L'albero della Vita - The Fountain (di Darren Aronofsky, 2004)


The Fountain è uno dei film più bistrattati della storia del cinema. Un progetto talmente ambizioso da non essere stato capito, da esser stato rifiutato: troppo complesso, troppo lungo, troppo costoso. Il film più personale di Darren Aronofsky, il meno compreso e quello dalla più lunga gestazione.
Tutto ebbe inizio nel 2001, quando Aronofsky propose alla Warner Bros e alla Village Roadshow un suo script originale. Da quel momento in poi fu un'odissea tra costi eccessivi, defezioni di produttori, attori e continui ritardi nelle riprese. Nel 2004 per fortuna questo calvario ebbe fine, il film uscì nei cinema e si rivelò un flop storico con 16.000.000 di dollari incassati contro i 35.000.000 di quelli spesi.

Nel XVI secolo il conquistador spagnolo Tomas Leo cerca l'albero della vita per salvare la vita e il regno della regina Isabel. Nel presente lo scienziato Tommy Creo cerca di trovare una cura alla malattia che sta uccidendo l'amata moglie Isabel. Nel XXVI secolo un uomo si prende cura dell'albero della vita...


L'albero della Vita è un film senza dubbio complicato tanto da un punto di vista strutturale quanto da quello contenutistico. Forse il regista ha messo troppa carne al fuoco, forse l'idea originale è stata svilita da una gestazione troppo complicata, non possiamo certo parlare di un capolavoro ma quel che conta (almeno per me) è altro. C'è l'emozione, ad esempio. C'è l'intensità di una messa in scena catartica che afferra il cuore e lo stringe fin quasi a fare male. C'è un tema affascinante sviluppato con originalità ed una storia epica che trascende il tempo e lo spazio. Perché è di questo che si tratta, in realtà: di una grande storia che muta e si evolve come i propri protagonisti.

The Fountain è un romanzo scritto dalla protagonista Isabel, nel presente. Isabel ha il cancro e probabilmente non riuscirà mai a ultimare la sua storia, che ha radici profonde in un passato mai vissuto. La ricerca dell'albero della vita assume così connotati simbolici: diventa la ricerca di una completezza irragiungibile, di una completa fusione con l'armonia del creato, della pace con se stessi, senza rimpianti. In molti hanno frainteso queste tematiche, spingendosi a definire il film come opera permeata di spirito new-age che, sinceramente, c'entra poco. E se proprio dovessimo ricercare le influenze culturali di questo regista dovremmo guardare all'ebraismo e alla cabala, all'albero della vita come simbolo dell'avvicinamento dell'uomo a Dio che coincide con l'abbandono di ogni corporeità, alla vita eterna intesa come qualcosa di trascendentale.


E poi ci sono i maya, in The Fountain. C'è l'aldilà come rinascita, nuovo inizio. C'è lo xibalba (la morte) e l'angoscia che prova ogni essere umano posto di fronte alla malattia e alla sofferenza. Ecco, L'Albero della Vita è un film che parla dell'angoscia dell'uomo quando si pone di fronte alla morte e del modo per sconfiggerla. Forse per questo fa così male guardare le lacrime di Tomas Creo e il sorriso stanco e provato di Isabel. Il loro amore destinato a spezzarsi e poi la presa di coscienza: non tutto finisce con il finire della vita terrena. Forse per questo The Fountain è un film così riuscito al di là di tutti i suoi difetti, un'opera che mischia religione, fantasy storico e fantascienza. Che forse non è niente di tutto questo ma solo una storia d'amore tra le più romantiche mai realizzate.

Da un punto di vista tecnico il film invece può dirsi assolutamente riuscito. Le prove di Hugh Jackman e Rachel Weisz sono da incorniciare, a dir poco perfette. Le musiche di Clint Mansell struggenti e potenti come sempre, epiche a loro modo, mentre gli effetti speciali di Jeremy Dawson e Dan Schrecker possono dirsi stupefacenti soprattutto accostati alla fotografia di Matthew Libatique tra il bianco della neve e l'oro della luce. 
E Darren Aronofsky, invece? Beh, lui ci mette tutta la passione nel suo progetto più personale. E si vede. Certo è che se non vi arriva fino al cuore, questo film non vi piacerà affatto e di questo non potrò farvene una colpa.




Commenti

  1. Devo essere sincero... a me non piacette proprio... ;)

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    1. Sì, effettivamente può fare veramente schifo, dipende da quanto ti colpisce a livello emozionale.

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  2. nonostante sia il film meno riuscito di aronofsky, anche per me è un film sottovalutato.
    hugh jackman però no, come al solito non se pò vedè. con un altro protagonista, la pellicola avrebbe funzionato parecchio di più...

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  3. Hugh Jackman fa pena anche a me ma qui funziona bene, probabilmente è l'unico film in cui mi sia piaciuto. Certo che se avesse accettato Crowe forse ci sarebbe stato un salto di qualità.

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  4. io sono dello stesso parere di eddy. al cinema presi in seria considerazione l'idea di suicidarmi.

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  5. Sto con Eddy e Frank.
    Proprio un film di merda. ;)

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    1. Beh, film di merda è un po' troppo assolutistico come giudizio

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  6. Per me non un film di merda, ma non sono un estimatore della pellicola. Troppa carne al fuoco e sviluppata confusionariamente, Separate dal resto, le tre storie sono tutte bellissime [specie la conclusione del conquistadores] ma insieme... Un film fatot più per sé stesis che per chi lo guarda

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    1. Troppa carne al fuoco, questo è vero, ma forse la colpa è anche del travagliato processo produttivo che ha vissuto.

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  7. Lo dico?
    Forse il mio preferito di Aronosky , per tematiche.L'Albero e' Yggdrasill della mitologia norrena, l'asse precessionale comune alle piu'antiche conoscenze umane.La messa in opera e' spettacolare.Gli attori,una muta di cani immeritatamente di richiamo.
    Ma comprendo l'effetto generale che ha fatto.
    Generalmente la chiamano ignoranza, ma, come accaduto con Pigreco, Aranofsky e' un furbetto e si accontenta di sfiorare appena gli argomenti saccheggiati.
    Plaudo alla tua lettura della pellicola, comunque.

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    1. La mia lettura è basata su quel che conosco di Aranofsky e sugli altri suoi film (Pi Greco e il Cigno nero su tutti). Non ne capisco molto di mitologia norrea, affascinante la storia dello Yggdrasil, devo assolutamente approfondire.

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    2. DeSantillana - Dechend "Il Mulino di Amleto"
      Va' e impazzisci. ;)

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    3. Perchè nello specifico il Frassino e non in generale la simbologia dell'Albero, presente come simbolo e archetipo cosmologico in tutte le culture? E' un po' che ho visto il film e non ricordo così bene i rimandi e i contenuti....Comunque a me era piaciuto, come tutto Aronofsky, e trovavo l'opera, una sorta di patchwork fra molti punti di vista ed esperienze spirituali nonchè di vita (e in questo senso era più la Cabala a venirmi in mente...)
      Emmeggì

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  8. ti offendi se ti dico che questo film per me è una cagata pazzesca? :) e non pretendo neanche i 92 minuti di applausi...vederlo per me è stato peggio di una tortura cinese!

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    1. Mannò, non mi offendo ;) solo che non capisco come non possa arrivare al cuore. Non è un film oggettivamente bello (ben fatto sì, ma non bello) ma è sicuramente intenso. Vabbè...

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  9. Come può far pena Ugo??? Ok, faccio finta di non aver letto quel che ho palesemente letto...=D A me manca e mi incuriosisce non poco. Anche se il Bradipo dice che è peggio di una tortura cinese. XD

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    1. Valentina, ascolta me: guardalo ;) poi mi saprai dire.

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  10. Mi manca. Ma dopo essermi massacrata gli zebedei con "il cigno nero",film che ho detestato cordialmente (spernacchiatemi pure..) credo che, nonostante la Weisz, lascero' perdere. In compenso di Aaranofsky mi e' piaciuto davvero tanto "The wresler"

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    1. No, dai, Il Cigno Nero no. Allora questo non guardarlo mai :D

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