Burying the Ex (di Joe Dante, 2014)


Parlando di Joe Dante non posso certo lanciarmi in vorticose lodi visto che non è e non è mai stato uno dei miei registi preferiti. Però se qualcuno venisse a chiedermi "Joe Dante chi?" io non potrei far altro che nominare Piranha, L'Ululato ma soprattutto Gremlins e Explorers (due cult assoluti della mia infanzia) e Small Soldiers. Insomma, Dante non sarà uno dei miei registi preferiti ma è sicuramente uno di quelli che ha segnato di più la mia infanzia adolescenza. Cosa non da poco.

Devo ammettere che non vedevo un film di Joe da tanto. L'ultimo che aveva girato è stato The Hole, che non mi esalto particolarmente e risale al 2009, quindi a sei anni fa, poi di lui ho perso le tracce. Leggo però che in realtà il vecchio non si è fermato e ha fatto tanta televisione, tutta roba che non conosco e di cui a malapena ho sentito parlare. Ma di film, in realtà, ne fa uno ogni cinque/sei anni. E l'ultimo, in ordine di uscita, è stato Burying the Ex, del 2014.

Max è un nerdone appassionato di film horror e convive da pochissimo con Evelyn, vegana fissata con la natura, il riciclaggio e il dispotismo. I due non hanno nulla in comune se non l'intesa sessuale: lei praticamente non ha alcun rispetto per lui e ci sta insieme perché non ha nessun altro, lui sta insieme con lei perché il sesso è meraviglioso e perché non ha le palle di lasciarla. A risolvere la situazione arriva un autobus, che investe Evelyn e libera Max lasciandolo però con enormi sensi di colpa. Finché ovviamente nella vita sua vita non compare Olivia, la sua anima gemella. Peccato che Evelyn non sia d'accordo a lasciare Max e risorga dalla tomba come zombie per coronare il suo sogno d'amore.


Burying the Ex è una commedia in salsa horror presentata per la prima volta fuori concorso alla 71° Mostra del Cinema di Venezia. Film tipicamente dantesco, fonde il classicismo della commedia romantica ai toni dell'horror via via più acceso. Non ha nulla di originale e nulla di veramente divertente, è quel classico film da guardare in una calda serata estiva sorseggiando una birra, possibilmente da soli e in mutande con un ventilatore puntato sulla faccia. Roba che se non l'avesse diretta Joe nessuno se la sarebbe cagata. E invece il regista è proprio lui e non è difficile capirlo tra mille citazioni, mille riferimento e uno stile che a distanza di anni resta inconfondibile. Burying the Ex è un lavoro abbastanza moderno che ammicca ad un certo modo di fare cinema anni '80, che negli anni '80 Dante faceva per un sistema che non era quello di nicchia (parliamo comunque di Spielberg) e che ora è diventato di nicchia perché a Dante i soldini per giocare non glieli vogliono più dare. E lui allora che fa? Prende un certo Alan Trezza che nel 2008 girò un cortometraggio dal titolo Burying the Ex, gli fa dilatare la sceneggiatura per arrivare ad un minutaggio di 89 e gira un film che davvero non ha niente di speciale ma che intrattiene e esalta, a tratti, con dosi di humor nero, splatter e romanticismo puro.


La verità è che Burying the Ex funziona soprattutto grazie ai suoi attori. Tutti diretti meravigliosamente, perché è questo che conta. Ad esempio Anton Yelchin, nel ruolo di Max, è praticamente perfetto, un misto tra Elijah "Frodo" Wood e Tobey "Peter Parker" Maguire che sprizza insicurezza da tutti i pori ma ha fortuna di incontrare Olivia, interpretata da una Alexandra Daddario che abbandona la sua immagine di sexy attricetta inutile per diventare la tipica ragazza perfetta acqua e sapone/dark/punk a cui piace guardare La Notte dei Morti Viventi in un cimitero e passare ore a parlare di quel che l'appassiona mentre Ashley Greene (Evelyn) non è appassionata di nulla che non sia il controllo ma è incredibile che abbia esordito con Twilight perché è un'attrice di quelle brave brave veramente. E infine lui, la vera star del film, Oliver Cooper (Travis, il fratellastro di Max) che praticamente è il Costa di Project X una decina d'anni dopo ma fa schiantare lo stesso dalle risate. 

Alla fin fine Burying the Ex non vuole fare critica socio-politica, non vuole fare filosofia e non vuole essere nulla più di un intrattenimento spensierato diretto dalla mano di chi le horror commedy forse le ha persino inventate. Un maestro vero e proprio che ormai fa film col contagocce, però noi appassionati siamo sempre qui, pronti a goderceli come fossero ancora gli anni d'oro.

Commenti

  1. Carino, molto, anche se ho avuto l'impressione che il grande Joe, questa volta, sia arrivato un po' tardi. Nel senso che lui, anticipatore di mode e tendenze, questa volta - anche se a modo suo - si è semplicemente messo in coda: c'è un po' Warm Bodies, un po' Life After Beth, un po' di una commedia anonima con la Longoria sposa fantasma. Però diverte, intrattiene e ha un cast bene assortito. Yelchin, tra l'altro, è come il prezzemolo, ma mi sta molto simpatico e non sbaglia un film. L'ho adorato in Like Crazy e 5 to 7, e proprio di recente l'ho rivisto - e sentito cantare - in Rudderless, un dramma musicale del Sundance che straconsiglio a tutti. :)

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    1. Beh, io non ho visto molti dei film da te citati, però si nota già che non è un prodotto originalissimo.

      Grazie invece per il consiglio

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  2. Io di Dante credo avrò visto solo i due Gremlins e Small soldiers :( questo volevo recuperarlo ma ho troppa roba a cui dare la precedenza.
    Anche se quella gif della Daddario...

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    1. Eh, ma la Daddario si vede così solo in quella scena, te lo dico a scanso di equivoci :D

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  3. Vedrò di recuperarlo, anche perchè Dante è anche uno dei miei miti dell'infanzia.
    Detto questo, togli quella gif della Daddario, perchè altrimenti non si riesce a leggere il post adeguatamente. ;)

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