Perchè Twin Peaks è la più importante serie TV di sempre?


In attesa della tanto attesa terza stagione di Twin Peaks, avevo pensato a cosa scrivere riguardo le prime due. Non nego mi fosse balenata in mente l'idea di un mega riassunto o di una recensione, ma è chiaro che un lavoro del genere andrebbe ben oltre le mie possibilità. In altre parole, mi manca il tempo materiale per scrivere una cosa del genere, per farlo come vorrei, per presentarvi qualcosa che valga la pena di leggere. Non ne sono in grado, attualmente, e non voglio proporvi qualcosa che non soddisferebbe me per primo. Quindi passo.

Ma un post dedicato a Twin Peaks non posso proprio esimermi dallo scriverlo. Un po' perché nella mia megalomania mi ritengo un massimo esperto della serie TV di David Lynch e Mark Frost, un po' perché sento di doverlo fare. Non scherzo e non esagero: negli ultimi 7 anni avrò rivisto queste serie almeno una volta l'anno. Posso dire con certezza che per me TP è una sorta di compagna di viaggio: mi ha seguito (o io ho seguito lei) per tutta una vita, fin dalla sua prima messa in onda in Italia nel 1991. Avevo 7 anni e la guardavo di nascosto (non tutta ovviamente, solo qualche frammento di episodio) subendone il fascino e i traumi. Dovetti aspettare di diventare un adolescente per scoprirla in tutta la sua interezza e bellezza, venendone irrimediabilmente rapito.
Quindi, dicevo, un post di questo tipo è d'obbligo. Ho deciso quindi di riservarlo all'importanza storica che TP ha avuto non solo per gli appassionati di cinema e serie TV (all'epoca si chiamavano telefilm), non solo per circa due generazioni di spettatori, ma soprattutto per la cultura pop e per l'industria dell'intrattenimento.




Tutto nacque da una collaborazione che fino a quel momento non aveva mai dato frutti: quella tra il regista David Lynch e lo sceneggiatore Mark Frost. I due aveva abbozzato una serie di progetti cinematografici di cui non si era mai fatto nulla, il più importante dei quali avrebbe dovuto essere un biopic sulla controversa figura di Marilyn Monroe. Sorte diversa però toccò a quella storia che iniziava con il cadavere di una ragazza avvolto nella plastica, buttato giù durante un pranzo presso la tavola calda Du-par's e che poi fu commissionato dalla ABC per cercare di rilanciare sul mercato quella che allora era l'emittente televisiva più importante d'America. Un progetto che aveva come obbiettivo quello di fondere due generi agli antipodi: la soap opera e il poliziesco.
Ecco, il primo motivo per cui Twin Peaks è divenuta così storicamente importante sta proprio in questa ambivalenza che dal contrasto di elementi opposti ha generato un cocktail irresistibile e irresistibilmente nuovo. Ma per capirne la forza dirompente dovremmo ricordarci qual'era il panorama televisivo dell'epoca.

Nei primi anni '90 la TV era considerata dai creativi un media di serie B. Lo stesso Lynch non aveva un'alta opinione della stessa e l'idea di far parte di un'industria del genere non lo entusiasmava. Da un lato c'erano i prodotti di genere come polizieschi, action e scifi seriali che proponevano una formula reiterata nel tempo e che non seguiva una trama ben precisa. Ogni episodio bastava a se stesso pur facendo parte di un universo narrativo che si sviluppava con estrema lentezza, portando a sviluppi che avevano senso solo nella necessità di tenere alto l'interesse del pubblico. Da un altro lato c'erano i drammi ad ampio respiro (le soap) che seguivano più storie in un macro universo narrativo e le sviluppavano in modo tale da renderle virtualmente infinite, almeno fino a che l'interesse del pubblico ne garantiva il successo. C'erano, inoltre, le sitcom, che prendevano le soap opera e le limitavano in un micro universo (una casa, ad esempio) concentrandosi su un numero limitato di personaggi e trasformando il drama in comedy. Ciò che accomunava prodotti del genere era la mancanza (con le dovute eccezioni) del concetto di serialità: ogni episodio o godeva di indipendenza narrativa ferrea (telefilm) o era parte di un universo statico in cui le situazioni seguivano una formula ben definita per cui ogni ribaltamento tendeva a diventare status quo (soap o sitcom). Bene, l'idea alla base di Twin Peaks era prendere entrambi gli elementi e inserirli in un contesto seriale, dove ogni nuovo episodio segnava un'evoluzione che dava la possibilità all'impianto narrativo di svilupparsi, andando da un punto A a un punto B, da un punto B ad un punto C e così via, fino all'inevitabile punto Z.


In TP si allarga quindi il concetto di episodio televisivo, che diventa parte di un tutto e che non può esistere di per se, inserendosi in un contesto narrativo vasto e vario in cui ogni elemento può diventare importante a prescindere dalla linea principale degli eventi, rami di un tronco narrativo che fa da struttura portante.

Quel che venne proposto con la messa in onda di TP fu quindi un vero e proprio giallo a puntate: Laura Palmer, la reginetta del liceo in una piccola cittadina vicino il confine canadese, viene trovata morta e la polizia locale aiuta l'agente dell'FBI Dale Cooper a scoprire chi l'ha uccisa. Mano a mano che le indagini vanno avanti, però, si scopre che a Twin Peaks non tutto è quello che sembra. C'è quindi un segreto principale che deve essere svelato ("chi ha ucciso Laura Palmer?") e una serie di nuovi segreti che pian piano vengono fuori e coinvolgono più di un personaggio secondario. Una linea narrativa principale a cui si ricollegano una serie di linee narrative secondarie, misteri che portano a nuovi misteri lasciando lo spettatore, puntata dopo puntata, con la voglia di scoprirne la soluzione. Praticamente lo stesso meccanismo che sarà poi alla base di altre serie importanti e famosissime come, ad esempio, X-Files o Lost (per quanto si tratti di serie diversissime tra loro e, a loro volta, diversissime da Twin Peaks).


Una cosa del genere non era mai stata fatta prima. Una cosa del genere era destinata a rivoluzionare il vecchio modo di fare televisione.

Tutto questo spiega come mai TP sia stata così importante, come abbia attirato su di se l'interesse di tanti spettatori e come abbia fatto a diventare - in un certo senso - canone. Ma non spiega come questo interesse l'abbia mantenuto.

Presto detto: per prima cosa qualunque novità suscita interesse, soprattutto se intrigante. Meglio ripeterlo: telefilm, soap e sitcom erano prodotti di puro intrattenimento, all'epoca. Adesso sono quasi diventati "nobili" e la TV si è rivelata un media con un potenziale addirittura superiore a quello cinematografico. Ma all'epoca era semplice intrattenimento di consumo. Questo perché al cinema bisognava andarci: uscire di casa, comprare il biglietto, guardare il film e poi tornare a casa. La televisione invece, soprattutto in quegli anni, era in ogni dove, praticamente a disposizione di chiunque. Non c'era lo streaming, né le Pay TV. Al massimo c'erano le VHS da noleggiare o acquistare. Poter entrare in quasi tutte le case del mondo, però, voleva anche dire dover sfornare prodotti alla portata di chiunque. Lo spettatore non doveva essere sconvolto, non doveva essere "violato", non si poteva esagerare con lui. Proprio perché non era lui ad andare dal telefilm: era il telefilm ad entrare in casa sua. I prodotti per la televisione dovevano essere quindi "leggeri" e interessanti. In tal senso, TP fu una bomba lanciata nelle case di tantissime persone: nessuno aveva mai visto una cosa come quella. Una serie che cominciava con il cadavere di una teenager morta ammazzata. Ce n'era abbastanza per diventare il più grande fiasco della storia della TV se non fosse che attorno a quell'omicidio fu fatto ruotare un mistero e quel mistero DOVEVA essere svelato. Proprio perché ad essere uccisa era stata una ragazzina adolescente. Per questo motivo il pilot fu un successo. I misteri piacciono alla gente ma, soprattutto, alla gente non piacciono i crimini come quello e gli spettatori pretendevano che il criminale fosse scoperto e punito. Inoltre TP si rivelò fin da subito un universo narrativo. E come qualunque universo, VOLEVA essere svelato.


Per questo, ottenuto l'interesse, per mantenerlo fu necessario che il mistero non fosse svelato. Non a caso l'interesse del pubblico scemò nel momento stesso in cui l'assassino di Laura venne rivelato. Ma fino a quel momento l'appuntamento con TP era quasi divenuto sacro: ogni settimana gli spettatori aspettavano che un nuovo tassello si unisse al puzzle alimentando congetture, opinioni, idee... chi guardava divenne parte integrante dell'opera dando il via ad un fenomeno mediatico di partecipazione mai visto prima. 
Essenziale per una tale riuscita fu la commistione di generi: commedia, tragedia, dramma e mistero. Horror e sovrannaturale. Ironia e leggerezza a fare da contrappunto a cupezza e dolore. Nonostante l'argomento trattato, TP era in grado di suscitare il sorriso. Lynch e Frost presero temi scomodi e li resero fruibili da un pubblico vario e variegato. Trasformarono la novità in abitudine.


Infine c'è qualcos'altro che Twin Peaks fece per la prima volta nella storia della televisione di consumo: produsse un prodotto che non ho paura a definire "autoriale", portando avanti una critica tanto allo stesso medium che utilizzava (la televisione e i suoi prodotti) quanto alla società in cui dilagava. Inoltre TP fu impregnata dello stile dei suoi creatori - soprattutto di quello lynchiano - portando avanti le loro poetiche personali, ma diede la possibilità ai diversi registi che si alternavano in ogni episodio di lasciare la propria impronta, anche stilistica. Per questo motivo stiamo parlando forse di una delle serie TV più eterogenea di sempre, che passa dal surreale al weird all'horror, dal poliziesco al realistico, dalla tragedia alla commedia alla satira. Se la cosa contribuì al suo successo, da un certo punto di vista ne divenne anche un difetto: non tutti erano all'altezza, soprattutto quando lo show runner era uno come David Lynch. E pesò tanto il suo momentaneo abbandono dovuto a dissapori con la ABC.


Diffidate sempre di chi vi dice che Twin Peaks è la serie TV perfetta. È falso. Ma per tutti i motivi elencati in questo post parliamo e parleremo sempre di un vero e proprio capolavoro. Un cult assoluto che non ha solo cambiato il modo di fare TV, ma anche di guardarla.
Speriamo solo che l'imminente nuova stagione non cambi le carte in tavola e non ci faccia rimpiangere un'attesa durata 25 anni. Ma questo solo il tempo ce lo potrà dire.

Commenti

  1. Per me Twin Peaks rappresenta il fulcro, una specie di rito di passaggio dalla adolescenza all'età adulta, quando cominciò e vidi lo spot in tv dissi che dovevo vederlo, da allora niente è stato più lo stesso, molti dicono che la seconda stagione scade un po' io invece sostengo che la vera tp comincia proprio dopo la morte di Laura Palmer, con l'arrivo di Windom Earl, e la partita a scacchi con Cooper, che purtroppo non è stata sviluppata a dovere, ne poteva nascere qualcosa di interessante che arricchiva maggiormente la serie :)

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    1. Credo che la seconda parte sia carente per alcune linee narrative che non mantengono il livello di compattezza iniziale. Ovviamente il tronco principale (di cui fa parte Windom Earl) rimane di alto livello e, più che non sviluppato a dovere, risente proprio delle linee narrative secondarie che "rubano troppo spazio"!

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    2. ho capito xD Per me Twin Peaks rimane una spanna sopra molte serie televisive ^_^

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  2. Bellissimo questo articolo.
    TP è qualcosa di speciale anche per me: mi concentro su ciò che hai detto alla fine. E' vero, non è una serie perfetta, nel senso che ha sempre tutto nella perfezione maniacale. Oppure sì. Forse noi vogliamo una perfezione diversa dalla cura che ci hanno messo gli autori: TP infatti si sviluppa più su altri piani (anche stilistici) che non su quello meramente narrativo, la traccia principale.
    E' un qualcosa di irripetibile, che però sta per ripetersi. Fico, no?

    Moz-

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    1. Credo che i limiti della serie (tutti nella seconda parte della seconda stagione, a mio parere) stiano proprio in quella eterogeneità che fa perdere di compattezza. Alcune linee narrative lasciano il tempo che trovano perché si allontanano dal senso (a tratti anche estetico, vedi quella di James) totalizzante che ha TP. Che poi la presenza di difetti per me non è mai discriminante e, detto sinceramente, odio la perfezione :D

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    2. La storia di James è stata proprio una vera digressione, un'uscita (infelice, forse) da quel mondo.
      Anche indagando a Deer Meadow si era usciti da Twin Peaks, ma il caso riguardava la linea principale gialla...
      Forse è questo.

      Moz-

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    3. Ecco, era esattamente quello che intendevo: quella "disgressione" non solo esce da TP ma dal mondo di TP. E' al di fuori di quell'universo. Poi bisogna ammettere che dopo la morte della prima linea narrativa, la seconda ha difficoltà ad inserirsi e alcune scelte narrative sono abbastanza dubbie (il cambiamento di Cooper e l'abbandonarsi ai meccanismi da soap opera che fino a quel momento erano stato oggetto di satira, critica e analisi).

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  3. Pensa che solo adesso la sto recuperando grazie a Moz, che ama e adora questa serie che mi sta davvero piacendo, presto ne parlerò ;)

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  4. Una serie fondamentale, per me una delle tre più importanti di sempre.
    Ottima la scelta di un post come questo invece che di una normale "recensione".

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    1. Quali sono le altre 2? Grazie Ford, credevo fosse la scelta più efficace...

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  5. Bellissimo articolo. Anche per me Twin Peaks è una serie speciale... ricordo da piccolissimo soprattutto le pubblicità televisive, quel "chi ha ucciso Laura Palmer" che martellava la mia testolina e mi inquietava. Ovviamente l'ho recuperato più avanti, prima sui canali satellitari e poi in dvd... È anche una serie simbolo di un'amicizia che continua da oltre venti anni con un mega-fan della serie che molti, moltissimi anni fa aveva in testa di creare il sito internet definitivo dedicato a Twin Peaks e David Lynch e che mi coinvolse nel suo progetto (che non vide mai la luce, ovviamente!) facendomi tradurre centinaia di pagine di articoli, teorie più o meno strampalata, interviste degli attori, del cast tecnico e chi più ne ha più ne metta, tutti sulla serie!

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