Cos'è il deep web?


Oggi parliamo di un argomento che con i soliti c'entra poco o niente, ovvero il deep web. Credo che dedicare un post al deep web sia importante, soprattutto perché sul web ormai ci si passa la vita, è un non-luogo dai cui traiamo informazioni, intrattenimento, dove facciamo ricerche e passiamo parte del nostro tempo libero (o lavorativo) e, soprattutto, intratteniamo relazioni sociali. E necessario sapere quindi che il web è un posto molto più complesso di quel che immaginiamo, alle volte pericoloso, spesso preziosa miniera quasi del tutto libera da ogni forma di controllo e che può quindi rivelarsi colmo di insidie e tranelli. Come se non bastasse, nel web possiamo essere derubato, tradito e colpito da forse invisibili di cui non ne comprendiamo pienamente la portata.

Non serve dirlo, quel che noi chiamiamo web è una minima parte della rete, la punta di un iceberg enorme. Eppure la "rete" è una sola, Internet è uno solo, non tratta di "mondi paralleli". Semplicemente c'è il web in chiaro, quello indicizzato e organizzato, quello che navighiamo attraverso i motori di ricerca e i classici www.unsitoacaso.it/com/org/net, e c'è il web "anonimo", non indicizzato, dove i siti non terminano per .it/com/org/net, cambiano, chiudono o vengono chiusi costantemente e non si riescono a trovare semplicemente googlando. Quella parte di internet è nascosta (per quanto possa esserci qualcosa di nascosto, su internet) e nonostante ci possa andare chiunque utilizzando gli strumenti giusti, non è alla portata di tutti.


Nel deep web si muove chi vuole rimanere anonimo per un motivo o per l'altro. Ovviamente è impossibile l'anonimato assoluto sul web ma, viaggiando su siti non indicizzati o senza un indirizzo fisso, risulta più facile nascondere i propri movimenti. E' un po' come rintracciare una persona senza fissa dimora. Per capirsi: quando navighiamo su internet lasciamo delle tracce avendo una specie di "numero di targa" chiamato indirizzo IP attraverso cui siamo costantemente identificabili. Per navigare nel deep web invece nascondiamo il nostro IP - o meglio, lo cambiamo - divenendo così più difficili da individuare. Nel web nascosto (anche detto dark web, covo di criminali e lestofanti) siamo quindi delle macchine con una targa falsa che si muovono tra luoghi non segnati sulle comuni carte geografiche e case senza indirizzi. 

Per tutti questi motivi ci vuole un determinato motivo per muoversi nel deep web: si tratta di una porzione della rete grande più o meno 500 volte il web indicizzato. E se pensiamo a quanto è grande l'internet che comunemente usiamo ci possiamo fare un'idea di quanto sia vasto il DW. Se consideriamo poi quanto sia privo di punti di riferimento, ci rendiamo conto di quanto sia difficile muoversi al suo interno. Nel DW va insomma chi ha un motivo per andarci e chi sa cosa cercare. Ci vanno i pedofili per lo scambio di materiale pedopornografico. Ci va chi vuole il porno illegale. Ci vanno hacker e cracker, chi vende (e compra) droga o armi ma anche documenti falsi. Ci vanno jihadisti e terroristi, i truffatori, le sette, gli amanti degli snuff e i semplici curiosi. Eppoi ci vanno quelle persone che vivono in paesi dittatoriali in cui navigare è reato e internet è soggetto a restrizioni. Ci vanno quelli che preferiscono vivere nel più totale anonimato passioni legali ma viste come stranezze, Ci vanno scienziati, agenti governativi, poliziotti, lettori (ci sono database immensi dei libri più improbabili) e chi è interessato ad argomenti particolari, dalle scienze alla politica all'economia. Nel deep web ci sono le multinazionali, i siti governativi, c'è scientology e c'è il CERN, ci solo le informazioni legali e illegali, ci sono i forum su qualsiasi argomento. Ci sono cose belle e ci sono i mostri. C'è insomma tutto quello che per motivi di privacy non si vuole venga raggiunto da chiunque e allora non viene indicizzato, quei siti a cui non si può arrivare tramite i classici percorsi che giornalmente seguiamo. Persino la nostra posta elettronica è nel deep web.


Esattamente funziona come un Peer to peer: ogni PC mette a disposizione dei dati che verranno scaricato in un altro PC e che quindi fornirà questi dati ad un altro PC. Se apro quindi un sito nel DW il mio pc diventerà server di quel sito a cui (conoscendo l'indirizzo) si potrà collegare un altro PC con cui, in questo modo, condividerò i dati. E quel PC farà la stessa cosa con un altro. Per questo, all'interno di un sistema simile, penetrare nel mio PC sarà un gioco da ragazzi per chi possiede un minimo di capacità e, per lo stesso motivo, il DW è costantemente monitorato da polizia postale, FBI e simili e alla lunga non è un posto sicuro neanche per i criminali.

Ovviamente, nel DW, siamo più esposti. Per quanto sia anonimo è semplicissimo incappare in virus e malintenzionati. Nel deep web saremo privi di qualsiasi tutela, di qualsiasi protezione, al di là di ogni sistema di sicurezza. Sarà semplicissimo, per chi lo sa fare (e nel DW sono in molti), violare la nostra privacy, violare il nostro PC e, perché no, violare il nostro conto in banca. Muoversi nel deep web è più o meno semplice ma c'è sempre il rischio di andare nel posto sbagliato: farlo senza cautela e senza aver preso le opportune precauzioni equivale ad andare nel quartiere più malfamato sventolando un pacchetto di banconote. Ed è questo il motivo principale per cui io non ci sono mai stato e, di certo, non consiglierei a qualcuno di farlo: quando la curiosità mi rode penso sempre ad un film come The Den (e chi lo ha visto capirà subito a cosa mi riferisco). Con questo non voglio però supporre che il deep web sia tutto crimine, hacker, depravati e pedofili perché, ripeto, non è un internet alternativo: è solo quella parte di internet non indicizzata, anonima e quindi molto più difficile da mantenere nella legalità. Fornire ad esempio il proprio numero di carta di credito (anche prepagata) è un suicidio perché è impossibile sapere a chi andranno le informazioni ad essa legate e cosa se ne farà questa persona. Anche per questo, per commerciare nel deep web, non si usano soldi reali ma i bitcoin, una moneta virtuale che vive continue valutazioni/svalutazioni.  


Il deep web appare come un luogo misterioso, a me piace fare un paragone con le catacombe di città quali Roma o Parigi. Proprio per questo sono fiorite una serie di leggende metropolitane come quelle che vogliono il DW dimora di sedicenti killer, che si fanno pagare per compiere omicidi, o di hacker spietati che in cambio di denaro possono rovinare la vita di chiunque. Altre leggende vogliono il web suddiviso in cinque livelli, di cui l'ultimo è luogo di misteri, inviolabile e dal contenuto sconosciuto: sto parlando del marianas web.
Ma, appunto, si tratta di leggende metropolitane. Per lo più, chi nel web si fa pagare per svolgere servizi "assurdi" è un imbroglione che non vede l'ora di estorcere soldi e informazioni al pollo di turno. Come se nel deep web non si trovassero già cose assurde di per se, come se già il web visibile non sia a volte assurdo. Fatto sta che quando si utilizza uno strumento così potente, ci vuole coscienza e soprattutto buon senso. I segreti, l'anonimato, lasciamolo a chi ha qualcosa da nascondere.

Concludendo, i pericoli del web sono tanti ma spesso derivano dal fatto che non si ha il buon senso di utilizzare internet come si deve. Fare un viaggio nel deep web può essere un'esperienza interessante ma anche traumatica. Soprattutto, i rischi di una passeggiata in questa giungla sono immensi mentre non ne comprendo l'utilità per noi semplici internauti. La curiosità?  Fino ad un certo punto. Intanto tutto quello di cui avete bisogno ve lo può dare Google. Ma credo sia anche un bene conoscere uno strumento che fa parte della nostra quotidianità, volenti o nolenti.


Commenti

  1. Molto interessante e soprattutto scritto in maniera comprensibile... utile per gli ignorantoni come me! :-)

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    1. Ti ringrazio, ma anche io sono un ignorantone nonostante sia appassionato di tecnologie. Su questo argomento mi sono informato per mesi prima di parlarne

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  2. Ne parlai anch'io un bel po' di anni fa dopo aver visto numerosi video sull'argomento, però il coraggio di saltare il fosso ed andare a farci una visitina non l'ho mai avuto.

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    1. Ma io non lo faró ne ora ne mai. Dovrei staccare l'hard disc e creare una partizione Linux, praticamente un casino. Altrimenti immagino già i virus che prenderei...

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