Twin Peaks 2017 è Arte: Parte 9 e Parte 10


Per motivi che non vi sto a spiegare, è da un po' che l'appuntamento settimanale con quella che forse è la più importante serie TV del secolo è stato rimandato. Oggi però si torna a parlare di Twin Peaks 2017, The Return. Più esattamente parlerò della nona e decima parte, lasciando l'undicesima alla prossima settimana.

Prima di tutto, cosa importantissima da ricordare, The Return parte 9 è il primo episodio di una virtualissima seconda trance della stagione. Dico virtualissima poiché TP 3 non è altro che un lunghissimo film di 18 ore e quindi dovrebbe essere suddiviso in tre ipotetiche parti. Certo, una divisione di comodo che si adatta con difficoltà a un opera sopra le righe come questa. Facendo un rapido ragionamento, però, si tratta di 18 episodi (9 + 9) l'ottavo dei quali ha segnato quasi uno stacco, divenendo una sorta di regressione o flashback. Questo, secondo me, non fa altro che mettere in evidenza la presenza di una struttura o impalcatura, che regge la serie. Niente è stato lasciato al caso, David Lynch e Marck Frost non hanno dimenticato che ogni opera (d'arte) deve avere una propria geometria, per quanto assurda.


Anche per questo, con l'episodio 9, si iniziano a tirare un po' le fila: tutto quello che era sembrato casuale acquisisce lentamente un senso. Ce n'era bisogno? Sì e no. Forse. Sicuramente è in casi come questo che la razionalità e il pragmatismo di uno come Frost risalta, senza scontrarsi ma amalgamandosi con la caotica prorompenza di Lynch. Non lo dico io, sia chiaro: basta aver letto qualcosa di (o su) entrambi per sapere che le cose stanno davvero così. 

Benissimo, ma cosa accade nelle parti 9 e 10?

BadCooper, ferito ma "miracolosamente" vivo, si incontra con Hutch (Tim Roth) e Chantal (Jennifer Jason Leigh, che avevamo già visto in Parte 2) nella fattoria già citata nell'episodio 8, invia un criptico SMS a non si sa chi e poi chiama Duncan Todd, intimandogli di concludere quanto più volte tentato: l'omicidio di Dougie. Poi ordina a Hutch di uccidere il direttore Murphy (quello del carcere da cui è evaso). 
In seguito al suo tentato omicidio, la polizia interroga Dougie/GoodCooper, sua moglie e il suo capo. Scopriamo che di Dougie non esistono tracce prima del 1997 e che, attraverso le sue impronte, si tenterà di scoprire qualcosa di più sulla sua vera identità. Intanto il suo aggressore, il nano Ike "the Spike", viene arrestato. 
A Twin Peaks Bobby, lo sceriffo Truman e Hawk si recano dalla mamma di Bobby per parlare del Maggiore Briggs e del suo ultimo incontro con Cooper. La donna consegna loro un cilindro: il Maggiore aveva predetto il loro arrivo e aveva preparato qualcosa per i tre poliziotti. All'interno del cilindro sono infatti indicate delle coordinate, una data e il famoso messaggio dalle stelle con il nome di Cooper ripetuto due volte.
Intanto l'FBI (Gordon, Albert, Tammy e Diane) si reca nel Dakota del Sud per esaminare il corpo del maggiore Briggs. Si scopre poi che il preside Hastings, insieme alla bibliotecaria e amante Ruth (il giorno stesso della morte di lei), avevano visitato una dimensione parallela (una delle Logge?) in cui avevano incontrato proprio il Maggiore. L'agente Preston convince Hastings a condurli sul luogo. Intanto Diane riceve il messaggio inviato da BadCooper a inizio episodio. 



Si torna a Twin Peaks: Richard Horne fa visita a Miriam, unica testimone dell'omicidio stradale visto nell'episodio 7, e la uccide. Poi va da sua nonna Sylvia (l'ormai ex moglie di Benjamin Horne), le ruba del denaro e scappa. 
Duncan Todd incarica Anthony Sinclair (corrotto collega di Dougie) di incastrare Dougie agli occhi dei fratelli Mitchum, facendo credere loro che sia colpa dell'ormai GoodCooper se i due hanno perso un premio assicurativo pari a 30 milioni di dollari. 
Albert si reca nella stanza d'albergo di Gordon  (che ha una visione di Laura Palmer) per informarlo non solo dell'SMS ricevuto da Diane ma anche della risposta di quesat'ultima che informa (chi? BadCooper?) che Hastings è nelle mani dell'FBI. Poco dopo i due vengono raggiunti da Tammy Preston che mostra loro una fotografia: ritrae Bad Cooper accanto la Box di vetro a New York. 
Intanto, a Twin Peaks, Hawk riceve una telefonata dalla Signora Ceppo, che afferma che Laura "is the one".

Questi ultimi due episodi (o parti, a questo punto è ininfluente) credo abbiano messo a tacere tutti quelli che avevano accusato TP 2017 di essere incomprensibile, con scene fini a se stesse, troppo lento. Anche se forse quelli che staranno più zitti, d'ora in poi (ammesso che non abbiano già abbandonato la visione), sono coloro che avevano fatto della frase "eh, ma non succede nulla" un mantra. Che poi non è neanche vero che nelle prime 8 parti nulla era successo, anzi: erano state presentate così tante linee "narrative" da sollevare numerosi dubbi (non in me, ve lo assicuro) sulla capacità dei due autori di chiuderle nell'arco di 18 episodi. Questa seconda parte virtuale, invece, sembra voler mettere le cose in chiaro, andando a ripescare rimandi, situazioni e personaggi che parevano scollegati dalla trama principale. Anzi, la trama principale, il disegno generale, veniva proprio messa in dubbio. Erroneamente. Lo scrissi già in qualche post: se la serie "originale" era un tronco da cui partivano tanti rami, questa è invece una serie di rami che convergono verso un unico tronco. 


Dopo un episodio 8 che potrebbe quasi essere preso come un cortometraggio a parte, Lynch cambia ritmo, cambia marcia e inizia a gestire il lato narrativo senza per questo rinunciare all'impatto visivo che lo contraddistingue. L'abilità di questo regista nel far mutar respiro alla propria opera ci permette di prendere qualche boccata d'ossigeno solo per essere catapultati in trame intricate che si svelano senza svilirsi.

Ora, io resto convinto che comunque le somme si dovranno tirare tutte a fine visione. Resto anche convinto però che Twin Peaks 2017 imporrà dei nuovi standard futuri per quanto riguarda il modo di fare televisione. Perché una cosa così grande, un prodotto mastodontico come questo, al di là di qualunque cosa se ne possa credere o pensare, non può né passare inosservata né lasciare indifferenti. E poi spiegatemelo una buona volta, vi prego: da quando l'arte non può essere fine a se stessa? Sì, arte, l'ho detto di nuovo. Smentitemi pure se volete.


P.S. Prima di essere preso per pazzo o per scemo, non ritengo Twin Peaks 2017 narrativamente innovativo, né per le dinamiche. Ritengo solo che proponga qualcosa (una sorta di cifra stilistica, che poi è quella di Lynch - e quindi non è un'innovazione) con cui bisognerà fare i conti in futuro, proprio perché non si uniforma agli standard attuali e non si tratta né di un prodotto di nicchia (è comunque prodotto e trasmesso dalla Showtime), né di autori sconosciuti.

Commenti

  1. D'accordissimo con te.
    Stavolta siamo oltre la tv, oltre il cinema, oltre il meta-tutto. TP è arte ma anche gioco, è una ricerca attiva e multimediale. E' un non-compiacimento ma qualcosa per i fan coraggiosi e attenti.

    Moz-

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