La Battaglia di Hacksaw Ridge (di Mel Gibson, 2016)


Che uno come Mel Gibson stia sulle palle a tutta l'industria hollywoodiana credo sia un dato di fatto. Che per motivi personali e prettamente “umani” (di cui mi interessa poco) stia sulle palle anche all'opinione pubblica, appare oramai più che ovvio. Che il suo cinema possa non piacere è lecito, persino comprensibile. Personalmente, non è uno dei miei registi preferiti: ho amato (e amo ancora) il suo Braveheart - Cuore impavido, mi sono piaciuti senza esaltarmi il suo esordio (L'Uomo Senza Volto) e The Passion, ho odiato Apocalypto. In seguito il Gibson regista è stato ostracizzato, ha smesso di girare film e ha partecipato come attore a poche pellicole: niente di nuovo, l'abbiamo visto succedere tante volte e la cosa non può stupire nessuno. Stupisce invece a me, personalmente, il suo ritorno dietro la macchina da presa dopo ben 10 anni dalla sua ultima prova. Un ritorno di quello esplosivi, con un film in grado di farmi piacere il genere bellico e di portarmi letteralmente a lacrime di commozione. Sto parlando ovviamente di La Battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge).

Ora, so che con queste parole mi potrei attirare tante critiche e pernacchie, ma mi frega poco: al netto di tutti i suoi (evidenti) difetti, Hacksaw Ridge è un FILMONE. Uno di quelli potenti, pieni, strabordanti. Un film in grado di arrivarmi allo stomaco e al cuore, tra lacrime e sorrisi. E, al netto di tutti i suoi difetti, credo ancora debba essere questo lo scopo di un film. 


Solitamente io cerco tre cose nel cinema: godimento visivo, partecipazione (emotiva o intellettiva) e intrattenimento. Quando trovo tutto questo nello stesso film per me è l'apoteosi, ma me ne basta anche una sola per essere felice. In particolare, in La battaglia di Hacksaw Ridge ho trovato le ultime due, quindi al diavolo i discorsi tecnici, al diavolo le critiche legittimamente sollevabili ma, soprattutto, al diavolo quelle che non stanno né in cielo né in terra. E' evidente che l'ultimo film di Gibson nasce con uno scopo e lo raggiunge, è evidente che i difetti di cui soffre sono congeniti ad un certo modo di fare cinema tipico del regista. E' un film carico di patriottismo made in U.S.A.? Ovvio che sì. Ha una forte impronta religiosa su cui sviluppa un racconto ai limiti dell'agiografico? Assolutamente. E' eccessivo ed eccessivamente splatter? Senza ombra di dubbio. Ma questi sono elementi che chi vorrebbe fare critica dovrebbe dare per scontati. Perché, se si vuole andare al di là di un semplice “mi piace” o “non mi piace”, non si può prescindere da quello che è il cinema di Mel Gibson e che lui farà sempre a modo suo. 

Hacksaw Ridge è la storia di Desmond Doss, primo obiettore di coscienza dello U.S. Army a ricevere la medaglia d'onore. Ambientato durate la seconda guerra mondiale, è virtualmente divisibile in due parti: la prima focalizzata su Doss, sulle sue idee, sulla sua vita, sul percorso che lo ha portato ad essere quello che è fino al termine dell'addestramento, la seconda sulla specifica battaglia di Hacksaw Ridge e sulle gesta del soldato. Si tratta quindi di un film che narra l'avvenimento da un unico ed evidente punto di vista, quello di un giovane e patriottico americano che vuole partecipare ad un evento cardine della storia della sua nazione ma che non vuole togliere neanche una sola vita, neanche per salvare la propria. Diventa lampante quindi la piega che un film del genere potrà prendere, punto primo perché i fatti – per quanto esagerati – sono quelli, punto secondo perché è nella natura della storia narrata. Storia che emoziona e colpisce duramente. Storia che di guerrafondaio non ha niente. Storia che gli sceneggiatori Andrew Knight e Robert Schenkkan, assieme a Gibson, sono riusciti a rendere catartica, permettendo allo spettatore di sviluppare un rapporto empatico col protagonista (grazie alla prima parte del film) e che lo terrà col fiato sospeso nonostante gli esiti della vicenda siano globalmente conosciuti. Per questi motivi Hacksaw Ridge è un film riuscitissimo e, a modo suo, bellissimo. 


Come ho detto prima, però, i difetti non mancano. Sarà anche lo stile del regista, ma molti rallenty sono difficili da digerire, come lo sono alcune scelte che ho trovato al limite del ridicolo. Per alcuni poi il film sarà veramente troppo violento, troppo splatter, anche se una guerra senza sangue, senza arti mozzati, senza corpi che esplodono letteralmente sarebbe stata difficile da concepire più di sessantanni fa. Eppure io soprassiedo, perché in La Battaglia di Hacksaw Ridge la bellezza visiva si fa potenza, gli stereotipi e le psicologie appena abbozzate si scontrano con la caratterizzazione del personaggio principale interpretato magistralmente da Andrew Garfield o perché persino un attore fuori posto come Vince Vaughn diventa funzionale alla pellicola strappando risate lì dove da ridere non c'è assolutamente nulla, alleggerendo una pellicola che altrimenti sarebbe stata difficile da sostenere e che, alla fine, ti lascia un segno, magari qualche lacrima di commozione sul viso, sicuramente più di due ore passate in un baleno. 

Che poi, ci sta che Hacksaw Ridge vi possa non piacere. Che vi possa fare schifo. Che possa essere insopportabile. Solo che, ancora una volta, dipende dalla prospettiva con cui lo si guarda. Ma alla fine vi accorgerete che Mel Gibson ha vinto e una piccola rivincita morale se l'è presa nei confronti di un industria che troppo spesso si basa solo su dinamiche commerciali. 

Commenti

  1. Mi trovo d'accordo su tutto...
    Questo film lo hanno criticato a priori solo per il nome di Mel Gibson..

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    1. Mi chiedo se molti di quelli che lo hanno criticato lo abbiano poi realmente visto. Bah!

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  2. Io ho cercato di lasciar fuori Mel Gibson, a prescindere dalla sua fama il film credo non sia nulla di particolare. Ha se non altro il pregio di essere un film di guerra alla portata un po' di tutti, anche per coloro che, come me, non adorano il genere, proprio perchè c'è questa componente emotiva meno distaccata del solito. Però a me non ha lasciato niente e di sicuro non lo rivedrei.

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    1. E' un film che se non ti coinvolge resta uno dei tanti e che se ti lascia distante non può effettivamente essere apprezzato. Niente di strano in questo!

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  3. D'accordissimo con te. Al netto della fase dell'addestramento un tantino debole, per me è il film dell'anno. Potente, classico, girato divinamente.

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    1. Sinceramente ho amato quella parte, mi ha divertito molto e forse forse è stata proprio la parte che ho preferito!

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  4. non so... a me la prima parte ha ricordato il famigerato Pearl Harbour :-)

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    1. Beh, parla essenzialmente di quel che è successo :D nel senso: non poteva essere altrimenti. Ma io a dire il vero PH non lo ricordo proprio :P

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  5. Verissimo.
    Un film solido e potente, con tutti i difetti del caso, tecnicamente ineccepibile e con un grande Hugo Weaving.
    Nonostante la sua follia io continuo a voler bene a Gibson, e sono contento di questa rivincita.

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    1. Bah, alla fin fine Gibson per me resta un grande dal punto di vista professionale. Del Mel uomo sinceramente me ne frego :P

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  6. Da quello che so passerà presto su Sky, per cui come ovvio lo vedrò :)

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