[Recensione] Italiano Medio (di Maccio Capatonda, 2015)


MOBBASTAVERAMENTE

Ho sempre pensato che il cinema di genere, in Italia, fosse morto. Oddio, a pensarlo non sono solo io, ma sta di fatto che il nostro paese, per anni sopravvissuto e reso grande dai film di genere, sia collassato in un'inutilità senza fine. Perché? Perché horror, commedia, thriller e poliz(iott)esco erano strumenti di analisi locale che si rivolgevano all'universale. Perché lo scopo non era fare ridere (o far paura) e rendere tutti felici e contenti ma penetrare la superficie, affrontare gli orrori e perdere, prenderci in giro senza scusanti, osservare il lato corrotto del nostro mondo. Soprattutto la commedia all'italiana (d'autore, sexy, demenziale) ci seppelliva con una risata, violenta e fragorosa. Una risata che ci lasciava esausti e conquistava anche il resto del mondo.
Peccato che poi, ad un certo punto, non siamo più stati capaci di ridere di noi stessi. Così sicuri che i nostri difetti, in fondo in fondo, sono facezie; pronti a prendere in giro tutti ma non osate farlo di noi. Incapaci di rivolgere lo sguardo ad un futuro che non fa ridere per niente. 
Non sto facendo la scoperta dell'acqua calda: le commedie italiane sono tutte uguali, la serializzazione della risata, i film di richiamo e bonari, leggeri, figli di quel fenomeno televisivo che nell'italietta di oggi è piccolo piccolo. Ma, soprattutto, la commedia italiana contemporanea non scava, non va a fondo, nemmeno ci prova. Ci rappresenta come bonaccioni che sì, sbagliano, ma chi se ne frega, tanto il nostro è un paese meraviglioso, tanto alla fine la lezione la capiamo. Perché siamo italiani. 

Anche la comicità non è più quella di una volta, vittima del tormentone, esemplificata per poter essere digerita dalla massa. Rassicurante nel suo essere becera. Comicità che prima ha conquistato la TV, poi colonizzato il web e (devo ammetterlo) molto spesso si è dimostrata adatta a quella dimensione. Fino a che non si è deciso di esportarla al cinema.
Ecco, il cinema. Quella dimensione dotata di un linguaggio proprio che deve essere rispettato, altrimenti non ci si capisce più nulla. Ed è al cinema che esordisce in questi giorni Maccio Capatonda.



IL FILM

Maccio, al secolo Marcello Macchia, è un comico nato su Youtube ma divenuto famoso prima grazie alla Gialappa's Band e ai suoi Mai Dire..., poi su Mtv con la serie Mario. Uno di quelli che ha compreso subito la potenza del web, che è andato in televisione e che adesso tenta la strada del grande schermo. Un po' come hanno fatto I Soliti Idioti e tanti comici di Zelig tra cui Checco Zalone. Eppure c'è una differenza sostanziale: non solo Capatonda decide di fare tutto da solo (regia, sceneggiatura, recitazione, montaggio) ma scegliere di girare un film vero e proprio e non solo un ammasso di sketch tenuto insieme con lo sputo. In oltre Maccio e compagnia scelgono la strada più difficile, ovvero quella della comicità demenziale e fracassona ma "impegnata", rinunciando a qualunque (falso) buonismo e puntando alla satira spietata. E, nel bene e nel male, credo siano queste le caratteristiche principali di Italiano Medio, lungometraggio tratto da un vecchio fake trailer del comico. 

In un gioco alla Dottor Jekyll e Mr. Hyde il virtuoso Giulio Verme,ambientalista depresso e passivo, viene convinto dall'amico Alfonzo a prendere una droga che gli permetterà di utilizzare solo il 2% del suo cervello. E' così che Giulio diventerà un uomo stupido e ignorante, interessato solo al divertimento, alla tv e alle donne. Un vero italiano medio. 


Ve lo voglio dire subito: non penso che Italiano Medio sia un gran film. Anzi, a dirla tutta, penso che si tratti di una pellicola sgangherata, con poca coesione e molti momenti morti. Il filo conduttore c'è, la storia anche, persino alcuni colpi di scena ed è ovvia la scelta di rispettare un linguaggio estraneo agli autori. Solo che è difficile, nel passaggio da fake trailer a film, mantenere coesione e non cadere in molte trappole che forse il regista non era ancora pronto ad affrontare. Perché Maccio è un cinefilo che al cinema non appartiene e che prova a far leva su meccanismi che nel cinema non funzionano. Per questo Italiano Medio non fa ridere quanto ci si aspetterebbe, soffre di parecchie cadute e rischia di diventare ostico per chi non è un fan del nostro, scontentando invece chi sperava in una traslitterazione delle meccaniche TV/web a cui era legato. Nel corso della visione ci si trova di fronte a ingenuità e mancanza di esperienza ed è chiaro che il risultato possa rivelarsi al di sotto delle aspettative comuni. 
Meglio specificarlo però: Italiano Medio non è un fallimento. Il film non precipita mai, si mantiene sempre a galla, accumula errori su errori ma resiste e al momento giusta tira fuori momenti indimenticabili. Anzi, penso che certi momenti siano pura poesia. Ma è difficile, da un punto di vista "estetico", definirlo più che carino. 


Allo stesso tempo Italiano Medio è un tentativo di fare cinema di genere come non se ne vedeva da tanto. Al diavolo i buoni sentimenti, al diavolo i lieto fine e il politicamente corretto. A Maccio e combriccola non gliene frega niente di rassicurare lo spettatore. Anzi, lo scopo sembrerebbe l'esatto contrario: ogni risata che Italiano Medio strappa è amara, velata di lacrime; ogni personaggio è una macchietta sgradevole che ci deride, ogni situazione è l'esagerata quotidianità con cui dobbiamo avere a che fare. Lo sguardo di Maccio non è bonario, non è ruffiano, né nei confronti di Giulio e di chi è come lui, né nei confronti del suo doppelganger e della massa italiota che rappresenta. Da questo punto di vista potrei persino arrivare a dire che più del film mi è piaciuto Capatonda in tutta la sua intelligente cattiveria. Ad accompagnarlo tutto il suo ambaradan di facce sceme e il suo nutrito gruppo di amici/colleghi, da Herbert Ballerina a Ivo Avido, dal candidato ai Golden Gol Rupert Sciamenna a una intensa Anna Pannocchia. Tutti volti che riempono i buchi di personaggi caricaturali, a volte scontati, altri irresistibilmente geniali. Come geniali sono alcune trovate (Via del tutto eccezionale, la prima trasformazione, la citazione tutta da ridere di Arancia Meccanica e Fight Club, il finale) che una risata te la strappano nonostante da ridere ci sia poco o nulla. Alternando non sense a comicità più rozza e dozzinale, puntando tutto sull'agro e nulla sul dolce, Italiano Medio procede per 100 minuti e ti fa a pezzi con un finale terrificante che non fa altro che rivelare una sacrosanta verità. Senza fare la morale, checché ne dica la gente: il film stesso è la prova del compromesso (e poi, andate a vedere chi figura tra i produttori e distributori).


Credo sia impossibile esaltare un film come Italiano Medio. Sicuramente chi non ama la comicità trash non dovrebbe nemmeno mettere piede in sala, ma giudicare stupido quel che tuttalpiù può essere furbo credo sia inammissibile. Marcello Macchia è intelligentissimo e colto, riadatta Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Stevenson al modello cinematografico e ai nostri tempi, alla nostra società. Lo fa parodiando il film Limitless di Neil Burger, perché Marcello Macchia è un cinefilo. Il suo film è poetico e stupido, a tratti geniale, volutamente volgare. E' la decostruzione di tanta commedia italiana degli ultimi anni, dai film di Boldi e De Sica e quelli di Checco Zalone. Chi si aspetta(va) altro verrà irrimediabilmente deluso, chi lo stroncherà avrà tutte le giustificazioni di questo mondo. Il 90% di chi lo andrà a vedere, inconsapevolmente, riderà di se stesso. Intanto aspetto Maccio con qualcosa di più originale e più maturo, che le carte per fare bene e meglio di tanti altri ce l'ha tutte.
Infine vorrei chiudere con una considerazione che potrà farvi riflettere: in giro c'è chi va ancora dicendo che Fantozzi sia un film stupido e becero... 

Commenti

  1. Bella recensione e bella analisi, complimenti!!!

    RispondiElimina
  2. Non l'ho ancora visto (l'idea al comico al cinema raramente mi entusiasma, e Maccio non fa eccezioni) ma qui stanno dicendo tutti il contrario dell'altro. Alla fine in qualche modo più o meno medio me lo vedrò a saprò dire...
    Comunque analisi molto interessante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il film in se non è granché, inutile girarci intorno. Maccio però va in profondità e non vedo perché anche lo spettatore non debba fare altrettanto.

      Elimina
  3. Davvero un'ottima analisi. Ho scoperto da qualche mese Maccio con la serie Mario e a me fa sganasciare dal ridere: riesce a catturare i nostri difetti e manie e a riderci sopra montando sketch con un'amore e una conoscenza del cinema rare per un comico del giorno d'oggi. Ridiamo di noi stessi, è vero.
    Lo vedrò senz'altro.
    Più che altro chi definisce Fantozzi una commedia superstradivertente non capisce una fava: si ride, per carità di Dio, ma in bocca, ogni volta che lo rivedo, mi rimane sempre un gusto amaro; quello del dramma. Fantozzi è un personaggio immortale, perché siamo noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma infatti la risata (sia in Fantozzi, sia qui) è catartica: si ride per non piangere. ma da ridere non c'è niente.

      Elimina
  4. Mi associo ai complimenti, bravissimo Frank.
    Collimiamo su moltissimi punti, la stragrande maggioranza.
    Sei stato molto equlibrato ed oggettivo, ancora complimenti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, poi però divento rosso. Comunque ho letto la tua ed è vero, molti punti in comune, nonostante mi sembri di intuire che a te sia piaciuto più di quanto sia piaciuto a me

      Elimina
  5. Ai fratelli Peluria questo post è piaciuto! :)

    Quanto a me, spero che il film non mi deluda, anche se ho come l'impressione che potrei finire a pensarla più o meno come te...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma guarda, io non sono deluso. Il film è carino e segna una rottura con la commedia italiana contemporanea. Sinceramente preferisco una pellicola non riuscitissima ma che fa la differenza rispetto i solito brodo caldo

      Elimina
  6. Assodato lA'utore qual cinefilo, stento a capire come possa aver ficcato tutti gli orrori stilemici e le grossolane pecche che hai analizzato in una sua opera prima....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché pur volendo far cinema rimane legato alle meccaniche televisive, a corto respiro. E si vede. Lui non cerca di adattare la televisione al cinema ma il cinema ha meccanismi differenti. Considera poi che in Italiano Medio ci sono così tante idee che di film se ne potrebbero fare almeno 2 o 3 e sapere non vuol dire saper fare. Credo che in futuro Maccio potrà stupirci.

      Elimina
  7. Bella recensione, temo che la mia opinione finirà per essere molto simile alla tua... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, la mia opinione credo sia abbastanza buona. E' un opera prima di uno che fino ad ora ha fatto altro. I video di 1-2 minuti e una serie tv sono diversissime dal cinema. Ma c'è così tanto in questo film "poco" riuscito da non lasciare di certo a bocca asciutta.

      Elimina
  8. Visto ieri: supera Limitless (ma solo io mi sono addormentata con quel film?) e ci piazza un grandissimo rimando a Fight Club, rigira la frittata ma lo fa bene. E sopratutto c'è una trama ed un finale che fa storcere il naso, perché non è proprio un happy ending, un po' come nella prima stagione di Mario. Grandissimo Maccio per l'ennesima volta riconferma il suo talento. E continua con la sua ironia che i più definiscono "strana", perché poco hanno visto oltre ai cinepanettoni classici. Ci vorrebbero più Maccio e Pif piuttosto che quei fenomeni virali di Youtube Italia che fanno una pena assurda (oltre a non far ridere, of course).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il talento è sicuramente confermato, speriamo che in futuro al talento si sommi la padronanza del mezzo.

      Elimina
  9. Siccome sono fondamentalmente d'accordo e hanno già commentato in mille, dirò solo una cosa: Anna Pannocchia è davvero una favola moderna!

    RispondiElimina

Posta un commento

Info sulla Privacy