Horror melò: La Mosca (di D. Cronenberg, 1986)


Come sa chi segue questo blog da un po' di tempo, David Cronenberg è uno dei miei registi preferiti. Uno in grado di passare dal b-horror al cinema d'autore e dal cinema d'autore al thriller attraversando almeno tre fasi artistiche nell'arco di cinquant'anni. La sua indagine cinematografica e, soprattutto, quella meta-cinematografica è una delle più affascinanti tra quelle viste oltreoceano, scava nei corpi alla ricerca del senso ultimo della vita e guarda al processo comunicativo come ad un corpo alieno da vivisezionare e studiare. Nel corso di questa ricerca, in quella che mi piace definire la seconda fase del suo cinema, il canadese ha prodotto alcune tra le sue più famose pellicole. Tra le varie La Mosca, il primo remake della sua carriera.

Seth Brundle e uno scienziato che ha inventato una macchina in grado di trasportare la materia. Una sera conosce la giornalista Veronica Quaife, che lo assisterà nei suoi esperimenti e tra i due ne nasce una relazione. Intanto la sperimentazione sulla macchina procede perfettamente, tanto che alla fine Seth decide di sperimentarla su di sé. Ma non si accorge che nella cabina di teletrasporto è entrata anche una mosca. Lo scienziato subirà così una spaventosa trasformazione perché il suo codice genetico si mescolerà con quello dell'insetto.
  

La Mosca è un film di David Cronenberg del 1986, prodotto subito dopo il successo commerciale de La Zona Morta ma assolutamente non interessato a cavalcarlo. Un (body) horror dai toni melò, riproposizione in chiave nera della favola de La Bella e la Bestia. In questo caso però la storia tra Vernoca e Seth è quella di un amore impossibile, prima promesso, poi negato. 
Liberamente ispirato a The Fly (L'esperimento del dottor K) di George Langelaan, è un'opera estremamente più complessa e contorta del film originale, legata a doppio filo con quanto il regista aveva già prodotto nel corso della propria carriera. Il film è infatti un'evoluzione della poetica cronenberghiana basata sulle mutazioni del corpo ma soprattutto del rapporto dolorosamente classico tra Eros e Thanatos.

Quando Seth Brundle (interpretato da un fantastico Jeff Goldblum) inizia il proprio processo di trasformazione, diventa lentamente altro da se. Non è solo il suo corpo a cambiare ma anche la sua mente, lentamente corrotta e avviata alla follia man mano che i processi mentali dellìuomo si fondono con quelli primitivi della mosca, alterandosi sottraendosi, regredendo fino ad auto annullarsi. A differenza dell'originale del '58 però, la fusione del protagonista con l'insetto non viene rappresentata con una fusione ben definita corpo/testa, una combinazione dei due componenti uomo/animale, ma con una vera e propria metamorfosi: il dna di Seth si fonde con quello dell'insetto e genera un essere nuovo. Chi conosce il cinema di Cronenberg penserà alla nuova carne ma in realtà non è così.


Brundle è uno scienziato, un genio, un tecnico. Con la forza del suo intelletto costruisce una macchina in grado di fare una cosa ritenuta impossibile fino a quel momento: trasportare un corpo da un punto A ad un punto C senza passare per un punto B. Scomposizione e ricomposizione della materia, fantascienza, teletrasporto. 
In una scena del film Seth teletrasporta un pezzo di carne e poi la mangia. Durante il pasto si accorge però che qualcosa nel sapore della stessa è cambiato, come se tra la scomposizione e la ricomposizione della carne qualcosa fosse andato perduto. In effetti è quello l'unico momento in cui lo spettatore non sa cosa succede, l'unico passaggio dell'esperimento che non può osservare direttamente ma che conosce solo attraverso le parole utilizzate dal protagonista per spiegarlo. In realtà chi guarda è come se stesse vedendo un semplice gioco di prestigio e quello che si sa di un gioco di prestigio è che quel che percepiamo, quel che sembra, non è mai quello che in realtà è, ed in questo è accumunabile al "gioco" cinematografico.
Il cinema, come l'esperimento del dottor Brundle, prende qualcosa di reale e lo traduce in immagine. In quest'atto di sintesi però, quel che ritroviamo sullo schermo non è mai quel che si trova nella realtà: durante il passaggio qualche elemento è andato perso e questo rende l'immagine cinematografica (e televisiva) sostanzialmente e irrimediabilmente "falsa".  
Torniamo al film: nel momento in cui lo scienziato sperimenta su di se la tecnologia che ha creato, commette un errore e il risultato è la fuzione con l'insetto, che determina un essere apparentemente nuovo. Ma "la mosca" (Brundlefly) non è un essere massmediale, non è l'immagine che si è fatta carne, bensì finzione anch'essa, una bugia che prova a fingersi verità. Qualcosa che non può esistere e che per questo, lentamente muore, assumendo sempre più connotati mostruosi e inaccettabili, tanto dagli altri personaggi del film (incluso il protagonista) quanto dallo spettatore.


La transustazione dell'immagine in "corpo" non avviene. Non può avvenire per mezzo del veicolo tecnico, come la fantasia dell'artista non può prendere forma se non attraverso la finzione. E' come quando si immagina qualcosa e poi la si rappresenta: il risultato pratico sarà sempre inferiore all'immagine mentale che avevamo di quella cosa. 
Nel film Brundlefly mette in cinta Veronica (la bella Geena Davis). Sognando l'aborto, la ragazza vede uscire dal proprio corpo una larva gigantesca. Il regista stesso compare in questa scena nel ruolo del ginecologo, colui che estrae un mostro dalla carne, l'embrione di quel processo naturale che dovrebbe portare ad un nuovo modo di concepire l'immagine attraverso la morte di quello vecchio, una (ri)nascita che non possiamo nemmeno immaginare se non nel sogno.

Il film, accompagnato da una fotografia (di Mark Irwin) plumbea e senza speranza, trasporta lo spettatore in una storia cupa ed enigmatica, violenta e dolce fino al finale dolorosissimo, un grido d'amore e di dolore che riescheggia nel silenzio. L'ansia della creazione che porta alla distruzione del creatore, lo stesso bisogno che guida l'artista nel tentativo di dar vita al proprio sguardo ma che si scontra con l'impulso di morte del vecchio se. E l'unica domanda che resta è: ne vale davvero la pena? Nella seconda metà degli anni '80 era come se Cronenberg fosse ossessionato da questo dilemma. Forse per questo non ha mai smesso di cercare e sperimentare, di guardare nella carne e poi, finalmente, nella mente dell'uomo. E ad oggi il risultato finale sembra essere veramente vicino.


Commenti

  1. Bellissimo, a suo tempo sconvolse parecchio, ed anche oggi turba.
    Un capolavoro.

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  2. Sì, è un film molto forte, fa parecchio male sia a livello visivo che contenutistico. Il finale poi è da occhi rossi: straziante.

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  3. Un capolavoro, senza dubbio. E complimenti per il blog, tornerò a trovarti e ti metto nel mio listone.

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  4. Sono d'accordo.

    Benvenuto e grazie per i complimenti, ora faccio un viaggetto sul tuo.

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  5. Grandissimo film.
    E concordo con te rispetto a Cronenberg: un regista spettacolare.
    Tranne forse l'ultimo A dangerous method.

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  6. A dangerous method mi ha lasciato stranito. Un giorno dirò anche la mia. Però credo che sia un tassello importante nel percorso di Cronenberg.

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  7. Per me A dangerous method è un grande film, ne ho già stra-parlato in molle altre sedi perchè spesso ha avuto un'accoglienza tiepida per non dire gelida in chi ama Cronenberg. A mio avviso è un film su un incontro storico e un momento storico assolutamente alla base di tutto il cinema di questo autore (e anche di tutto il resto, ma il discorso si amplia un filino troppo...)
    Ti aspetto, Frank!

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  8. L'avevo visto per la prima volta qualche mese fa e mi era piaciuto un sacco!

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  9. @Emmeggì: in effetti l'accoglienza riservata a quel film è stata freddina. Forse a causa della delusione. Io l'ho visto come l'inizio di una nuova fase.

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  10. @Kuro Momo: sono contento che ti sia piaciuto, in effetti è un film stupendo.

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  11. mi prenderò tanti bestemmioni,ma ho portato a casa il dvd di dangerous method.Secondo me,visto che dovrei conoscermi,potrebbe piacermi.Conosco poco di cronenberg quindi abbiate pietà.
    Questo ad esempio,mai visto intero.Ora però dovrei riuscirci.

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  12. Sto scrivendo di A Dangerous Method proprio in questo momento... ho finalmente deciso cosa ne penso...

    E tu vediti La Mosca

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