[Recensione Disco] Molla - Prendi Fiato (2013)


Non sono solito ascoltare musica italiana contemporanea (in italiano). Non ascolto molto le radio, non mi interessano granché questi "artisti" anni 2000 figli dei reality. A volte non sopporto le logiche discografiche, né i gusti di un pubblico pronto a divinizzare cantanti della domenica come fossero i nuovi messia mediatici. Ammettiamolo: sono pochi quelli che osano da un punto di vista prettamente musicale, sono ancora meno i veri parolieri in lingua nostrana. E molto spesso il disco di un esordiente/veterano italiano non è altro che la copia della copia della copia di quanto è stato già fatto altrove. L'unico modo per sfuggire a tutto questo, a volte, è rifugiarsi  nella scena underground nazionale, dove si possono trovare le migliori boccate d'ossigeno, che per ovvie ragioni vengono respirate dai pochi che hanno la voglia di avventurarcisi. 

C'è un artista che io considero realmente un artista, non per modo di dire ma per dato di fatto, di cui vi vorrei parlare oggi. Un musicista, un cantante, un esordiente che tanto esordiente non è, visto che bazzica la realtà musicale nazionale da qualche anno, ormai. Molla è un polistrumentista che si dedica ad un cantautorato pop elettronico che mette definitivamente a tacere gli amanti delle categorie. Prendi Fiato è il suo primo lavoro da solista, totalmente cantato in italiano. Un viaggio, l'unico modo per annichilire la banalità. Vita racchiusa in strofe, vere e proprie storie musicate che si perdono nel mondo sonoro di un folle illuminato. Ho scritto "mondo" non a caso, perché Prendi Fiato è caratterizzato da una scelta sonora talmente varia e variegata da meritare più di un ascolto per poter essere appresa - nonché apprezzata - appieno. E poi ci sono i testi di Ambra Susca, un quid in più, un punto di vista differente, mini-racconti (per non dire poesie) che perfettamente si amalgamano alla personalità vocale del poliedrico cantante. 

Dieci tracce, dieci frammenti di esistenza. Canzoni d'amore, ballate, isterie elettriche ed elettroniche. Riflessioni. Come ad esempio Barbie '83, pezzo dalla modernità disarmante, vera e propria dichiarazione d'amore. O In Silenzio, ballata non nel classico senso del termine, per non parlare di 7 di Novembre, forse il vero manifesto del disco. Bisogna rimanere per qualche minuto sul beat dubstep di In Riva al Mare, poi, per poter ascoltare il mio pezzo preferito del disco, Aldilà. C'è Lontano da te, che fonde elettronica e cantautorato come le due cose fossero da sempre la medesima per poi passare a Via Brioschi 62, classica non nel senso classico del termine con la guest star Erica Mou alla chitarra acustica. Poi si canta Sottovoce, un brano assurdamente dolce e geniale e ci si spegne con la traccia che da nome al disco, Prendi Fiato, quasi una struggente carezza sull'anima. E poi si ricomincia. Perché la bella musica va ascoltata più volte per poter essere compresa. 

Prendi Fiato non ha la fisionomia di un disco di esordio. Può non piacere, come tutte le cose, persino quelle più belle. Se proprio volessi trovare un difetto dovrei ammettere che è fin troppo pop. Ma si tratta comunque di una scelta, una presa di posizione, un'attitudine. Io fossi in voi proverei ad ascoltarlo. Datelo da mangiare al vostro lettore cd, che la musica è nutrimento dell'anima.

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