dovrebbe essere), direi che ci troviamo di fronte alla migliore opera televisiva italiana, tra le migliori europee. Aspettando la terza e sperando non ci deluda. 

Commenti

  1. Didascalico, frammentario, soapopparo. Attori ingommati, le tre scene-madri buttate al cesso dalla non-interpretazione del materiale umano. Figure femminili un tanto al kg perchè nella prima mancavano però piatte peggio di Marinella. E soprattutto la "nuova "faccia di Salvatore Esposito..Che da bimbominkia era passato a "A' Carogna" ed ora pare fisso un diciassettenne che torna a casa dopola prima cannetta... Ah, se togli il minutaggio "Macchine per strada" la serie si riduce a forse tre puntate sane

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    1. Cioè, dici il contrario di quello che go detto io xD vorrei sapere dov'è il didascalico e il frammentario. Che nella prima non mancavano neppure!

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    2. Didascalico per il non approfondimento delle dinamiche tra i personaggi (Don Piero e la sua badante in primis), frammentario perchè gestito male negli intrecci tra le linee narrative, ma soprattutto per i singoli episodi ,dove il focus sul personaggio di turno era platealmente propedeutico per la di lui dipartita e finiva lì..

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  2. Ma meno male che certe dinamiche non le hanno approfondite. Si capisce benissimo da se il perché e il percome, basta con il vizio di accompagnare lo spettatore mano a mano: vengono mostrate certe cose che fanno capire benissimo le dinamiche senza sviscerarle... le linee narrative sono state gestite benissimo con episodi monografici che di certo non dovevano sorprendere: alla fine tutti hanno ricevuto la gusta punizione, tranne chi dovrà esserci anche nella prossima stagione.

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  3. Possibile che tutti, dico TUTTI i personaggi si capiscono, parlano, comunicano, trasmettono...SENZA PARLARSI??? TUTTI?!?!?! A me pare uno streotipo culturale terronico. Quando ti fai TU più ricami sul personaggio dello sceneggiatore strapagato e gli rimpinzi i buchi come ti pare, significa che è diventata una soapopera, lo sai?

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    1. Ma dai, non è vero. alla fine l'ho visto io, l'ha visto mia madre, l'ha visto il vinaio e abbiamo capito tutti la stessa cosa, perché si capisce, cioè, non è che bisogna diventare didascalici per far capire le cose, le interazioni tra i personaggi o altro. Poi non lo so, io sono super critico praticamente SEMPRE e non ho notato forzature di questo tipo. E le forzature ci sono, ma sono altre e io ci sono passato sopra pur avendole percepite perché non inficiano nulla. Ad esempio quelle sul comportamento delle forze dell'ordine o certe scene per cui bisogna ricorrere alla sospensione dell'incredulità (professionisti del crimine che si fanno sorprendere, auto non blindate, roba così)

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  4. Pure a me ricorda un po' troppo Beautiful, pure se virato al nero. Troppi espedienti di sceneggiatura. Meglio di altre cose italiche, ma non ci voleva poi tanto.

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    1. Mi viene da chiedere: hai mai visto Beautiful in vita tua? No perché ragazzi invece di fare critiche su cose effettive le si sta facendo su relazioni sentimentali/carnali tra i personaggi. Non è che i camorristi non hanno famiglia, non si innamorano e non tradiscono. Dove starebbero sti espedienti poi? Non voglio difendere una serie tv, ma non siamo su facebook, si possono anche argomentare le opinioni, almeno qui...

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    2. Ad argomentare ci vuole tempo, non sempre se ne ha. E allora si lascia un breve commento, un ritorno. Anche perchè nel piccolo ha già parzialmente argomentato l'altro commentatore. Infine, le immagini sono immagini, prenderle alla lettera non è la strada giusta. Comunque sì, visto Beautiful e altra roba. Quello che si cerca di dire (ma io ho visto solo la prima stagione) è che è molto spostata su questi elementi. Espediente n. 1 poco sopportabile è stata la resurrezione di Genny a fine stagione, totalmente inverosimile...a la Beautiful

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    3. Ora vedo che sul tuo post sulla prima stagione ti commentai nel merito. Vale quello che dissi. Sulla seconda, che a leggerti è quasi un capolavoro, allora meglio che taccia, che non l'ho vista...e non la vedrò, perchè bisogna scegliere...e tutto sommato non penso potrà rivalutare il mio giudizio.

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    4. Non voglio sembrare sgarbato, quindi ti chiedo di perdonarmi se dovessi sembrare tale. Prima di tutto, credo sia impossibile discutere di qualcosa che io ho visto e tu no, la prima e la seconda stagione sono abbastanza diverse.

      Secondo, posso capire che a volte si ha poco tempo per scrivere ma a meno che non si tratti di dire sono d'accordo o non sono d'accordo, quando si fanno affermazioni su un prodotto credo sia sempre meglio specificare. Cavolo, siamo blogger, almeno noi facciamolo. E' questo il bello di discutere, anche quando ci si scorna, no?

      Terzo, a me non sembra per nulla spostato su certi elementi. Altrimenti lo sarebbe (con le dovute differenze, sia chiaro) un Quei Bravi Ragazzi, per esempio.

      Infine, se intendi Genny che si salva in extremis nell'ultima puntata, c'è gente che si salva dopo essersi presa una pallottola in testa, io non ci trovo nulla di inverosimile, ma è un mio parere personale.

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  5. Ecco, penso anche io sia impossibile discutere. Se un giorno deciderai di guardare questa stagione, torna pure a discutere a riguardo. Per il resto sì, per me è un ottimo prodotto (non un capolavoro, nemmeno quasi) ma è un mio parere personalissimo che penso di aver argomentato ;)

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    1. Gente che commenta senza aver visto.....-.-''' VABBE!!!


      Piuuuuttosto: parliamo delle scena tra Genny e Ciro (3)...sulla carta: gli acme della trama...In video, una poracciata di linee di dialogo e ,soprattutto, una pietà di interpretazione...

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    2. Hai ragione, scusami tu, a volte mi faccio travolgere da quel gusto particolare di rompere il cazzo sulle cose che piacciono ai più :DDD...Ma sai cosa? avendo visto la prima e sentendo parlare molto di questa seconda (che sarà anche diversa, ma attori e produzione non mi pare), mi sono lasciato prendere la mano, condividendo molto le critiche dell'altro commentatore che trovo assolutamente calzanti pure per la prima stagione.
      Per il resto, stai senza penzieri

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    3. Giocher, continuo a non essere d'accordo. Ma se tu mi parli di interpretazioni allora non posso controbattere: a me sono piaciute (considerati attori giovani che recitano in un dialetto che non è il mio) a te no, ma è un po' difficile ribattere visto che non posso parlare se non di gusto personale.

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    4. Io è dalla prima serie che sostengo che Marco d?Amore sia una cane latrante incapace di mostrare mezza idea n'faccia...Le parti che gli hanno organizzato per il personaggio nella seconda l'hanno proprio penalizzato. Poi guarda, la staffetta registica è stato un grande fallimento stilistico. Pensa alle prime tre puntate rispetto alle ultime..

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