La Bambola Assassina (di Lars Klevberg, 2019)


La gente odia i remake (o i reboot) e poi corre al cinema a vederli. Una cosa divertente finché fandom o haters non si vanno a scontrare. Perché parte tutto nel momento stesso in cui la notizia del remake o del reboot di turno viene comunicata. La guerra. Minacce. Giudizi affrettati. Poi la cosa prosegue, le news aumentano, trapelano immagini, si arriva ai trailer. Finché il film non esce al cinema e tutti ci si fiondano, compresi quelli che il progetto lo hanno dispregiato. 
Quando uscì la notizia del remake de La Bambola Assassina, io per primo storsi il naso. A farmi pensare furono due cose: la prima è che quello della Bambola Assassina è un progetto tutt'ora in corso, una saga florida che da e darà ancora i propri frutti. La seconda è che proporre un format come quello, nel 2019, sarebbe stato fuori tempo massimo. 

In realtà il film diretto Lars Klevberg, in un colpo solo, mette a tacere entrambi i miei dubbi. E lo fa senza rinunciare all'anima del film di cui è il reboot. Perché Child's Play 2019 è definibile come la versione 2.0 di quello del 1988 diretto da Tom Holland e creato da Don Mancini. Un vero e proprio aggiornamento che permette, tra le altre cose, di non mettere i bastoni tra le ruote alla saga storica rimanendo anche abbastanza credibile. Credibile poiché più che alla nostra contemporaneità sembra far riferimento ad un futuro prossimo in cui ci ritroveremo molto presto.


Prima di tutto, non c'è l'ombra di sovrannaturale in questo film. Non ci sono spiriti di serial killer malvagi, né riti vudù che trasferiscono l'anima di una persona nel corpo di un'altra. La componente fantastica viene estirpata e sostituita da una fantascientifica. Perché il mondo in cui il film è ambientato è quello ipertecnologico della domotizzazione e dell'automatizzazione. Un mondo fatto di macchine e di app che dovrebbero rendere la nostra vita più serena, comoda e sicura ma che in realtà è al centro di un processo di deresponsabilizzazione e lobotomizzazione in cui l'essere umano si libera dei propri doveri. Incluso quello di crescere i propri figli. 
Perché in La Bambola Assassina 2019 Chucky non è altro che un bambolotto/intelligenza artificiale che nasce per essere il miglior amico di ogni bambino. La macchina che sostituisce l'uomo nel suo apporto basilare al proprio simile, surrogato dell'affetto tra pari e di quello genitoriale. 

Da qui il film si apre ad una serie di riflessioni, le più varie. Perché non si tratta solo di una critica socio/politica ma soprattutto umana verso la disumanizzazione della nostra società che porta all'alienazione. In questo senso Chucky, vero protagonsita del film, diventa reietto alla ricerca del proprio posto nel mondo, poiché rappresenta la falla nel sistema, un'intelligenza artificiale fallata che si appresterà a prendere il proprio compito estremamente sul serio. Lo scarto che non per colpa propria, ma di chi lo ha progettato, scopre in se quell'umanità che gli umani stanno perdendo, traviata come lo potrebbe essere in uno psicopatico. Perché lui impara dal mondo e dalle esprienze, ma non ha gli stumenti per elaborarle. Mentre il suo antagonista Andy, reietto a proprio modo, impara e trova il proprio posto nel mondo mettendo a frutto la propria conoscenza (biblicamente umana) del bene e del male. Insomma, il mito del golem rielaborato e assolutamente funzionale a questa epoca. 
La Bambola Assassina 2019 parla quindi di solitudine, di amarezza e di inadeguatezza. Di follia. Una critica quindi a 360°. 

Se aggiungiamo a quanto detto che lo splatter è presente in abbondanza e che alcuni omicidi sono (all'intenro dell'universo film stesso) abbastanza realistici e originali, ecco che quello di Klevberg si dimostra un film autonomo, riuscito e interessante, con un contenuto bello peso. Insomma, una grande sorpresa estiva. 

Commenti

  1. Uno di quei rari casi in cui un remake mi ha lasciato soddisfatto, ma già il trailer e le prime recensione mi avevano preparato a questa possibilità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io mi sono tenuto all'oscuro di tutto (tranne che del trailer, proiettato al cinema prima di un altro horror) e non avevo grandi aspettative. Quindi sono uscito veramente soddisfatto.

      Elimina
  2. Sono molto legato alla saga di Don Mancini, ma devo dire che questo remake fa abbastanza bene il suo dovere, con un po’ più di coraggio (anche con l’aspetto del nuovo Buddi) sarebbe stato un film anche migliore. In ogni caso la serie tv su Chucky, oppure un altro capitolo curato da Don Mancini lo voglio, anche solo per godermi la scena di Chucky che fa a pezzi un sosia di Buddi, me l’aspetto ;-) Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono curioso di sapere se ci saranno due saghe parallele e se mai si incontreranno. Sarebbe un crossover divertente :D

      Elimina
  3. Bellissima questa rivisitazione,riesce a tenere testa all'originale(che diciamolo,non è un filmone neppure lui) e a cambiare le cose in modo intelligente.Nulla in contrario alla saga originale,ma quel Chucky inizia a starmi un tantino antipatico.Mi ricordo quando era uscito il film da qualche anno...non se lo filava quasi nessuno e se dicevi che ti era piaciuto,rischiavi di farti ridere dietro.Ora lo conoscono un po' in troppi per i miei gusti e piace a prescindere perchè ora è un film accettato...quindi questo remake mi ha riportato un po' indietro,a quando tutti fanno gli haters perchè le cose classiche sono belle e le novità no....e si sta ripetendo la stessa cosa...scommetto che tra 30 anni saranno belli i film del 2020....quindi occhio Chucky classico,sei simpatico ma non tirartela troppo.

    RispondiElimina

Posta un commento

Info sulla Privacy