Stitches (di C. McMahon, 2013)


Conor McMahon non è un regista conosciuto, il suo nome dice poco, i titoli dei suoi film ancora meno. Però è irlandese e quando si tratta di anglosassoni bisogna stare sempre attenti, perché quegli ubriaconi dall'accento strano sanno il fatto loro, soprattutto quando si tratta di cinema. 
McMahon viene dalla serie B, dove B sta per pochi soldi e non per incapacita dietro la macchina da presa. E' uno abituato a lavorare con due euro e tanta fantasia e ha un senso dell'umorismo spesso e rumoroso. Non che c'entri qualcosa con i nostri Boldi e De Sica, né con l'horror commedy statunitense tutta tette e culi, solo che lui non va tanto per il sottile, il suo non è humor inglese e nei suoi film c'è tanto sangue da riempire una piscina olimpica. E il suo ultimo film è su un clown assassino.

Stitches. Lo ammetto, io odio i clown. Mi fanno una paura fottuta, non si tratta nemmeno di ansia, semplicemente quando ne vedo uno mi vien voglia di urlare e correre via. Non mi vergogno a dirlo, ogniuno ha le proprie debolezze. Il fatto è che per me i clown sono malvagi, non mi aspetto altro da uomini con sul viso un sorriso finto disegnato e piedi troppo lunghi per un essere umano. Ma dopo averne letto più che bene in casa di colleghi blogger, ho dovuto vederlo lo stesso. 
Ora, Stitches è la storia di un clown morto accidentalmente durante una festa di compleanno che torna in vita per vendicarsi dei suoi piccoli assassini. Sei anni dopo, grazie ad un uovo magico e ai poteri di un culto clownesco. Gia a dirla così si capisce che sangue e risate si fondono per dar vita ad un lungometraggio che da un lato ricorda certo cinema horror anni '90 e da un altro l'attuale ondata di commedie in salsa splatter che hanno il loro più alto epigono in Shaun of the Dead.  


Che una pellicola del genere sia stata finanziata dal governo irlandese ha dell'incredibile. Anzi, non fosse stato per questo finanziamento, probabilmente Stitches non avrebbe mai visto la luce. Non male per un film in cui un clown non-morto fa a pezzi studentelli durante una festa. Trama molto all'americana se non fosse che McMahon non è mai grossolano e gestisce la cosa alla grande, mantenendo alti i toni della commedia adolescenziale ma non elemosinando in sangue, viscere e carne. Allora l'horror diventa un modo per ridere in faccia alla morte e all'alienazione contemporanea, lo slasher non ci prova nemmeno più a fare paura e si spinge verso l'esasperazione cartoonesca e spietata di una violenza scandita da perfetti tempi comici. 
Immaginate i protagonisti di America Pie con alle calcagna un assassino impossibile da prendere sul serio che uccide in maniera poco credibile ma originale oltre ogni limite. Immaginate un culto antichissimo di clown a cui viene precluso il riposo eterno se non hanno avuto la possibilità di terminare una festa. E immaginate il senso di un cinema che lo dice in faccia, chiaro e tondo, cosa vuole fare: divertire nella maniera più scorretta possibile. Non è detto che ci riesca, ma con me ha funzionato.

Che poi, la vera star del film è proprio lui, il clown Stitches (interpretato dal comico Ross Noble), un cattivo che potrebbe far concorrenza al buon vecchio Freddy Krueger armato non di rasoi alle dita ma di pompe per palloncini, ombrelli e tutto l'occorrente per l'arte clownesca. Un boogieman che cerca di divertirti uccidendoti perché quello è il suo ruolo, che impreca ride e scherza ma quando prova ad ammazzarti è da prendere sul serio. Un personaggio fresco, nuovo, scritto benissimo (dallo sceneggiatore David O’Brien) e diretto ancora meglio. Il finale aperto potrebbe consegnarlo per sempre agli annali del cinema horror. Ed è un clown. I suoi avversari poi, per una volta, non meritano affatto di essere fatti a pezzi: il gruppo di ragazzi/vittime designate capitanati dal timido Tom (Tommy Knight) sono uno più spassoso dell'altro e sembrano quasi uscire dallo schermo. Tutto funziona perfettamente, l'alchimia è perfetta. E Gemma-Leah Devereux sembra la copia sputata di Selma Blair. Da un horror come questo impossibile aspettarsi di più anzi, è già oro colato. Alla faccia di chi spende 5 milioni di euro per fare sempre la solita vaccata (ogni riferimento a film o registi realmente esistiti non è affatto casuale).

Per tutte queste motivazioni Stitches è un gioiellino. Trasuda amore e passione e con queste armi ti contagia. Anche quando si parla di clown. 


Commenti

  1. Ecco l'ennesima recensione positiva.Adesso devo proprio allora mettere da parte la mia fifa per i clown, mi danno un'ansia pazzesca, e guardarlo.

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    1. Anche io avrei evitato a causa della mia paura, ma tranquilla che ci si diverte soltanto.

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  2. Ne sto leggendo bene in più blog, a questo punto dovrò recuperarlo senza attendere troppo.

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    1. Di solito io e te non andiamo d'accordo sugli horror, ma qui penso ti divertirai anche tu :D

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  3. ma come mai tutta sta gente che ha paura dei clown? ^_^
    Marrano di un King !
    Messo in lista anche lui,in ogni caso in questi giorni dovrei vedere Grabbers, sai il film con i tipi che si sbronzano perchè così non vengono ammazzati dai mostri...w l'irlanda!

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    1. King è arrivato dopo, io avevo paura dei clown da che avevo cinque anni. Ah, Grabbers è delizioso.

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  4. Sapevo che ti sarebbe piaciuto <3
    è un piccolo film da amare.

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    1. E io sapevo che mi sarebbe piaciuto da quando ne ho letto da te <3

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  5. sono contento che ti sia piaciuto! Anche per me un film delizioso!

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