[Netflix]: I Famelici (di Robin Aubert, 2017)


Oramai i film sugli zombi mi annoiano. A meno che non si tratti di lavori caratterizzati da una certa originalità, per quanto possano essere ben diretti, ben scritto e interessanti, finiscono per esaurire la mia attenzione. Me ne accorgo perché, a un certo punto, non faccio altro che guardare quanto manchi alla fine.

Stessa sorte era toccata a I Famelici, titolo originale Les Affamés, opera canadese del regista Robin Aubert. Si sa, in Canada sanno come girare film, ma la storia trita e ritrita alla base de I Famelici mi aveva da subito annoiato, nonostante momenti horror molto ben costruiti e un'atmosfera rarefatta, immersa nel silenzio, che mi aveva piacevolmente colpito.

Perché in fondo quello di Aubert è il solito film di zombie: un centro rurale in Quebec è stato colpito da un'epidemia che ha trasformato gran parte dei suoi abitanti in mostri affamati di carne umana. Alcuni sopravvissuti quindi decidono di unire le forze e sfuggire alle orde di infetti.


Nulla di nuovo sotto il sole, eppure questo film del 2017, distribuito dalla solita Netflix questo Marzo, ha molte frecce pronte per essere scoccate dal suo arco. 
Prima di tutto perché vive di contrasti: la riflessività che lo contradistingue si scontra con la violenza di alcune scene, la lentezza della narrazione con la frenesia di alcuni momenti e dello stesso modus operandi degli zombi, la drammaticità degli eventi con alcuni momenti più leggeri che poi, a guardarli bene, leggeri non sono per niente.
Il pregio più grande di Les Affamés, però, sta nel concentrarsi sui personaggi tridimensionali e realistici nel loro essere "umani". Soprattutto i protagonisti (ma non solo), grazie a poche pennellate di background mai invasivo e che non viene fatto mai scivolare nello spiegone, risultano in grado di saltar fuori dallo schermo e arrivare ad una sorta di legame empatico con lo spettatore. E' bello vedere come essi riescano a non risultare mai macchiettistici, per quanto inseriti in un contesto che li rende pedine di un gioco al massacro che, senza fare SPOILER, credo possiate immaginare fin dove condurrà. Sono i loro sentimenti, seppur mai esplicati e sempre sottointesi, il vero motore dell'evoluzione narrativa. 


I Famelici è un'opera che parte dal "visto e rivisto" ma non si accontenta di rimanere relegata alle dinamiche di genere, qui comunque perfettamente conservate. Un film che sfiora la poesia ma che sa assestare qualche bel colpo senza mai cadere nella trappola del jump scare. I pochi momenti di orrore infatti risaltano grazie a scelte registiche eleganti che sanno come sfruttare un'atmosfera rurale che ben si presta ad un lavoro del genere.

Quindi sì, non stiamo parlando di un film indimenticabile, né imprescindibile. Soprattutto non stiamo parlando di un filmperfetto. Ma personalmente sono contento di non aver interrotto la visione quando le palpebre erano sul punto di calare e io di addormentarmi.

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