Le 5 leggende metropolitane inquetanti e spaventose


Un certo tipo di cinema che ho sempre amato, a prescindere dalla qualità effettiva, è quello basato sul concetto di leggende metropolitane. Partendo dall'ottimo Candyman del 1992 o dal mediocre Urban Legend del 1998, passando per innumerevoli pellicole fino alle più attuali basate su creepypasta (sorta di leggenda metropolitana sintetica del web) come, ad esempio, il penoso Slender Man, l'idea tramandata di bocca in bocca o di dita in dita, un tempo attraverso consorzi sociali analogici e adesso attraverso la digitalizzata rete di internet in cui siamo tutti - più o meno - imbrigliati, ha sempre avuto il proprio fascino.

Che poi, la leggenda è un racconto antichissimo, un patrimonio culturale popolare che va a braccetto con il mito. L'essenza mitica delle leggende, che ha la caratteristica di tramandarsi oralmente o per iscritto, si scontra con la forma letteraria del mito stesso ed ecco che le due forme, sostanzialmente una derivata dell'altra, prendono strade diverse. La leggenda è POP, per spiegarci meglio, mentre il mito ha assunto dignità letteraria. Una è romanzo (o, ancora meglio, storia breve), l'altro è poesia. La prima ha a che fare con la memoria, la seconda con la fede. E potrei continuare all'infinito. La verità è che la leggenda è umana, il mito divino. Da qui nasce il concetto stesso di leggenda metropolitana. 

Le leggende urbane o leggende metropolitane sono storie insolite e curiose, frutto di fantasia ma a volte realistiche, plausibili o semplicemente con una base reale in grado di insinuare il dubbio sulla loro (non) veridicità. Altre volte sono volutamente eccessive ma, quasi sempre, posseggono una valenza didattica ed in questo sono assimilabili alle favole e poi alle fiabe.
Sono il moderno che si fa tradizione, cambiando ripetutamente forma fino a divenire fantastico e rinascere come culto dell'urbanizzazione. Nell'epoca della globalizzazione digitale, come già accennato, si è ulteriormente evoluto in creepypasta, ma a cambiare sono state per lo più due cose: il luogo e il mezzo. Per saperne di più in tal senso, meglio andare a leggere qui.

Quel che interessa a me, in questa sede, non è scrivere un trattato antropologico e sociologico ma stilare una sorta di vademecum. Quello su cinque leggende metropolitane spaventose o inquietanti.  che esulano dalle solite riguardanti prelievo di organi, coccodrilli nelle fogne o fantasmi senza volto lungo le strade. Vogliamo quindi partire? Benissimo:

1 - OMICIDIO NEL COLLEGE


Una delle caratteristiche delle leggende metropolitane è che, passando di bocca in bocca, molto spesso cambiano presentando più versioni di loro stesse. Si tratta di una sorta di versione alternativa: a cambiarte è la storia che porta ad uno stesso finale. Un esempio è la leggenda urbana dell'omicidio nel college. 

La versione più conosciuta è quella che ha come protagonista una studiosa ragazza del college costretta a ospitare nella propria camera gli occasionali partner della sua compagna per varie notti a settimana. Una sera, tornata tardi dalla biblioteca, la nostra protagonista sente provenire dei mugugni dal letto dell'amica e, aspettandosela proprio nel momento dell'amplesso, decide di non accendere la luce ed evitarsi lo spettacolo. Allora, al buio, si cambia, si mette a letto e si addormenta ascoltando musica con le cuffiette. La mattina dopo, al momento di scostare le tende per illuminare la stanza con la luce di un nuovo giorno, scopre però qualcosa di agghiacciante:  la sua coinquilina nel letto, immersa in un lago di sangue e con sul muro la scritta: “Non sei felice di non aver acceso la luce?”

Altre versioni affermano che la protagonista fosse di ritorno da una festa e la sua coinquilina in camera a studiare o che la protagonista fosse andata a dormire dal proprio fidanzato per lasciare la camera alla sua compagna. Ma il finale coincide in tutte le versioni.

2 - AKA MANTO


Quella di Aka Manto è una leggenda metropolitana giapponese ambientata nei bagni pubblici o in quelli dei college. Aka Manto è infatti un uomo vestito di rosso che infesta questi luoghi e ha l'abitudine di chiedere, a chi sta utilizzando il bagno, se vuole carta igenica rossa o blu.

A questo punto, secondo la leggenda, ci sono varie possibilità di risposta: se il malcapitato risponde «rossa», verrà decapitato e fatto a pezzi fino a che i suoi vestiti non saranno diventati rossi di sangue. Se risponde «blu», sarà strangolato fino a che il suo volto non sarà diventato cianotico. Se risponde con un altro colore, sta zitto o se prova a raggirare Aka Manto, verrà trascinato negli Inferi. L'unico modo per salvarsi è rispondere, semplicemente, di non volere carta: solo a quel punto lo spirito se ne andrà senza fare nulla.

Una variante della leggenda racconta che la domanda che Aka Manto pone alle sue vittime riguarda il colore del mantello (se rosso o blu). Se la vittima sceglie la prima opzione gli verrà strappata via la schiena a simulare un mantello rosso; se opta per la seconda alternativa gli sarà estirpato tutto il sangue finché non sarà diventato completamente blu. Anche in questo caso, l'unico modo per salvarsi rimane quello di affermare che non si desidera nessun mantello.

Infine, se il malcapitato dovesse rispondere con giallo (carta o mantello), verrebbe affogato nella stessa acqua del water.

3 - KUCHISAKE - ONNA


Altra leggenda asiatica, presente tra il Giappone e la Corea del Sud. Racconta di una donna giapponese dal viso deturpato che, volto coperto da una mascherina, si aggirerebbe per i sobborghi di varie città fermando bambini e studenti universitari intenti ad andare o tornare da scuola. La donna chiede alle proprie vittime se la trovino bella. Se il malcapitato risponde "no", viene ucciso con le forbici; se risponde sì, la donna si toglie la mascherina mostrando la propria deformità (uno squarcio da un orecchio all'altro al posto della bocca) e chiede «E adesso?». Se la risposta positiva persiste, il malcapitato viene sfregiato; se invece la vittima cambia risposta viene tagliata in due parti uguali dalla donna offesa.

Questa leggenda metropolitana deriva da un mito, quello de La donna dalla bocca spalancata, bellissima ragazza che per gelosia si ritrovò col viso deturpato dalla spada del proprio compagno e che da quel giorno passò la vita ad interrogare gli uomini sulla sua bellezza oramai strappatale via.

4 - AZZURRINA


Leggenda metropolitana tutta italiana, quella di Azzurrina, ambientata nel castello di Montebello, in provincia di Rimini. Azzurrina è infatti un fantasma, forse uno dei fantasmi più famosi d'Italia. Si tratta, più nello specifico, di una bambina albina che, per via di questo problema (nel 1300 gli albini venivano messi al rogo), era costretta a farsi tingere i capelli dalla madre. Per farlo la donna usava delle erbe che davano ai cappelli della piccola una colorazione azzurra. La piccola Azzurrina scomparve misteriosamente quando, rincorrendo una palla con cui stava giocando, finì nei sotterranei del castello. O almeno questo è quello che dissero le guardie che avrebbero dovuto tenerla d'occhio. Ogni cinque anni, nel solstizio d'estate, il suo fantasma torna a farsi sentire tra le mura della magione mentre invoca la propria mamma.

Se volete conoscere altre storie di fantasmi e castelli infestati, cliccate qui!

5 - POLYBIUS


Quella di Polybius è la leggenda metropolitana su un videogioco arcade. Di quelli da sale giochi, per intenderci. La storia nasce nel 1998 sul web (gli albori del web) e potremmo per questo definirla la prima creepypasta della storia. Infatti la prima fonte documentata riguardante il videogioco è rappresentata dal sito di recensioni videoludiche coinop.org, su cui il 3 agosto 1998 comparve un articolo che menzionava Polybius e la sua casa produttrice, la Sinneslöschen (letteralmente, dal tedesco, "cancella-mente").

La leggenda racconta che il gioco venne installato in varie sale nelle periferie di Portland, nell'Oregon, divenendo subito incredibilmente popolare, talmente giocato da provocare dipendenza. Si racconta che le macchie furono persino visitate da uomini in nero (in alcune versioni da agenti dell'F.B.I.) intenti a raccogliere dati dalla scheda madre e a controllarne le impostazioni. Questo perché si inizio a spargere la voce che il gioco provocasse amnesia, insonnia, stress e incubi notturni ai videogiocatori. Per non parlare del fatto che chi giocava a Polybius dopo non voleva più giocare a nessun altro gioco. La cosa interessante e che dopo l'intervento di questi uomini in nero (o agenti) gli effetti divennero più forti e violenti.

Nonostante alcune testimonianze a riguardo, tutt'oggi è impossibile sapere se quella su Polybius sia o meno solo una leggenda. 

Commenti

  1. Ho visto da poco Slender Man, saprai e leggerai presto, ma è facile immaginare cosa già io ne pensi avendolo appunto visto...

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    1. Maddona che cosa brutta che è Slender Man, sono sicuro lo confermerai :D

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  2. Quelle giapponesi sono di un trash mai visto. Cessi pubblici, donne gelose... non hanno nemmeno così tanto fascino... sono molto cafonesche XD
    Azzurrina è famosissima, io da piccolo ne rimasi molto colpito. Continuano a sfruttarlo come marketing, va bene dopotutto^^

    Moz-

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    1. Però, se ci pensi, è proprio in bagno che siamo più fragili :'D

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  3. Ho letto parecchio su Azzurrina e sono arrivato a conclusione che sia per lo più una "trappola" turistica.

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    1. Sicuramente, però resta una leggenda affascinante :)

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